Lettera di Natale di Padre Gianchi

Jandira 15/12/2019

Carissime amiche e carissimi amici,

Sono qui di nuovo per augurarvi con tutto il cuore un Buon Natale; è una scusa in pratica perché quello che mi interessa soprattutto è mantenere questo contatto, questo dialogo, questo ponte che ci unisce. Fa bene a me prima di tutto perché unito a voi non mi sento solo. Unito a voi il discorso della presenza qui non è una questione individuale, ma rappresenta anche un gesto di convivenza con la gente, assieme a voi, specialmente con i più poveri. Ci sono tante forme di dedicarsi ai più poveri, però ognuno segue un po’ quello che si sente e soprattutto dove la storia lo porta, perché ognuno di noi è una Bibbia Sacra, in cui si rivela la presenza di un Dio che ti ama e ti libera da tante oppressioni.

La situazione qua in Brasile è una situazione un po’ anomala. Nessuno avrebbe pensato un governo che abbiamo oggi. Infatti l’estrema destra sta comandando, ingoiandosi anche la destra e il grande centro dei parlamentari. È vero che la sinistra mantiene ancora una certa unità, ma tutto ciò che la sinistra fa o dice è sistematicamente ignorato dai mass media per cui per la gente l’unico che fa qualcosa in Brasile è proprio Bolsonaro. E per di più Bolsonaro non ha una linea politica definita, lui segue delle idee che gli sembrano opportune: quando era in campagna elettorale, quando era all’inizio, se la prendeva con la Cina, con i cinesi, con il governo Lula che faceva alleanze con la Cina. Adesso è andato in Cina, ha stretto rapporti commerciali a tutto spiano, ha dichiarato che il futuro del Brasile è la Cina, adesso la carne viene esportata in Cina e tante altre cose, specialmente quelle di agricoltura. Non so se ancora possiamo chiamarla agricoltura perché è tutto a base di agro tossici, di prodotti chimici e di veleni, perché l’agricoltura ormai esiste solo in piccole esperienze di qualche contadino o di qualche associazione.

E quindi adesso per esempio il prezzo della carne è quasi raddoppiato perché devono esportare in Cina. La gente che mangiava carne anche a un prezzo economico, per questo Natale tirerà un po’ la cinghia, per la carne. Anzi mangerà più uova, perché 40 uova vengono a costare 10 reais (2 euro), ma proprio portate davanti alla porta. Se la Cina comincerà a comprare anche le uova o l’Europa o altri mercati, allora le uova aumenteranno di prezzo. Insomma per il momento facciamo la festa dell’uovo, Natale con l’uovo, perché per lo meno è il prodotto più economico. Chi ne fa le spese è soprattutto la politica pubblica, la scuola, l’insegnamento, la politica intesa come il bene della gente, il bene del Popolo, questo viene proprio calpestato in continuazione. Non c’è più una linea politica, è una linea bolsonarista quindi l’educazione si farà in base a quello che Bolsonaro pensa… se l’università fa troppa confusione, gli studenti protestano quindi togliamo gli aiuti all’università. Le scuole spendono troppo, i maestri o professori fanno sciopero, quindi tagliamo là tagliamo quà e va avanti così.  

Minha casa minha vida” è un programma per cui la gente riusciva a costruirsi la casa con l’aiuto del Governo. E’ stato il modo con cui siamo riusciti a fare la Comuna Urbana a partire dalla favela, 128 case comprando il terreno e tutto il materiale dato dal governo; noi abbiamo messo la mano d’opera e abbiamo fatto un quartiere. Adesso è tutto tagliato, l’aiuto ai più poveri lo stanno riducendo al minimo. E noi sentiamo le spese anche con i bambini, perché ci sono meno aiuti per la loro educazione. Il Comune ci ha già tolto un asilo e quindi stiamo tentando di costruire al John Caneparo, sotto la chiesa di San Francesco, e ad Analandia per recuperare 2-3 sale per i bambini. Così anche se il Comune chiude un asilo noi continuiamo ad avere la capacità di accogliere sempre lo stesso numero di bambini, quindi più o meno quel migliaio di bambini continueremo ad accoglierlo. Invece di avere 6 asili l’anno prossimo ne avremo 5, però il numero di bambini accolti sarà sempre lo stesso. Quindi sono tentativi che facciamo per mantenere a denti stretti questo lavoro con i bambini della periferia, con i bambini dei più poveri perché gli asili al centro città sono ben messi, ben situati e la gente va là e paga e quindi sono ben tenuti. Noi come Caritas continuiamo il nostro impegno non soltanto con gli asili ma anche in un certo discorso di artigianato sociale ecc.

Oltre a questo discorso di accoglienza ai bambini dai 2 anni ai 13 anni, noi cerchiamo di aprire spazi per preparare i giovani e le persone in generale al lavoro. Una specialità. Quello che sta funzionando già da due anni è il corso di taglio e cucito, i cui alunni sono già arrivati anche ad avere un secondo modulo, in cui imparano anche a fare i disegni e tagliare la stoffa a seconda di ciò che vogliono produrre. Quindi un discorso abbastanza tecnico e abbiamo della gente molto brava.

L’altro discorso che portiamo avanti è la Padaria. In questo mercato tutti i pani vengono da fuori città, con i camion pieni di pani congelati che sono distribuiti nelle varie panetterie o bar.. quindi i pani sono scaldati anche nel microonde e venduti. Noi abbiamo la produzione propria, in casa, resistiamo ancora su questa linea. I nostri bambini mangiano tutti i giorni il nostro pane, due volte nostro, perché è del Signore, frutto della Provvidenza, ed è anche fatto da noi. Quest’anno non siamo riusciti ad organizzare dei corsi di panificazione per tanti problemi che abbiamo avuto, però rimane sempre per il prossimo anno aperta questa possibilità di usare la panetteria anche come scuola di pane, di pasta, di cucina insomma.

Quest’anno abbiamo avuto anche l’iniziativa del medico negli asili. Abbiamo avuto la possibilità di invitare una Dottoressa cubana che è entrata in Brasile con un progetto di Lula e Cuba per avere in Brasile più medici specialmente nelle zone più abbandonate. Con Bolsonaro, questo progetto è stato interrotto e i medici hanno dovuto tornare a Cuba. Questa Dottoressa, che già aveva una famiglia, il marito qui, ha tentato di rimanere qui. Adesso sta convalidando il suo diploma in medicina, la sua laurea, che naturalmente quella di Cuba qui non è considerata, e nel mezzo a questo tempo lei fa assistenza domiciliare e con noi fa proprio un’assistenza degli asili quindi sono 1000 bambini che lei segue, ha fatto un programma di prevenzione, ha pesato tutti i bambini, ha fatto l’analisi di ogni bambino, i problemi, i non problemi, le riunioni con i genitori insomma.. e poi è anche a disposizione degli stessi genitori, che vanno là e chiedono consiglio. Io sono uno dei clienti perché tutte le mie magagne di salute le confido a lei e lei mi dà il suo suggerimento. E’ importante avere un medico che guardi la persona nel suo insieme, con tutti i problemi, perché quando vado dal cardiologo lui guarda il cuore, quando vado dal nefrologo guarda i reni, dermatologo guarda la pelle, però uno sguardo d’insieme ce l’ho solo da lei che è molto brava.

Quindi sta facendo questo lavoro, ha identificato i bambini denutriti quindi magri e super-magri, si vede nelle famiglie cosa mangiano, eventualmente si fa in modo che mangino di più all’asilo. Poi abbiamo anche un problema di sovrappeso. E non è perché i bambini mangino molto, è perché mangiano male: ormai tutti i prodotti del supermercato sono entrati nella dieta dei bambini.. le bibite, il guaranà, l’aranciata tutte quelle invenzioni a base di gas, zuccheri, conservanti ecc quindi tutte cose artificiali e che veramente fanno male, sia al corpo, come peso, e poi ci sono già casi di diabete. Ma non sono solo le bibite, ci sono tutti questi pacchettini di dolcetti, di cose salate, le patatine fritte sono le più oneste perché c’è qualcosa di naturale dentro, però è tutto un imbroglio di cui il bambino va matto. Ad esempio il miojo, questi spaghetti prè preparati in una bustina.. anche la bambina qui di casa di 6 anni si fa il miojo da sola, scaldandosi l’acqua e mettendoci dentro questo intruglio e lo preferisce agli spaghetti alla pommarola!! Quando li faccio lei chiede “ma non c’è un miojo?” Eh pazienza, adesso vediamo anche lì di portare avanti questa contro-cultura, la cultura dominante è questa di pubblicità, in cui ormai i bambini sono i più accessibili, sono direttamente colpiti; adesso cerchiamo di fare anche qualcosa.. coscientizzare attraverso i nostri orti, vedere le piante, piantare l’insalata, metterci l’acqua e poi vedere come cresce e via di seguito. E’ un progetto molto bello, un progetto ambientale a cui al bambino si spiega fin dall’inizio il pericolo che il pianeta Terra sta correndo a causa di questi prodotti agro tossici, questi prodotti chimici, veleni ecc, le plastiche, i sacchetti, le bottiglie… valorizzare l’organico per fare compostaggio e quindi sostenere l’orto con questo compostaggio.. insomma si cerca di avere una unità tra la dottoressa, la nutrizionista e l’agronoma (c’è questa tecnica in agronomia che fa queste lezioni di ecologia e gestisce gli orti, coinvolgendo i bambini).

La famosa Casa Vermelha, o casa rossa, che era la casa padronale dove abbiamo costruito le 128 case. Abbiamo tenuto questa casa di ricordo e siamo riusciti a riscattarla perché c’era una famiglia dentro. C’è stata una certa difficoltà perché non si poteva ovviamente cacciarli via e quindi siamo riusciti a comprare un’altra casa per loro e liberare questa, sempre con il vostro aiuto. Adesso l’abbiamo messa a posto, dal tetto che ormai era da rifare e la struttura interna con una cucina. Abbiamo anche ricevuto delle sedie universitarie donate per fare lezione; è tutto pronto però il progetto “Giovane Apprendista” deve ancora cominciare. Con queste faccende politiche, tagli di quà tagli di là, questo progetto è diventato più difficile, più burocratico e stiamo cercando di sbrogliare la matassa per avere anche noi a questo corso. Comunque sembra che sia questione di poco tempo. In questi giorni qualcuno di noi andrà a Brasilia a ritirare il documento di approvazione del Governo Federale. Ad ogni modo gli incontri, le riunioni le facciamo là, e c’è l’iniziativa di un corso di alfabetizzazione, c’è la capoeira, insomma ci sono tanti progetti che speriamo di poter aggiungere in questa Casa Rossa (rossa per il colore originale). Insomma diciamo c’è molta speranza.. il sogno è sempre presente, non abbiamo perso la capacità di sognare. Ecco questa penso sia l’ultima cosa che si riesca a togliere a un uomo: la speranza, la speranza finisce solo in Cielo, solo nel Paradiso, dove si vivrà l’Amore Totale.

Allora io vi auguro un Buon Natale, sono veramente contento di festeggiare questo Natale, anche con un gustino di più perché come voi sapete ho avuto delle difficoltà con i parroci qui che mi hanno succeduto, però è tutto passato. Sono arrivati nuovi parroci, attualmente i rapporti sono ottimi e direi che nonostante divergenze teologiche (cioè oggi come oggi c’è la Chiesa di Papa Francesco e c’è la Chiesa di Giovanni Paolo.. sono tutti Santi però sono due linee diverse), io vedo che c’è la possibilità di fare un dialogo e quindi aiutarli nella misura in cui posso, dal punto di vista celebrativo, sacramentale e anche dal punto di vista pastorale. Loro si sono aperti a questo dialogo e hanno avuto l’iniziativa di chiamarmi. Il prossimo anno, con l’accordo del Vescovo, già stabilito, avrò la nomina di Vigario, o Viceparroco, delle due Parrocchie, dei due parroci, quindi farò un po’ il nonno che va ad aiutare da una parte e dall’altra. Io sono molto contento di mettermi a disposizione di queste due Parrocchie, che sono nate grazie al nostro lavoro iniziale (la Parrocchia San Francesco e la Parrocchia della Madonna di Fatima). Potrò quindi mantenere questa dimensione di presenza ecclesiale che per me è molto importante. Fa parte della mia vita, della mia vocazione, e sono qui anche per questo.

E’ Natale, pieno di luci.. scintillante, di gente che corre per comprare e vendere. A me piace pensare al Natale cercando di pensare in concreto alla vita quotidiana di Maria di Nazareth. La penso come una giovane ragazza bruna dagli occhi e capelli neri (né bionda né bianca!). Là, all’unica fonte d’acqua del villaggio, fatto di tante grotte scavate nelle pendici della collina di roccia calcarea. Lei con sulla testa un’anfora di quindici/venti litri d’acqua, salendo sul sentiero che passa davanti alla sua abitazione, cioè una grotta. E’ lì, che Lei incontra l’Angelo Gabriele; è lì, che Lei si incontra con Dio; è lì, con il suo “fiat”, con il suo “sì” al progetto di Vita e Vita Piena, per tutti… che diventa feconda, gravida di Gesù, opera dello Spirito Santo, come un pezzo di pane, spezzato, Corpo di Cristo, dato per la salvezza di tutta l’umanità.

A pensare bene, Natale è la scintilla che innesca il progetto di una Nuova Creazione, di Cieli Nuovi e una Nuova Terra. È il Re del Cielo che viene in una grotta. Il suo Regno infatti non è di questo mondo: vive in questo mondo ma ci assicura, con la sua Morte e Risurrezione che un altro mondo è possibile.. fatto di pace, giustizia, fraternità, fatto di gente che spezza la propria vita e feconda la terra con il suo sudore e il suo sangue.

Natale non ci chiama a consumare cose, ma a generare Vita, Solidarietà, “pontefici” di un nuovo dialogo fra i popoli. In questo mondo i poveri si siedono al primo posto e i bambini, strappati alla morte precoce, di malattie e di fame, dai recinti spinati dei profughi, giocano con gli animali sopravvissuti all’incendio e alla distruzione delle foreste.

Natale è essere Greta, giovane voce che difende il Pianeta e feconda di speranza un futuro possibile. Natale siamo noi, che insieme crediamo ai valori del Vangelo di questo Bambino avvolto in fasce su una greppia. E con tutti i mille bambini della Caritas di Jandira, tutti i giorni accolti nei nostri asili, piccolo mondo possibile, grazie alla vostra amicizia e solidarietà. E assieme a loro (sentite come gridano?!) vi gridiamo auguri di Buon Natale, fecondo di Dio e di Vita. Grazie a tutti, e come tanti pastori, incontriamoci alla culla del Bambino Gesù!

Un abbraccio grande a tutti!                                                                                                                    

Padre Gianchi