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Um bom dia e boa semana

Qui stiamo andando bene, con calma incontrando e iniziando a conoscere persone che collaborano nella pastorale e che hanno servizi nelle comunità. Le celebrazioni nelle comunità aiutano l’incontro.

Gabriele Carlotti dall’alba di sabato è in viaggio con frei Gino risalendo il fiume Içá per visitare le comunità che vivono sulle sponde di questo fiume.
La maggior parte della parrocchia, come estensione, è lungo i 340 km di questo fiume, fino al confine con la Colombia dove il fiume continua cambiando nome.
Gabriele Burani e anch’io cechiamo di conoscere le comunità della periferia della città oltre che del centro.
Ci aiuta e ci accompagna frei Assilvio, attuale parroco di S. Antônio do Içá; è importante questo passaggio di consegne; ci vorrà molta pazienza nel cammino.

Un saluto al CMD, a te e famiglia.
Um abraço.

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Carissimi il viaggio in terra amazzonica continua. 
La scorsa settimana c’è stata l’Assemblea Diocesana; quattro giorni di incontro di laici (rappresentanti delle 8 parrocchie della Diocesi), religiose e religiosi, frati e preti insieme al Vescovo per tracciare le linee pastorali della Diocesi per i prossimi 4 anni; un gruppo di circa 100 persone.
I riferimenti principali: la realtà, le linee direttrici indicate dalla Conferenza Episcopale Brasiliana, le indicazioni del Sinodo dell’Amazzonia (anche se il documento finale del Papa non è ancora uscito). Il metodo: vedere, giudicare, agire.
Si alternano momenti di preghiera ( a turno ogni parrocchia prepara e guida la preghiera), a lavori di gruppo, a momenti assembleari.
La struttura che ci ospita è della Diocesi: semplice, essenziale. Sobrio e essenziale il cibo; self-service, tutto in unico piatto, acqua, succo di frutta e cafesinho; ognuno lava il proprio piatto e le posate, alleggerendo il lavoro delle cuoche.
L’ultimo giorno è dedicato alle conclusioni operative; il vescovo Adolfo di insiste sulla importanza di scelte condivise alle quali ognuno deve poi dare priorità.

Sabato mattino alle sei ci accompagnano al porto di Tabatinga. Il vescovo Adolfo è già là; ci aiuta per l’imbarco e si parte per la ‘nuova’ parrocchia di Santo Antonio do Içá, affidata ai Reggiani. Sono otto ore ca. di ‘lancha’ la barca più veloce fra i mezzi pubblici di trasporto: trasporta 100 persone ca. e viaggia alla velocità di 28-30 nodi l’ora; fa la linea Tabatinga-Manaus, 36 ore di viaggio! Noi con otto ce la caviamo! Otto ore di acqua in questo immenso fiume color sabbia scura e di foresta sulle sponde. Sosta in Benjamin Constant, S. Paolo de Olivença, Amaturá, porti di cittadine, sedi di comuni e di parrocchie.
Santo Antônio do Içá è la nostra meta: siamo arrivati. Graças à Deus! In pochi minuti siamo alla ‘casa paroquial’; ci accolgono i frati cappuccini: frei Assilvio, parroco, originario di questa terra, frei Gino, perugino, da quasi 50 anni in Amazzonia e frei Vito di Manaus, novizio.
Ci aiuteranno a conoscere almeno un po’ la realtà.

Un saluto carissimo a tutti e l’augurio di un buon s. Prospero. Con affetto
don Fortunato

Don Luis con due parrocchiani

In cammino a Ruy Barbosa…

E’ un po’ di tempo che non scrivo, allora oggi 13 di ottobre, nel giorno della canonizzazione di una Santa bahiana, Santa Dulce dos Pobres, provo ad inviare due righe.

In agosto abbiamo fatto una bella Romaria, pellegrinaggio ad Alagoas, piccolo villaggio, che ricorda con affetto un’altra possibile santa bahiana, Maria Milza, una donna dedicata alla preghiera e alla carità, famosa per curare gli ammalati di ogni genere. La nostra chiesa di Ruy Barbosa, in questo luogo ha ricordato 60 anni di vita e nello stesso tempo 25 anni di episcopato del Vescovo dom André. C’è stata una bella partecipazione del Popolo di Dio, una decina di Vescovi sono stati presenti e certamente si è percepito il cammino di una chiesa in difesa della vita che, nelle piccole comunità di base, ha ancora il soffio dello Spirito che la anima.

Settembre qui è il mese della bibbia, abbiamo approfondito la Prima lettera di San Giovanni, “Noi amiamo perché Dio ci ha amati per primo”: fondare la nostra fede sull’Amore di Dio è sempre una priorità per non camminare invano o senza quell’energia che viene dal profondo del cuore.

Ho partecipato assieme alle Sorelle, all’incontro dei Religiosi della Diocesi in Ruy Barbosa, abbiamo approfondito il documento del sinodo dei Giovani; c’è stata anche una bella confraternizzazione.

In Salvador, assieme a Ir. Maddalena, abbiamo partecipato all’Assemblea Regionale dei Religiosi. Siamo stati ospiti del convento di San Francesco in centro a Salvador. Si è approfondito il senso della missione dei consacrati e guardato alcune priorità per i prossimi anni. Il tema di fondo è stato preso dal Vangelo di Gv 2. Le nozze di Cana: “Fate quello che vi dirà”, le sottolineature sono state quelle di sentire il clamore dei poveri e della terra, tessere relazioni che umanizzano, camminare insieme al laicato, procurare una spiritualità profetico-sapienziale: quel vino nuovo del Regno che anima la vita.

Alla Casa della Carità, una bella presenza delle leve: Lediane che ha terminato il suo percorso di 8 mesi, a cui si è aggiunta Isabela, che in questi giorni ha deciso di fare un anno di leva. Anche una ragazza italiana Giada, in un tempo di discernimento ha terminato qui in Brasile un anno nelle Case; è stato bello vedere giovani di diverse culture che assieme fanno famiglia coi poveri, con una bella disponibilità e gioia.

In questi mesi c’è stata anche la formazione degli ausiliari, abbiamo approfondito l’aspetto della diocesanità e quello dell’essere famiglia coi poveri.

Io continuo a collaborare nella parrocchia di Ruy Barbosa con il Vescovo Dom André, che è belga, il parroco pe. Antonio che è spagnolo, un diacono che sarà ordinato in dicembre, Fred è bahiano, ed è arrivato con noi anche pe. André che è di Malta.

Quando ci siamo tutti è come un laboratorio interculturale. La mia piccola parrocchia di Lajedinho ha fatto festa ieri della patrona del Brasile, Nossa Senhora Aparecida, per l’occasione è venuto il Vescovo Dom André che ha cresimato una quindicina di adulti che in questi ultimi tre anni hanno partecipato alla catechesi. E’ stato un bel momento anche perché l’ultima cresima, la si ricorda solo 24 anni fa; speriamo possano essere questi i nuovi discepoli missionari che rinnovano il cammino della nostra chiesa. Per quello che riguarda ancora il mese di ottobre, abbiamo molta speranza riguardo al sinodo sull’Amazzonia, che si sta svolgendo in questi giorni a Roma. Anche perché si motivi ancor meglio la scelta di Reggio Emilia di essere presente in quella chiesa. Può esser un evento dove è ascoltato sia il grido sia dei popoli indigeni, sia quello della natura, che possa generare cammini nuovi che lo Spirito chiede sia alla chiesa che all’umanità.

Nossa Senhora Aparecida interceda per tutti noi, le grazie di cui abbiamo bisogno per divenire sempre più discepoli e missionari di Gesù.

Um abraço,

pe. Luis

Ruy Barbosa, 14/10/2019

 

“Son venuto da lontana via per stare in mezzo a questa compagnia..”

Ci si può preparare alla morte o non farlo, si può soffrire per una persona cara che all’improvviso non c’è più e ci si può illudere che dopo sei anni di malattia e dall’altra parte del mondo ascoltare certe parole non faranno tanto male.

In realtà sono tutte cavolate, perchè quando arriva quella chiamata si impazzisce allo stesso modo e l’unica cosa sensata da fare è prendere un aereo, supplicando dall’altra parte del mondo di aspettarti per un ultimo saluto.

Dopo tre anni e mezzo di missione, a pochi mesi dal mio rientro, è successo; non è stato facile e probabilmente non lo è ancora, ma fa parte delle proprie scelte di vita e per quanto non mi sia mai piaciuta l’espressione qui largamente usata “Faz parte”, in realtà è proprio così.

Sono ritornata in Bahia e come sempre il tempo per fermarsi è difficile da trovare.

Il 21 di settembre tanto atteso è arrivato: il Matrimonio Comunitario. Qui a Nova Redençao non si era mai celebrato prima e le aspettative erano tante: 5 coppie, dai 30 ai 65 anni, chi già sposato in comune chi no, insieme chi da 15 chi da 28 anni, con figli e nipoti.

Coppie attive nella comunità cattolica che per svariati motivi non avevano ancora detto di si davanti a Dio; da circa un anno si incontravano mensilmente, accompagnati dal don e da una suora in maniera particolare.

Si sono preparati e hanno organizzato tutto in maniera impeccabile: la cerimonia, i canti, i vestiti tutti dello stesso colore e alla fine il momento della condivisione, la torta che è stata servita a tutti i presenti alla fine della messa.

É stato un giorno importante, non solo per queste 5 coppie, ma per tutta la comunità che condivide tutto, sia i momenti felici, sia i momenti meno felici.

Un’attività importante che sto seguendo insieme ai servizi sociali del paese è un progetto chiamato “Gruppo di inclusione”: in pratica è un gruppo che include bambini dai 4 anni a giovani di 30, alcuni con disabilità più gravi altri con meno, alcuni con difficoltà di socializzazione, altri semplicemente che hanno scoperto per caso l’esistenza del gruppo.

Quello che facciamo è riunirci per fare arte insieme, e la cosa più bella è che si chiacchiera, ci si conosce, ci si aiuta, a volte si litiga anche, senza vedere nessuna diversità nell’altro, ognuno con la sua personalità.

Uno dei più piccoli ha solo 4 anni e il più grande (con paralisi celebrale) ne ha 30; bè dal primo momento è stato amore e il piccolo aiuta il grande con le maggiori attenzioni.

 

Ieri invece ci sono state in tutto il Brasile le votazioni per decidere i nuovi Consiglieri Tutelari che a partire dal primo gennaio 2020 e per quattro anni attueranno nei diversi municipi.

Qui in paese sono stati eletti in 5, in base al numero degli abitanti; è stata una giornata lunga, dalle 8 del mattino fino alle 17 si è votato e poi c’è stato lo spoglio delle schede; a mezzanotte e mezza si sono saputi i risultati, in parte attesi e in parte no.

Il Consiglio tutelare è un organo permanente e automo; i consiglieri, scelti dai cittadini, hanno il compito di assicurare i diritti dei bambini e degli adolescenti, definiti per legge.

Non è un compito facile, ma speriamo che i nuovi eletti possano attuare al meglio, in particolare in questo momento storico in cui stiamo vivendo.

Durante la giornata di votazione ogni candidato sceglie 3 persone di fiducia per essere presenti nelle sede elettorale per fiscalizzare e denunciare eventuali problemi. Una ragazza mi ha chiesto di essere sua fiscale e posso assicurarvi che è stata una giornata lunga =D. Purtroppo lei non è stata eletta, ma per me è stato un giorno di apprendimento, un’esperienza per conoscere un pò di più le persone e alcune dinamiche di questa cultura..anche questa è missione =)

“Son venuto da lontana via per stare in mezzo a questa compagnia..”

Con amore ed allegria il tuo ricordo non andrà mai via.

Ciao Nonno

 

Vanessa

Nova Redenção

dommoacyr

In ricordo di un amico dell’Amazzonia

Si è spento lo scorso 17 giugno 2019 in Brasile all’età di 83 anni Dom Moacyr Ghrechi (Servo di Maria), a lungo Vescovo di Rio Branco e Arcivescovo emerito di Porto Velho (Brasile).

Fu tra i fondatori e primo presidente, nel 1975, della Commissione Pastorale per la Terra in difesa dei diritti dei poveri.

Dom Moacyr era intimo amico di Chico Mendes, il sindacalista assassinato nel 1988 dai latifondisti e divenuto simbolo in tutto il mondo delle battaglie per la difesa dei diritti degli Indios e dei lavoratori della foresta e contro lo sfruttamento e il disboscamento dell’Amazzonia.

Insieme a dom Moacyr collaborò anche il missionario reggiano Padre Andrea Ficarelli, anche lui Servo di Maria, morto a Rio Branco nel 2015.

Grazie a questa rete di conoscenze Mons. Ghrechi fu tra i promotori, insieme al Governatore dell’Acre Jorge Viana e a don Luigi Ceppi, del gemellaggio tra le città di Reggio Emilia e di Rio Branco, che ha dato vita nel corso degli anni a numerose attività di solidarietà e di promozione umana.

Quando veniva in visita a Reggio Emilia, dom Moacyr non mancava di passare dal Santuario della Beata Vergine della Ghiara per salutare confratelli ed amici.

Con la scomparsa di dom Moacyr, l’Amazzonia e i popoli della foresta perdono uno dei loro più strenui difensori. La foresta è oggi più che mai un simbolo della biodiversità, un simbolo che ci ricorda che salvare il pianeta significa anche salvare noi stessi

Per ricordare la figura del Vescovo dom Moacyr Ghrechi e quella di padre Andrea Ficarelli giovedì 4 Luglio alle ore 18.30 verrà celebrata la S. Messa di suffragio nella basilica della Ghiara presieduta dall’amico don Luigi Ceppi, missionario lombardo, di passaggio in questi giorni a Reggio Emilia.

Celebrazione della Vita con la Pastorale del bambini

La libertà che intendo io

Senso di impotenza: credo sia questo lo stato d’animo che più mi ha accompagnato in questi mesi.

Un’adolescente, situazione familiare abbastanza complicata, qualche anno fa è stata stuprata da qualcuno di cui avrebbe dovuto fidarsi, un sorriso magnifico. Io non la ricordavo, ma lei si ricordava di me; l’anno scorso ho accompagnato durante la gravidanza sua sorella, che dopo il parto si è trasferita in un altro paese. Un po’ di mesi fa ero andata a casa sua per informarmi sulla piccolina e ad accogliermi ho trovato S., bellissima e gentilissima, mi ha parlato di sua sorella e della nipotina, mi ha detto che sarebbero tornate a vivere qui in paese; e mentre ero sulla porta per salutarla mi ha detto con il suo sorriso migliore: <<Sono incinta!>>. Sono rientrata in casa, mi sono riseduta e abbiamo iniziato a parlare di lei, di come stava e che per qualsiasi cosa avrebbe potuto contare su di me.

Era seguita dai medici, aveva fatto gli esami necessari, ma non ci ha pensato che a 7 mesi di gestazione il piccolo sarebbe potuto nascere; quando è arrivata alla guardia medica il bimbo è nato lì e d’urgenza l’hanno portato all’ospedale più vicino con un reparto neonatale, 5 ore di strada; è arrivato vivo, ma dopo qualche ora non ce l’ha fatta.

Collera, la mia, tanta… a chi dare colpa? A lei che ha aspettato troppo prima di andare dal medico, all’ospedale troppo lontano, a chi era in ambulanza con lei che non ha fatto del suo meglio.

Lei è tornata a casa, con il suo sorriso magnifico ancora sulle labbra e con un’altra esperienza di vita che la farà crescere ancora un pò.

Tappeto fatto per il Corspus Christi

Tappeto fatto per il Corspus Christi

È una società egoista quella in cui viviamo, dove la cosa più difficile da fare è mettersi nei panni dell’altro.

Il Brasile ormai non è più considerato un “Paese del terzo mondo”, ma in realtà questo poco importa, dove c’è tanta povertà c’è sempre qualcuno che si approfitta della situazione, dove i giochi politici hanno sempre più importanza delle persone, dove gli ultimi saranno sempre marginalizzati o giudicati.

Spesso capita di sentir dire di lasciar perdere, a causa dell’ingratitudine, del menefreghismo, della mancanza di attitudine a volere il cambiamento. Ed è vero, capita che mamme che chiedono del cibo, le incontri a bere birra; che dopo aver insistito per abbreviare i tempi per fare un esame medico, la persona interessata non si presenti; si, ci sono state volte in cui mi sono sentita dire: <<Hai visto, hai fatto tanto per lei, a cosa è servito?!>>

M. è un ragazzino di 12 anni, un padre alcolizzato e una madre a cui non interessa nulla, ormai le insegnanti chiamano me quando c’è qualche problema a scuola. Lui ci prova, ma non è così facile. In questi giorni di festa (nel nord est del Brasile la commemorazione di San Giovanni è un evento culturale, è un pò come il nostro Natale, per la forma in cui è sentito e vissuto) tutte le scuole hanno presentato balli tipici di quest’epoca; 

Incontro settimanale con la pastorale giovanile

Incontro settimanale con la pastorale giovanile

M. ha voluto partecipare, le insegnanti hanno creduto in lui, è cambiato, è migliorato e oltre ad essere un bravo ballerino, ha smesso di uscire dall’aula ogni 10 minuti. Io ci spero, ci credo, anche le insegnanti ci stanno credendo e spero che ci possa credere anche lui. Con sua madre ho smesso di provarci, lei non cambierà e non ha neanche voglia.

I giorni passano, in Brasile come in Italia, lo scorrere del tempo, la quotidianità fanno parte della vita; dall’ultima volta che ho scritto: ho compiuto 30 anni; sono riuscita a vedere 2 giorni il mare; B. (una bimba con disabilità che ho conosciuto poco dopo essere arrivata qui) si è battezzata; con i giovani della parrocchia abbiamo fatto, come da tradizione, il tappeto per il giorno di Corpus Christi; c’è stata la visita di don Pietro e Stefano. E stiamo già organizzando la missione marista, ci stiamo preparando all’avvio di una nuova pastorale che si occupa di ogni forma di dipendenza, e potrei continuare ancora.

Tutti i giorni siamo in movimento, facciamo tanto, ma poi succedono cose, ci facciamo coinvolgere, alcune persone ci entrano dentro e non sempre è facile accettare quanto noi uomini siamo cattivi gli uni con gli altri.

E così, insieme al senso di impotenza, ci sono queste parole che rimbombano nella mia testa, così attuali e così piene di verità:

“Mi dica, in coscienza, lei può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero. Sarà libero di bestemmiare, di imprecare, ma questa non è la libertà che intendo io.”

Sandro Pertini

Vanessa

Nova Redenção , 28/06/19

Incontro francescano in parrocchia

Incontro francescano in parrocchia