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un uomo dorme davanti all'altare nella chiesa di Ruy Barbosa

Vanessa e la capacità di mettersi nei panni dell’altro

Sono passati sei anni dalla mia laurea, ma il tema della mia tesi è sempre così attuale e torna ciclicamente nella mia vita e nei miei pensieri: La legge sulla cittadinanza italiana.

Per vivere qui in Brasile a gennaio 2018 ho richiesto un visto di permanenza temporaneo con un anno di validità; e a dicembre dell’anno scorso ho iniziato le pratiche per il rinnovo di un altro anno. Se tutto va bene riuscirò ad avere il documento provvisorio il 27 di marzo, 3 mesi dopo l’inizio della mia richiesta. Per chi non ha mai avuto a che fare con questo tipo di pratiche potrebbe sembrare tutto normale e potrebbe non capirci molto, anche io sinceramente prima di questi mesi ero estranea a parecchie situazioni in cui mi sarei potuta trovare.

Non starò a raccontarvi tutto quello che è successo in queste settimane, ma mi piacerebbe raccontarvi come ho vissuto.

Nei giorni precedenti alla scadenza del visto e senza aver ricevuto ancora una risposta positiva sul rinnovo, tutte le persone a me vicine continuavano a dirmi di stare tranquilla, per quale motivo non mi avrebbero voluto qui in Brasile e una serie di altre frasi di circostanza.

Bene, io so solo che un’amica avvocata qui in paese mi ha aiutata e sta continuando a farlo per cercare di risolvere i miei problemi.  Burocraticamente è tutto così “semplice”, ci sono delle leggi, bisogna saperle e rispettarle; emotivamente è uno schifo.

Il calendario delle attività dell’anno era già pronto, gli impegni già scritti in agenda e io non sapevo cosa avrei fatto il giorno dopo. L’ansia di non avere i documenti in  regola, non sapere se c’era da comprare un biglietto aereo per tornare in Italia nel giro di 2 settimane; c’erano mattine in cui mi alzavo ben predisposta, in cui sapevo che tutto sarebbe andato bene e che era inutile non fare nulla e perder tempo; altre mattine invece in cui qualsiasi cosa avessi fatto sarebbe stata inutile, tanto sarei andata via a breve.

Responsabilità prese o che dovevo prendere in parrocchia, senza sapere se le avrei potute mantenere;  attività da fare a cui mi sarebbe piaciuto partecipare e a cui avrei dovuto rinunciare.

Oggi tutte queste preoccupazioni sono passate, ma nei giorni di confusione più assoluta sulla mia situazione da straniera, la mia tesi di laurea, le persone che ho conosciuto e con cui ho parlato durante i mesi che l’ho scritta, tutti i miei amici di Reggio Emilia mi sono passati davanti: ma quanto è difficile essere stranieri, soprattutto in un paese che ci mostra tutti i giorni che non ci vuole?

Io ero preccupata di lasciare il Brasile, di dover rinunciare a tutte le cose programmate per quest’anno, sapendo che in Italia ci sarebbero stati la mia famiglia e i miei amici ad aspettarmi, con un futuro tutto da scrivere.

In Italia invece ci sono tanti  giovani nati  e cresciuti là, che tutti i giorni vivono nell’angoscia di pensare ad un futuro che non dipende assolutamente da loro, ma da leggi ingiuste; senza sapere cosa possono sognare, per esempio diventare avvocati, perchè tutto dipende da una cittadinanza che non sanno quando riusciranno a “guadagnare”, con la paura di diventare CLANDESTINI nella loro PATRIA, correndo il rischio di essere espatriati in un paese di ORIGINE che molte volte non hanno mai visto.

 In questi giorni di preoccupazioni ho pensato tanto a tutti quegli ITALIANI non riconsciuti da uno Stato che continua a rinnegarli; sono triste perchè le persone sono egoiste e la capacità di mettersi nei panni dell’altro è sempre più difficile da incontrare; ma anche se lontana spero che un giorno l’Italia si svegli e capisca quanto stia sbagliando.

Ci tenevo a scrivere queste parole, come ci tengo a mostrarvi una foto:

un uomo dorme davanti all'altare nella chiesa di Ruy Barbosa

Qui in paese il sabato è il giorno del mercato, per questo vengono molte persone delle campagne e la piazza è sempre piena. La mattina la chiesa rimane aperta e io trascorro il mio tempo lì: ci sono persone che passano a prendere il materiale per le varie comunità delle campagne, c’è chi passa per pregare, c’è chi passa per chiedere informazioni; sabato scorso è passata una vedova, da circa un mese, per un abbraccio e un pò di conforto.

Mi piace trascorrere il sabato mattina in chiesa, rafforza la mia fede e la convinzione di quanto sia bello credere in Dio.

Ci sono persone che pensano sia sufficiente credere in  Qualcuno o Qualcosa senza la necessità di entrare in una chiesa, e forse per un periodo l’ho creduto anche io.

Una mattina l’uomo nella foto è entrato  e ho sentito la necessità di fotografarlo, forse perchè mostrando questa foto sarei riuscita a spiegare più facilmente quello in cui credo.

Quest’uomo ha problemi psichiatrici, spesso entra in chiesa per prendere dei  fiammiferi per accendersi le sigarette,  per un bicchiere di caffè o di acqua; ma una mattina è arrivato e si è sdraiato per terra; non stava dormendo , semplicemente stava bene lì.

È vero, Dio è ovunque, ma la chiesa è un luogo dove possiamo entrare e rimanerci, nessuno ci manderà via (o almento dovrebbere essere sempre così), è un posto dove possiamo sentirci a casa, stare in pace e sperare in un mondo migliore; per un minuto, per un’ora o una mattinata.

Le porte sono aperte, chiunque può entrare e sentirsi libero: libero di amare,  libero di soffrire, libero di essere  qualsiasi persona si voglia essere.

  Vanessa

 Ah ho mostrato questa foto a due persone che conoscono la persona lì sdraiata, non l’hanno  ricosciuta, per questo ho deciso di mostrarla anche a voi.

 

Pe Luis: anno nuovo vita nuova

Carissimi tutti,
anno nuovo vita nuova, un detto che alle volte si dice all’inizio di un nuovo anno. Così mi sto trasferendo in Ruy Barbosa aiutando nella pastorale il parroco Antonio e continuando la presenza alla Casa di Carità.

 

 

 

 

 

In preparazione al Natale, alla Casa abbiamo fatto un ritiro, una giornata di spiritualità, parlando del mistero della Incarnazione del Verbo di Dio, il tutto per ricordare che questa casa è dedicata al mistero della nascita di Gesù. Buona la partecipazione e anche un bel momento per diffondere lo spirito delle tre mense in questa chiesa di Ruy Barbosa.
Questo rimane un obiettivo anche dei prossimi anni qui, la presenza reggiana in questa terra si sta spostando in Amazzonia, ma la Casa rimane come dono fatto a questa chiesa, che possa sempre più assunto da questa chiesa, portare frutto di conversione e di evangelizzazione.

Dopo Natale è partito don Riccardo per l’Italia, dal 2006 era qui in Brasile, la sua presenza è stata un bel dono sia per le parrocchie in cui ha svolto il ministero pastorale e anche per la Casa di Carità. Per questo oltre a celebrare il Natale, si è aggiunto anche il saluto alle comunità in cui siamo stati presenti in questi due anni.
Penso anche la riconoscenza delle persone che in questo tempo ci hanno aiutato a svolgere il ministero in Utinga, Wagner e Bonito; la testimonianza che tanti ci hanno dato della loro fede e dedizione alla vita della comunità cristiana. E’ proprio vero, come dice il Papa, che abbiamo santi, che vivono vicino, accanto a noi e tante volte non ci
accorgiamo della loro presenza.

Dene è una di queste, sulla settantina, è ministra della comunione, ha avuto 21 figli, ne ha educati 19, uno lo ha adottato; serena, rispettata da tutti, è rimasta vedova qualche anno fa e serve con molta discrezione la sua
comunità, in particolare nella visita agli ammalati. Molti i giovani e adulti che nelle varie comunità abbiamo accompagnato nel cammino di iniziazione cristiana alla celebrazione di battesimo, confessione, comunione e cresima; il cammino catecumenale che si è scelto sta portando buoni frutti come crescita personale e
comunitaria nella fede in Cristo.

La nostra chiesa diocesana qua ha un nuovo sacerdote, Valmir, è stato ordinato il 16 di dicembre, bella la celebrazione con un popolo di Dio ben animato. In questi ultimi dieci anni il vescovo dom Andrè ha ordinato 8 sacerdoti, ancora ci sono missionari stranieri, ma altri brasiliani che da altre diocesi vicine collaborano per aiutare la chiesa sorella. Al posto nostro infatti sono arrivati due sacerdoti missionari di diocesi della Bahia: padre José Wilson che si fermerà ad Utinga e dando presenza anche in Wagner, e padre Edson che starà in Bonito.
Anche un altro sacerdote missionario di Malta padre Andrè è andato ad Ipirà. Questo mi è sembrato un bel segno per quello che riguarda la scelta fatta dalla diocesi di Reggio Emilia di lasciare la diocesi di Ruy Barbosa, per iniziare un cammino nuovo in Amazzonia, nella diocesi di Alto di Solimões.

L’inizio dell’anno è stato anche l’inizio del nuovo governo di Bolsonaro, nuovo presidente del Brasile. Un governo di estrema destra come da anni non si vedeva. Le prime mosse che ha fatto sono significative perché ha deciso che la demarcazione delle terre indigene sia affidata al ministero dell’agricoltura, guidato da una donna che è nota come “regina del veleno”, perché si è battuta per un indiscriminato uso di pesticidi, di cui sono pieni la frutta e la verdura che mangiamo.
Allora penso che, se qualcuno della nostra chiesa va in area amazzonica, è anche per  difendere la terra e i popoli nativi da questo rischio di devastazione delle risorse ambientali del nostro pianeta.

In questi giorni c’è la novena della festa del Signore di Bonfim, il tema scelto è quello di essere strumenti di pace; 4 ragazze della parrocchia di Utinga andranno alla GMG, a Panama e speriamo che questa chiesa ancora giovane sappia camminare con speranza, in mezzo alle lotte di questo popolo possa aver vita e crescere nella fraternità.
Um Abraço Pe. Luis

la foto di tutti i missionari e le missionarie di Ruy Barbosa

Da Ruy Barbosa – novembre 2018

Carissimi tutti,

siamo qui, dopo alcuni mesi di silenzio, che sono stati mesi un po’ di corsa…

Nella seconda metà di luglio e in agosto abbiamo avuto vari incontri in Casa (i giovani del cammino vocazionale diocesano, la Messa con i religiosi della Diocesi, un gruppo di una parrocchia, venuto a passare una domenica con noi…) e fuori Casa (la formazione dei religiosi, l’”incontrone” delle Comunità di Base, a livello diocesano).

Settembre è stato un mese di ospedali: il nostro Francisco ricoverato prima qui a Ruy Barbosa e poi trasferito a Salvador, e sr Josiane che è stata operata a fine mese. Risultato: negli ultimi giorni di settembre quattro suore su cinque a Salvador…. e in Casa? Sono stati fatti alcuni appelli in parrocchia e in Diocesi, e con sr Laurence e Gleide si sono alternate varie persone, dando disponibilità per stare in Casa alcuni giorni o, chi è di Ruy Barbosa, iniziando un turno nella settimana. E chi ha iniziato a venire continua!

Grazie a Dio, Francisco dopo una settimana a Salvador è tornato a casa (fine settembre) e così ci siamo preparati per salutare sr Laurance, che dopo tanti anni di Brasile l’8 ottobre è tornata in Madagascar. L’abbiamo salutata con un pranzo con il Vescovo e i preti della nostra parrocchia, con gli ospiti e un po’ di amici di Casa, e con la Messa domenica 7 ottobre.  Grazie, sr Lori, per gli anni di servizio umile, generoso e gioioso! Obrigado!

Dal 19 al 21 ottobre sr Manuela e d. Luigi hanno partecipato all’Assemblea Regionale della CRB (Conferenza dei religiosi del Brasile), con i religiosi della Bahia e del Sergipe, a Salvador. E’ stata occasione di incontro e di conoscenza di altre realtà e di consacrati di altre Congregazioni. Questo ha permesso a sr Josiane, prima di tornare a Ruy Barbosa dopo un mese di convalescenza presso le Ancille della Carità di Salvador, di fare un corso di esercizi spirituali personalizzati, e di essere accompagnata fin qua da sr Lúzia, Livia e Jessica, del “Lar fonte da Fraternidade”, una casa dove alcune consacrate secolari, vivono con ragazzi disabili e lavorano per la loro integrazione.  Sr Lúzia non si è fatta sfuggire l’occasione per venire a conoscerci. Diceva che in Salvador ci sono solo tre realtà che lavorano con i disabili, e la sua è l’unica dove ci sono consacrati.

Il 9 novembre Nailton per un’ernia e Eniciêde per togliere alcuni denti, sono stati ricoverati e operati all’ospedale di Ruy Barbosa. I due interventi sono stati rimandati più volte per via dell’anestesista, che abita in un’altra città e non sempre viene qui. Siamo molto grati ai medici e al personale dell’ospedale, che ha messo a disposizione una stanza per loro due, una stanza “mista”. All’infermiera in difficoltà per compilare le carte, essendo che nella stessa stanza c’erano un ragazzo e una ragazza, è stato detto che loro sono “molto speciali”. Grazie a Dio si sono fermati solo una notte in ospedale, poi sono stati dimessi, e sono i due che non escono mai di Casa e forse mai da quando sono qui avevano dormito fuori casa…

Ottobre è stato anche mese di elezioni per il Presidente del Brasile e i governatori dei vari Stati di questa Repubblica Federale. E’ stato eletto Presidente Jair Bolsonaro, di estrema destra, che  inneggia alla dittatura militare, alle privatizzazioni, all’armamento, alla concessione del porto d’armi, vuole ridurre le spese per le politiche pubbliche per aumentare gli armanenti, si pone contro le minoranze… la situazione politica non è per niente buona, speriam che l’opposizione, che ha la maggioranza in Parlamento, riesca, dal primo gennaio, a lavorare bene.

Speriamo il bene, e preghiamo che le scelte siano per il bene dei poveri e dei deboli.

Non solo a livello di Brasile ci sono problemi, ma anhe nella nostra piccola realtà di Ruy Barbosa. Pochi giorni fa è stato ucciso un ragazzo di 25 anni alle sette di sera, in una strada che è sempre  piena di bimbi. “Guai a chi scandalizza uno solo di questi piccoli”, diceva Gesù nel Vangelo di ieri.

Che la Casa della Carità possa essere sempre un segno di amore di Dio, un luogo di semina della Civiltà dell’Amore, dove le relazioni si vivono in modo differente, come diceva qualcuno in un incontro qui in Casa pochi giorni fa!

 Chiediamo a tutti una preghiera per tutto il Brasile, per la nostra Diocesi e la nostra città, per la Casa della Carità, per alcuni giovani che si stanno interrogando sulla propria vocazione.

Um abraço a tutti!

Tutti noi di Ruy Barbosa

Gli auguri di Natale del direttore

Carissimi missionari,

recentemente il Madagascar ha salutato don Giovanni Ruozi per gli anni di servizio condiviso con i missionari e con il popolo malgascio; gli confermiamo il nostro affetto e la nostra riconoscenza per la sua presenza davvero significativa nell’isola. Sarà un compito importante, per noi qui a Reggio, condividere, riflettere e saper trasferire in concretezza la ricchezza umana e spirituale che don Giovanni ha maturato nell’esperienza missionaria.
Il 17 novembre scorso ero presente al suo ingresso nell’unità pastorale di Castelnovo ne’ Monti, insieme al suo vicario parrocchiale don Marco Lucenti, che ha trascorso quasi due mesi di servizio in Albania presso la Casa di Carità.
Ho percepito una bella e calda accoglienza verso i nostri due sacerdoti e don Giovanni ha saputo, con la sua intelligente cordialità, parlare con il cuore e manifestare con piccoli gesti preziosi la sua generosità ad entrare nella nuova comunità a lui affidata.

In terra malgascia, a Manakara, all’inizio del mese di novembre, è avvenuto l’ingresso in parrocchia di don Luca Fornaciari (CSFC), come nuovo parroco e di don Simone Franceschini (CSFC) come responsabile della missione diocesana in Madagascar. Questi sacerdoti, presenti da un anno a Manakara, iniziano una nuova fase della loro vita missionaria, in continuità con l’opera iniziata e condotta da don Giovanni. La responsabilità di don Simone consisterà non solo nell’accompagnare e condividere con tutti i missionari i progetti attivi sulla missione, ma anche nel discernere, insieme ai missionari e al CMD, i nuovi progetti e percorsi che si riterrà di avviare a servizio della comunità malgascia. Don Simone formerà una piccola équipe per accompagnare i giovani missionari nel loro cammino di servizio e di formazione personale. 

La Chiesa si fonda sulla parola di Dio, nasce e vive di essa”, ha ricordato Papa Benedetto XVI[1]. “La migliore motivazione per decidersi a comunicare il Vangelo è contemplarlo con amore, è sostare sulle pagine e leggerlo con il cuore”, scrive papa Francesco[2]. Ascoltare la Parola per diventare realmente “parola” di Dio per il mondo: “Voglia il cielo che tu possa riconoscere qual’è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita”[3]. “La persona fedele a Dio e che vive della sua Parola raggiunge, nel dono di sé, la vera beatitudine”[4]

Sono molto grato a ciascuno di voi, amici missionari, per il dono della vostra vita e vi invito a rinnovare il comune impegno, nostro e vostro, dell’essere in missione ad evangelizzare come equipe e non a titolo personale.
La comunità che vuole evangelizzare comincia con l’evangelizzare sé stessa”[5] Il camminare insieme richiede tempo e tempi differenti, ma sicuramente la comunione del nostro camminare insieme è la prima e fondamentale testimonianza di questo annuncio. La pazienza che richiede la comunione non è tempo perso, bensì tempo prezioso per camminare nello stile di Dio. L’opera dello Spirito suscita tante idee e ciascuno desidera contribuire con un piccolo segno nel fare qualcosa. Queste idee sono belle, ma chiedono di essere condivise insieme, guardando al bene ed al bisogno più urgente, lasciando cadere le proprie letture a favore di un discernimento comune che garantisca di rimanere in un cammino di autentico ascolto e servizio verso le persone a cui siamo inviati. Oggi è fondamentale mantenere attive le opere già avviate, soprattutto quelle rivolte all’ attenzione verso le persone. Capisco i giovani i quali, vedendo tanta povertà, avvertono il desiderio di sistemare concretamente qualcosa. Rimane per noi l’urgenza di sostenere l’esistente; la raccolta di fondi a favore dei missionari riesce a mantenere ordinariamente le opere a servizio delle persone, ad aiutare anche il CMD che con generosità sta da anni lavorando, da Reggio, per permettere a tutti i missionari di vivere il dono di essere presenti nella missione loro assegnata. Così come don Giovanni testimoniava nella messa a san Girolamo“la chiamata a partire per la missione è una grazia per chi la riceve”. Vi ricordo che da più di cinquant’anni a san Girolamo si prega per ciascuno di voi, per sostenervi e mantenere vivo qui a Reggio l’anelito missionario. Le vostre lettere, i vostri racconti sono per noi importanti per vivere una preghiera ancora più incarnata e feconda.

Preghiamo insieme per continuare ad essere una Chiesa “in stato di missione”, soprattutto quest’anno in cui riceviamo un dono: il Signore ci affida la responsabilità di servire la diocesi di Alto Solimões in Brasile- Amazzonia. Preghiamo per questo nuovo progetto che la nostra chiesa sta iniziando a vivere: don Paolo Cugini, don Gabriele Carlotti e don Gabriele Burani si recheranno in gennaio a Manaus, al corso di preparazione in vista di una loro permanenza in Amazzonia. Il 31 marzo 2019 avremo il piacere di ospitare al Convegno Missionario Diocesano il vescovo della diocesi dell’Alto Solimões, don Adolfo Zon Pereira. Sarà con noi anche il nostro vescovo Massimo. Ci metteremo in ascolto del vescovo Adolfo che ci aiuterà a conoscere la sua chiesa. Rendiamo grazie al Signore e riconosciamo che questo incontro confermerà il nostro cammino che prosegue e si allarga nella chiesa brasiliana. 

Don Luca Grassi terminerà a giugno il suo servizio nella diocesi di Ruy Barbosa e desidero ringraziarlo tanto per la passione generosa con cui ha vissuto il suo tempo in terra brasiliana. Per noi, riaccoglierlo avrà la duplice valenza di dono e di compito importante: prima di tutto ci metteremo in ascolto del dono di grazia cresciuto in lui durante questi anni. Come diocesi possiamo lasciarci evangelizzare dall’esperienza maturata dai nostri missionari; è una grande opportunità e solo così cresce la chiesa: in uno scambio reale tra le comunità cristiane di tutto il mondo.

Prima di don Luca, proprio nel mese di dicembre, rientrerà Don Riccardo Mioni, presente da tanti anni in Bahia in un umile e fedele servizio come fratello della Carità: un servizio obbediente e sereno, nel quale ha accolto ogni giorno la chiamata di Dio a compiere la Sua volontà, qualunque essa fosse.

Grazie don Riccardo, poiché dopo la missione in Madagascar ti sei arricchito dell’esperienza feconda della missione in Bahia.

 Credo sarà molto interessante riflettere con lui sui cambiamenti in atto o imminenti nella chiesa italiana e nella nostra diocesi, per ascoltare il suo punto di vista e le sue considerazioni.

Esprimo ancora tanta riconoscenza per sr Grazia rientrata dall’Albania, dopo questi anni vissuti con umiltà. Il segno è stato chiaro: ha manifestato nella semplicità il suo amore quotidiano per i piccoli ed i poveri con la forza della sua gioia. Sr Maria Angelica continua oggi ad abitare in casa con sr Rita; la loro presenza ci ricorda il legame con questo popolo giovane e allo stesso tempo adulto nella fede. Dono per noi tutti è stata la disponibilità di don Marco Lucenti, novello sacerdote, verso la nostra missione in Albania; la sua presenza, insieme al seminarista Paolo Lusvardi, nella diocesi di Sapa, è stata un prezioso segno di prossimità verso questa nostra chiesa sorella.

 

Nelle foto sull’India di don Davide Castagnetti e attraverso alcune telefonate abbiamo seguito i momenti drammatici vissuti dalla popolazione durante l’alluvione in Kerala; i danni sono ingenti e molte famiglie hanno perso la casa. Su iniziativa del vescovo Massimo la nostra chiesa ha indetto si mettono in salvo le barcheuna colletta alcune settimane fa per la chiesa del Kerala, al fine di sostenere concretamente l’aiuto alle famiglie nelle più urgenti necessità. Nella vita si intrecciano sempre sacrificio e frutto, morte e vita, smarrimento, angoscia e gioia. Così anche in India ci sono quattro ragazze in noviziato e due sorelle faranno la professione perpetua in Nagaland domenica 9 dicembre.  Ringraziamo insieme il Signore e uniamoci nella preghiera per questi doni alla Chiesa. Sr Annamaria sta maturando i saluti per prepararsi a rientrare in Italia; passaggi delicati proprio per i legami che nel tempo si creano. Sono passati vent’anni dalla sua partenza verso la missione in India; quando sono stato in visita presso la Casa, il dono della sua presenza tra gli ospiti, le sorelle e la comunità parrocchiale si coglieva con grande evidenza. 

Durante il tempo di Natale, insieme al vescovo Massimo, visiteremo il Rwanda; ci stiamo preparando insieme al gruppo “Amahoro” ed al gruppo “Padre Tiziano”. Domenica 9 dicembre incontreremo, insieme, il nostro vescovo per offrirgli uno sguardo storico e aggiornato sulla missione in Rwanda. Proprio in questi giorni il vescovo di Kibungo S.E. Mons. Antoine è stato nominato arcivescovo di Kigali. A lui rivolgeremo le nostre felicitazioni e lo ringrazieremo per questi anni vissuti insieme. Iniziamo a pregare per la nomina prossima del nuovo vescovo di Kibungo.

la foto di tutti noi dello staffInfine, come avrete saputo dal web, il nostro ufficio del CMD si è trasferito in curia insieme agli altri uffici pastorali e alla Caritas. I lavori di ristrutturazione hanno creato un ambiente di lavoro piacevole e dinamico; ora ci troviamo nell’opportunità di condividere i nostri progetti con gli altri uffici, di scambiarci sia idee che risorse.

Confido che lavorare vicini generi una fucina di proposte atta a far crescere la comunione tra noi operatori e in tutta la nostra chiesa. Maggior attenzione sarà rivolta alle unità pastorali ed alle missioni. Il nuovo assetto degli uffici di Curia, nell’ottica dell’integrazione, chiede tempo e pazienza a tutti. La mia speranza è che porti una rinnovata motivazione in tutti i direttori e collaboratori. Vorrei ringraziare il team dei collaboratori, in particolare i nostri del CMD: lasciando un luogo storico e confortevole quale era la vecchia sede, a loro è chiesto un sacrificio maggiore; in questi mesi la loro crescente disponibilità è stata per me edificante. Mi dispiace se in questo periodo nel quale stiamo riorganizzando il lavoro degli uffici voi, amici missionari, avete vissuto di riflesso con maggiore fatica le vostre giornate. Confido che questi disagi si riducano e tutto diventi snello, armonico e produttivo. Accompagnateci con la vostra preghiera.   

Concludo con parte del discorso di papa Francesco alla Pontificia Opere Missionarie avvenuto nel 2016 che ritengo significativo per noi e per voi.

 “Dobbiamo crescere in passione evangelizzatrice. Io ho paura – ve lo confesso – che la vostra opera rimanga molto organizzativa, perfettamente organizzativa, ma senza passione. Questo lo può fare anche una ONG, ma voi non siete una ONG! La vostra Unione senza passione non serve; senza “mistica” non serve. E se dobbiamo sacrificare qualcosa, sacrifichiamo l’organizzazione, andiamo avanti con la mistica dei Santi. Oggi, la vostra Unione missionaria ha bisogno di questo: mistica dei Santi e dei Martiri. E questo è il generoso lavoro di formazione permanente alla missione che dovete fare; che non è soltanto un corso intellettuale, ma inserito in questa ondata di passione missionaria, di testimonianza martiriale. Le Chiese di recente fondazione, aiutate da voi per la loro formazione missionaria permanente, potranno trasmettere alle Chiese di antica fondazione, a volte appesantite dalla loro storia e un po’ stanche, l’ardore della fede giovane, la testimonianza della speranza cristiana, sostenuta dal coraggio ammirabile del martirio. Vi incoraggio a servire con grande amore le Chiese che, grazie ai martiri, ci testimoniano come il Vangelo ci renda partecipi della vita di Dio, e lo fanno per attrazione e non per proselitismo”.

ll tempo di Avvento orienti la nostra azione missionaria. Sì, attendiamo Lui, Gesù Cristo Salvatore. Quest’attesa animi il nostro desiderio di non farci catturare dall’attivismo, ma ci porti al silenzio personale dentro il quale comprendiamo il senso del nostro essere qui dove siamo e di come “stare”, mettendoci in ascolto della Sua Parola. Nel silenzio personale meditiamo gli avvenimenti che ci accadono, portiamoli nell’orazione silenziosa, per comprenderli, per cogliere significati, per purificarli.

Maria, Madre della Chiesa, ci aiuti a custodire il dono della nostra vocazione, a comprendere ogni giorno il dono di essere stati chiamati da Gesù.

 Il nostro incontro con Lui urge in noi il desiderio di portare il profumo dell’amore di Cristo. L’incontro con Lui illumina di uno stupore nuovo ogni giorno della nostra vita e della vita di chi incontriamo, aiutandoci a riconoscere che l’azione dello Spirito Santo ci precede nelle persone e nelle culture che incontriamo. La contemplazione del Creato ci doni di riconoscere il Creatore sempre presente in ogni circostanza della vita: per questo preghiamo di avere occhi per riconoscere la bellezza della Sua presenza.

Assicuro a voi tutti il ricordo nella celebrazione dell’Eucaristia.

don Pietro Adani                                                                    

   Direttore del CMD di Reggio Emilia-Guastalla

                

[1] Benedetto XVI, Verbum Domini, esortazione apostolica, 30 settembre 2010, n. 3.

[2] Francesco, Evangelii Gaudium, esortazione apostolica, 24 novembre 2013, n. 264.

[3] Francesco, Gaudete et Exultate, esortazione apostolica, 19 marzo 2018, n. 24.

[4] Ibidem, n. 64.

[5] Vademecum CMD, n. 33 citato in Evangelii Nuntiandi, 15.

Anniversario della CdC di Ruy Barbosa

Domenica 8 aprile sarà l’anniversario della Casa di Carità di Ruy Barbosa.

Il tema della festa sarà:

“Casa della Carità: tutti insieme per diffondere nel mondo la civiltà dell’amore” 

Questo perché essere discepoli di Cristo è assumere l’impegno del Battesimo in tutte le vocazioni.

Venerdì mattina dopo la Messa inizieremo le 40 ore di Adorazione, a cui a turno sono invitate le comunità e i vari gruppi e movimenti della nostra parrocchia.

Venerdì sera vivremo una celebrazione guidata dalla Pastorale del Battesimo,che avrà come tema: “Vivere il nostro Battesimo essendo discepoli e missionari”, e sabato una veglia eucaristica : ” Prendersi cura gli uni degli altri è promuovere una cultura di pace e di fraternità”, in continuità con la campagna della Fraternità che ci ha invitato a riflettere e cercare modalità di pace per vincere la tanta violenza che ci circonda.

Domenica alle 10 celebreremo la s. Messa solenne di ringraziamento per i 22 anni di questa Casa, e  il nostro Francisco, il più piccolo di Casa, riceverà il dono dello Spirito Santo nel Sacramento della Cresima.

Siete tutti invitati alla festa, ma se non riuscite a venire, pregate per noi!

La CdC di Ruy Barbosa

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