Sentirsi accolti

 

Emanuele Barani e Maria Teresa Gambigliani Zoccoli, giovani coniugi modenesi, sono da un mese in Madagascar. Dopo aver risolto alcune pratiche burocratiche in capitale, sono partiti per Manakara, dove stanno approfondendoe la lingua malgascia. In seguito, raggiungeranno Ampasimanjeva dove si inseriranno nelle attività in Ospedale. Si fermeranno in Madagascar per un anno.

Ciao a tutti!
È ormai da un mese che siamo arrivati in Madagascar e abbiamo pensato di raccogliere le prime impressioni che ci ha fatto questa terra e i suoi festosi abitanti.
Come a Modena prima della partenza ci siamo sentiti accompagnati da tante persone, così in Madagascar ci siamo subito sentiti accolti fin dal nostro arrivo ad Antananarivo (capitale del Madagascar).
Mauro e Teresa, che lavorano il primo per Rtm e la seconda per la cooperativa Ravinala, ci hanno aspettato in aeroporto fino alle due di notte a causa di un ritardo dell’aereo.
Suor Saholy (Mamera Saholy), responsabile delle suore della Casa della Carità (CdC) in Madagascar, è venuta a incontrarci prima della nostra partenza per Manakara, dove stiamo tutt’ora studiando il malgascio, per dirci che in tutte le CdC saremo sempre i benvenuti. E ci hanno subito dimostrato che non erano parole di cortesia: ci hanno ospitati a cena ad Ambositra durante il viaggio e a dormire in una visita successiva a Fianarantsoa.

Visita alla sepoltura di Luciano Lanzoni

Don Simone è salito da Manakara per poi tornarci con noi, guidando quindici ore entrambe le volte. Alla casa dei volontari Camilla e Annamaria, altre due missionarie per un anno come noi, avevano pulito e riordinato la nostra stanza.
Tanti piccoli e grandi gesti nei nostri confronti che non ci aspettavamo, ma che abbiamo capito fare parte della missione: i malgasci ti fanno sentire accolto, gli italiani già presenti ti fanno sentire accolto, e non meno importante tutti ti lasciano il tempo che ti serve per ambientarti in un posto totalmente nuovo dove passeremo un po’ della nostra vita.
La festa più grande ci è stata riservata dalla comunità della CdC di Ampasimanjeva, dove una volta finito di studiare vivremo stabilmente. Suor (Masera) Pétronille, Masera Louise e Masera Iary, Giada e Gino, il Dottor Martin e la dottoressa Hortense ci hanno fatto capire che lì eravamo a casa, e anche noi ci siamo sentiti arrivati a casa. Entrambi abbiamo avuto la sensazione che quello fosse il nostro posto, che in quella comunità ci saremmo trovati benissimo e che diventerà per noi famiglia. Mancava solo Masera Justine, superiora della comunità, ma sapendo di non esserci era passata a Manakara apposta per noi la settimana prima per salutarci di persona.

Le parole che ci hanno rivolto di più in questo mese sono state quindi Tonga Soa, ben arrivati e Mandroso, entrate, a testimonianza che il vahiny, l’ospite, è sempre il benvenuto in casa.
Ci siamo anche resi conto che non tutto è facile sin da subito, e di questo eravamo stati avvisati già in Italia.
La lingua e il suo studio non sono esattamente facili: c’è chi è più portata, Terri, e chi meno, Manu. Il nostro paziente maestro, Flavien, ci insegna tutti i giorni e con lui riusciamo a fare qualche veloce conversazione, ma abbiamo accettato il fatto che ci vuole tempo. E il tempo serve non solo per lo studio, ma anche per provare a entrare in una cultura diversa, nuova, affascinante e per alcune cose un po’ strana. Buttare giù qualche muro di preconcetti, belli o brutti che siano, per immergersi pienamente nel popolo malgascio richiede la fatica di osservare e non capire, senza però giudicare perché questa volta i diversi siamo noi. Il difficile è accettare questo modo moramora, lento e calmo, di entrare nel tempo che passeremo in Madagascar. Potremmo quasi dire che questo primo periodo è stato e sarà un momento contemplativo, dove stiamo imparando ad accorgerci dell’ambiente, delle persone e della cultura che ci circonda.
Abbiamo detto che ci siamo sentiti accolti benissimo da tutti, ma non dimentichiamo certo chi ci ha accompagnato a Modena. Continuate a farlo perché ci aiuta sentire una comunità vicina: anche noi da qui tentiamo di rimanervi accanto e di rendervi partecipi di questa missione che stiamo iniziando a vivere.
Veloma e! (Arrivederci!)

Maria Teresa ed Emanuele (lettera pubblicata sul sito di Missio Modena)