Viaggio in Rwanda – S. Natale 2018
Siamo partiti, io e Maurizia, il 26 dicembre alla volta del Rwanda. La differenza di clima e temperatura fra Bologna e Kigali è notevole: Bologna – 2 °C , Kigali +28 °C. La nostra permanenza in Rwanda sarà breve, solo i giorni necessari ad accompagnare sua Eccellenza Massimo Camisasca Vescovo di Reggio Emilia per la sua visita alle Case Amahoro. Appena arrivati decidiamo di fare un saluto alle tre Case per definire gli ultimi dettagli organizzativi. Nelle Case si respirano aria di festa per il Natale e l’emozione e la gioia per l’imminente visita del Vescovo di Reggio Emilia.
A Mukarange, Kabarondo e Bare la situazione è buona, ma alcuni ospiti anziani purtroppo non stanno molto bene, Pascali di Kabarondo è molto debilitato e Krisostome di Bare, dopo aver superato una crisi da malarial è ricaduto in una influenza.
Le ragazze che vivono stabilmente in casa sono ormai nove. Oltre alle responsabili Mediatrice, Saverina, Esperance ci sono anche altre ragazze giovani: Ejidia, Agnese, Florance, Vestina, Perpetua e Dorossera. E’ periodo di vacanze scolastiche e gli studenti trascorrono le giornate in casa e questo ci da modo di stare con loro. Per l’occasione anche Pendo ed Emanueli, ragazzi che ormai hanno trovato una vita fuori di casa, sono rientrati per incontrare e conoscere il Vescovo.
Padre Viateur Bizimana, che ci aveva accolto all’aeroporto, ci accompagna in queste primi incontri e ci spiega come lui continui a svolgere il ruolo di responsabile della formazione spirituale delle ragazze e il vice-parroco nella parrocchia di Kansana a pochi chilometri da Kibungo.
A Bare e Kabarondo ci salutano i parroci Donatien ed Ejid, siamo contenti di questo saluto che ribadisce la paternità dei parroci sulle case amahoro.
Il 29 dicembre accogliamo il Vescovo Massimo all’aeroporto di Kigali, proviene da Nairobi in Kenya e lo accompagnano il suo segretario Don Patrik Valena, il direttore del centro missionario Don Pietro Adani e don Luca Montini della Fraternità San Carlo che vive come missionario in una parrocchia di Nairobi in Kenya.
La visita del Vescovo Massimo comincia il 30 dicembre nella cattedrale a Kibungo dove si celebra la festa della famiglia. Alla presenza di circa 2000 persone il Vescovo di Kibungo Mons. Antoine Kambanda e il Vescovo Massimo concelebrano. Mons. Kambanda presenta all’assemblea tutta la delegazione italiana e Mons. Camisasca ringraziando il coro per i bellissimi canti e il giovani che hanno danzato porta i saluti della diocesi di Reggio Emilia.
Nel pomeriggio è in programma la visita alla Casa di Bare, siamo accompagnati anche da Mons. Kamabanda. Ci accolgono il parroco e il suo vicario, entrando in casa i due Vescovi salutano i presenti, ospiti e volontari. E’ un’emozione grande per me vedere i due vescovi seduti vicini in questa casa: il ricordo va immediatamente al luglio 2005 quando Mons. Adriano Caprioli e Mons. Frederic Rubwejanga inaugurarono la Casa Amahoro di Bare.
Padre Viateur racconta come Don Luigi Guglielmi avviò il progetto delle Case Amahoro dopo la guerra del 1994. Mediatrice presenta uno ad uno gli ospiti e racconta la storia delle ragazze che stabilmente vivono a servizio delle case; spiega come la giornata in casa si svolge nello stile preghiera e lavoro e come ciascuno, anche gli ospiti, partecipa al servizio in base alle proprie possibilità.
Mi colpisce il commento di Mons. Kamabanda quando dice: “I cristiani e i sacerdoti rwandesi hanno potuto imparare concretamente la carità vedendo i volontari italiani prendersi cura dei poveri delle parrocchie di Kibungo”. Il parroco interviene comunicando le sue decisioni in merito alla presa in carico della Casa Amahoro e l’impegno a sostenerla economicamente per quanto possibile.
Il Vescovo Massimo racconta il suo stupore nel vedere una casa così ben organizzata dove tutti, ospiti e volontari, si prendono cura gli uni degli altri. Tutti applaudono quando il Vescovo Massimo comunica di voler continuare a sostenere le case sia inviando volontari sia economicamente in base alle possibilità che avrà la Diocesi di Reggio Emilia.
Segue, il 31 dicembre, la visita alla casa di Mukarange. Il parroco Napoleon accoglie il Vescovo e presenta la casa. L’intervento di Iosepho, uno dei primi ospiti della casa e paralizzato dalla nascita, colpisce il Vescovo Massimo e tutti noi: sottolinea la bellezza della sua vita, la fortuna di essere stato accolto e la possibilità di sopravvivere che questo gli ha dato. Spiega come la cura e l’amore che riceve in casa da parte delle responsabili e dei volontari rwandesi e italiani sia per lui fonte di grande gioia nonostante la sofferenza generata dalla sua malattia.
La giornata prosegue guidati da Mons. Oreste Incimatata, vicario del Vescovo di Kibungo, alla visita sulla tomba di Padre Tiziano Guglielmi a Rwamaganà, al Centre de Santè Padre Tiziano e al plesso scolastico Aurora Giovannini che si trovano sulla collina di Munyaga. Il Vescovo rimane colpito dalle opere che Claudio Fantini, responsabile del Gruppo Rwanda, ci mostra.
Il primo giorno dell’anno visita alla Casa Amahoro di Kabarondo. Viene celebrata la messa nella piccola cappella della Casa, siamo molto stretti e stipati ma l’emozione e la gioia di avere in casa il Vescovo ci aiutano a superare le difficoltà. Vengono dati al Vescovo alcuni doni fra i quali un simbolico piatto pieno terra rossa del Rwanda. Il vescovo saluta tutti i presenti volontari adulti e giovani e ringrazia per l’accoglienza.
Il viaggio in Rwanda di Mons. Camisasca continua in direzione Kibeho parrocchia della diocesi di Butare nel sud ovest del Rwanda. Il viaggio verso Kibeho e le ore trascorse in automobile sono una occasione me e Maurizia di riflettere sulla visita appena ricevuta e sul futuro della missione in Rwanda.
Ripensiamo alle domande che il Vescovo Massimo ci ha fatto quando lo abbiamo incontrato in vescovado a Reggio Emilia lo scorso 9 dicembre; le iniziative che facciamo riescono a generare uno “Spirito Missionario” nelle nostre vite, nelle nostre parrocchie e nella nostra diocesi?
Le opere di carità e di missione che facciamo quale “Significato Educativo” hanno per noi?
Buoni spunti per ripartire e per riflettere su come continuare l’opera che Don Luigi Guglielmi ha iniziato in Rwanda nel 1995.
Reggio Emilia, 06 gennaio 2019 Valentino