La conversione richiesta dal periodo quaresimale che ci apprestiamo a vivere è quella che comporta un cambiamento di sguardo verso la creazione. Questo significa riflettere sul fatto che abbiamo ricevuto gratuitamente da Dio un dono, il Creato, di cui dobbiamo avere cura. Questa “conversione ecologica” di cui parla il Papa nella Laudato Si’, si può realizzare solo se sappiamo tenere sempre desto uno stimolo alla conversione del cuore, recuperando la nostra vocazione originaria di custodi del creato.
Ci sono alcune prospettive lungo cui possiamo operare affinché questa conversione diventi duratura: la prima si riferisce all’importanza di rimettere l’uomo al centro della riflessione; se l’uomo è affidatario del compito di custodia della terra, significa che è, attraverso il suo lavoro, collaboratore di Dio nell’opera creatrice. Come ci ricorda l’enciclica “non può essere autentico un sentimento di intima unione con gli altri esseri della natura, se nello stesso tempo nel cuore non c’è tenerezza, compassione e preoccupazione per gli esseri umani” (LS n. 91). Se riteniamo l’uomo davvero a immagine e somiglianza di Dio, sappiamo anche riconoscere il valore preminente dell’uomo sulle altre creature cosi come il valore delle relazioni tra gli uomini. La crisi ecologica, che rivela in modo tangibile i segni della crisi etica e spirituale dell’epoca che stiamo vivendo, ci fa presente che il recupero di una relazione con la natura secondo il disegno di Dio, passa attraverso un risanamento delle relazioni umane.
La seconda prospettiva si riferisce al buon governo della potenza creatrice dell’uomo: significa rendersi conto che questa opera trasformatrice, in sé buona e utile all’umanità, non deve dare adito a un’ottica di dominio indiscriminato; quello che sta alla radice di questo comportamento è il peccato. Tutto ciò che spezza la comunione con Dio provoca morte e distruzione, in questo caso distruzione della natura, ma spezza anche la comunione con gli uomini. Tra il creato e l’uomo non ci può quindi essere separazione e conflitto perché trattare con rispetto il creato significa proteggere il posto nel quale Dio ci ha messo per la nostra realizzazione: questo impegno deve diventare una parte integrante del nostro modo di vivere la fede – “i cristiani, in particolare, avvertono che i loro compiti all’interno del creato, i loro doveri nei confronti della natura e del Creatore sono parte della loro fede” (LS n.64). L’atteggiamento da coltivare quindi è quello della custodia e non dello spadroneggiamento assoluto: questo comporta una relazione non dispotica tra l’uomo e il creato ma una relazione di alleanza.
Cosa possiamo fare in concreto per far crescere in noi questo atteggiamento? Come noi, nel nostro piccolo, possiamo contribuire ed entrare a pieno titolo nel progetto che la Laudato si’ vuole trasmettere al mondo? L’invito del Papa è quello di “cercare altri modi di intendere l’economia e il progresso” (LS n.16), riconsiderando i fondamenti del modello di economia di mercato oggi in auge.
Una delle piste che può essere percorsa è quella di applicare all’economia il concetto di ecologia integrale il quale mette in evidenza i legami tra i vari piani della discussione. In particolare, mettersi nell’ottica dell’ecologia economica significa accorgersi che “la protezione dell’ambiente dovrà costituire parte integrante del processo di sviluppo e non potrà considerarsi in maniera isolata” (LS n.144)
Non si può quindi avere del profitto una visione strettamente materialistica ma l’obiettivo deve essere quello di uno sviluppo multidimensionale; solo uno sguardo sul creato come mistero che non possiamo totalmente afferrare e dominare può generare anche un nuovo modo di pensare allo sviluppo economico in ottica multidimensionale, pensando diversamente all’economia in particolare al suo senso fine ultimo, “per correggere le sue disfunzioni e distorsioni” (LS n.194). Il messaggio rappresenta quindi un punto di riferimento per quanti, credenti o laici, condividono la necessità improrogabile di ripensare radicalmente il rapporto dell’uomo con l’ambiente, dal quale partire quale premessa indispensabile per risanare ma anche i rapporti economici e politici.
Questa premessa apre la Quaresima missionaria 2020 qui di seguito trovate le iniziative del nostro Centro Missionario.
“Uscirono dalla città ed andavano da Lui … ” (Gv 4,30)
Le domeniche di Quaresima saranno guidate da 5 schede nelle quali il Vangelo ci aiuterà a riflettere sulle tematiche legate ai brani tratti dall’Enciclica “Laudato Si’ “:
- il desiderio di possesso e il dono
- la pienezza della vita: l’amore e il sacrificio
- la missione e l’annuncio
- la luce dei poveri che attraversa la vita
- la disponibilità a mettersi in gioco di Gesù
Inoltre:
domenica 15 marzo Giornata Missionaria diocesana;
martedì 24 marzo Veglia missionari martiri (Chiesa di San Gaetano di Albinea);
domenica 19 aprile Convegno Missionario Diocesano con Suor Alessandra Smerilli.
Nella Giornata Missionaria diocesana del 15 marzo, come due anni fa, i sacerdoti delle comunità non celebreranno nella propria Unità Pastorale, ma in un’altra. Sarà un’occasione di conoscenza e comunione tra le nostre Unità Pastorali. Durante questa celebrazione saranno raccolte offerte da portare all’altare in Cattedrale, durante la Messa Crismale del Giovedì Santo.
Durante il Convegno Missionario del 19 aprile ascolteremo Suor Alessandra Smerilli, suora salesiana delle Figlie di Maria Ausiliatrice, docente di Economia politica alla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma, fresca di duplice nomina papale: Consigliere di Stato della Città del Vaticano e consultore della segreteria del Sinodo dei Vescovi.
L’interesse di Suor Smerilli per ciò che lei chiama “la santa economia” nasce nel 1997 grazie alla profezia della sua madre superiora che la indirizzò a studi del settore.
Per Suor Smerilli “serve una governance internazionale che scongiuri la detenzione di potere in poche mani, che favorisca una maggiore e più determinante presenza femminile ai vertici di imprese e Stati, che garantisca un’equa distribuzione di risorse, che consideri le differenze di stili e standard di vita che sono più importanti delle differenze di reddito. Va scardinato il sistema che rappresenterebbe il migliore dei mondi possibili, secondo cui più i ricchi si arricchiscono, meglio va la vita dei poveri”.
Suor Smerilli ha idee chiare anche su chi deve dare l’esempio prima di tutti: la Chiesa, con quelle indicazioni che sono alla base della Dottrina Sociale e che altro non sono che un insieme di insegnamenti che pongono al centro la persona e il bene comune.
L’invito che rivolgo a tutti voi è quello di fare spazio nell’intimo per accogliere la ricchezza che questo tempo di Quaresima ci offrirà: un tempo preziosissimo per silenziare le inutili voci che ci distraggono dall’unica Voce che sempre bussa al nostro cuore e che attende con pazienza la nostra conversione.
Don Pietro Adani