Ruy Barbosa, continua bene il cammino con la Casa della Carità

 

Sono suor Maria Alessandra Ferri, Carmelitana Minore della Carità. Da tre anni vivo alla Casa della Carità di Ruy Barbosa. Sono tornata in Italia a metà febbraio per un mese di “ferie” e alla fine sono rimasta bloccata fino ad fine maggio a causa della pandemia. Ho abitato in questi tre mesi alla Casa della Carità di Sassuolo, dalla quale ho scritto queste riflessioni per il Centro Missionario Diocesano, pochi giorni prima di ripartire per il Brasile.

Sono originaria della città di Modena. Ho conosciuto le Case della Carità a Cognento (MO), nel novembre del 1999. Ho iniziato a frequentare la Casa, con un servizio una sera alla settimana, come fanno tanti giovani. L’esperienza umana, il servizio agli altri e il clima di famiglia mi sono piaciuti molto, fin da subito! Pian piano ho conosciuto anche altre Case della Carità e ho capito che sono una grande Famiglia, ho iniziato a sentirmi parte di essa, e a sentirmi chiamata alla vita di consacrazione nelle Case. Il Signore mi ha fatto dono di tanti fratelli e sorelle, e mi ha fatto capire che nei piccoli Lui si manifesta in modo particolare. Nel 2005-06 ho fatto un anno di esperienza nelle CdC (la leva), e nell’agosto del 2007 sono partita per iniziare il cammino della consacrazione. Ho fatto i primi voti il 15 ottobre 2010, e la professione solenne il 15 ottobre 2016. Pochi giorni dopo mi è stata chiesta la disponibilità per andare in missione in Brasile, nella Casa della Carità di Ruy Barbosa, nello Stato di Bahia. 

Sono partita a fine gennaio 2017, mi sono sentita catapultata proprio in un altro mondo! Sotto l’equatore, sole forte, caldo giorno e notte, tutto l’anno. Popolo accogliente, caloroso, che si muove per lo più a piedi, bimbi dappertutto, tantissimi, che amano giocare in strada, che inventano giochi con quello che hanno. La bellezza della natura e di un popolo figlio di mescolanze tra popoli diversi sta insieme a tante situazioni di povertà umana, oltre che materiale. Eredità di una storia che ha visto uomini e donne schiavi, e che si riflette ancora sulla vita delle persone e delle famiglie.

La vita della Casa della Carità di Ruy Barbosa è molto simile a quella delle Case in Italia: l’essenziale è lo stesso, Gesù che ci viene incontro nella Parola, nell’Eucaristia e nei Poveri, la vita di famiglia, il cammino con la Chiesa locale… Cambiano le persone e, a volte, il modo di fare le cose. Gli ospiti sono per la maggior parte giovani, specchio della popolazione bahiana. Nella giornata in Casa si alternano i momenti di preghiera (la liturgia delle Ore, la Messa, il rosario), con il servizio agli ospiti, i lavori di Casa, i pasti condivisi, i momenti di svago insieme.

Negli ultimi due anni e mezzo la Casa e la Chiesa locale (Diocesi e parrocchia di Ruy Barbosa) hanno iniziato un cammino di più stretta collaborazione.

I bambini del bairro giocano nel cortile della Casa

E’ nato un Consiglio di Casa con rappresentanti delle pastorali e movimenti della parrocchia e persone che fanno da ponte con la società civile (Comune e area sanitaria), si fanno due incontri ogni anno aperti a tutta la Diocesi sulla spiritualità della Casa, dall’anno scorso si è iniziato un cammino di formazione per i volontari che già conoscono la Casa, in vista della consegna del Crocifisso.

Tutto ciò purtroppo è momentaneamente sospeso a causa della pandemia di corona-virus che sta affliggendo anche il Brasile. Lo Stato della Bahia, quando sono stati accertati i primi casi a Salvador e a Feira de Santana, le città più grandi, ha subito chiuso tutto, e di fatto da metà marzo anche la Casa della Carità è chiusa all’accesso di volontari e visitatori. Questo è molto doloroso, ma si cerca di tutelare la salute degli ospiti, che sono i più fragili.

In Casa con le Sorelle e gli ospiti stanno vivendo stabilmente don Luigi Ferrari (Fratello della Carità), tre ragazze e un ragazzo. In Casa entrano solo le donne del Progetto Arco-iris al mattino per fare le pulizie, con guanti e mascherine e stando lontane dagli ospiti.

A Ruy Barbosa ci sono molti controlli agli accessi della città, e chi arriva da fuori viene messo in quarantena e monitorato. Ci sono stati ad oggi solo due casi, che sono poi guariti. Speriamo che la pandemia passi presto e si possa tornare a un po’ di normalità.

La grande famiglia della Casa della Carità di Ruy Barbosa

Oltre alla situazione sanitaria, preoccupante è anche la situazione politica, come sappiamo anche dalle notizie che arrivano sui giornali e telegiornali italiani.  Speriamo e preghiamo perché possa continuare uno stato democratico e le scelte possano essere per il bene dei poveri, in particolare dei popoli indigeni, che preservano il patrimonio della foresta amazzonica e in questi tempi sono molto minacciati dalla pandemia del corona-virus oltre che dal disboscamento e sfruttamento intensivo del suolo, fatto da grandi multi-nazionali, grandi imprenditori, che stanno distruggendo quello che è il polmone della Terra.

Vi chiediamo di accompagnare la Diocesi di Ruy Barbosa con la preghiera: il 12 di luglio ci sarà l’ingresso in Diocesi del nuovo Vescovo, dom Estevam dos Santos Silva Filho. Non sarà possibile la partecipazione del popolo, ma verrà trasmesso in streaming. Ringraziamo per gli anni di episcopato di dom André de Witte, anni in cui si è speso per la Chiesa di Ruy Barbosa, per i poveri, per i loro diritti, per una Chiesa che potesse, con le comunità di base, arrivare a tutti e dare responsabilità ai laici, e affidiamo a Dio il nuovo tempo di episcopato di dom Estevam! 

Suor Alessandra Ferri