La festa dell’Indipendenza Malgascia nelle missioni

 

26 giugno 2023 – Festa dell’Indipendenza Malgascia
di don Luca Fornaciari

Cari amici,
Sono passati diversi mesi dall’ultima lettera che vi ho scritto. In questo tempo abbiamo lavorato molto, ci sono stati tanti momenti belli e positivi dal punto di vista della pastorale e del servizio che stiamo facendo. C’è in effetti un unico grande rammarico: siamo da soli…! Infatti, da gennaio ad oggi, io e don Simone siamo rimasti soli nella casa sacerdoti/volontari che abbiamo realizzato già da tempo. Il nostro desiderio, promosso dal Centro Missionario, è di vivere la nostra missione condividendo con i volontari la vita quotidiana. Del resto questo è sempre stato un punto irrinunciabile dell’esperienza missionaria reggiana; la comunione di intenti, la condivisione del servizio, il sostegno reciproco e la comunione di vocazioni hanno sempre caratterizzato la missione qui in Madagascar, negli oltre 50anni della sua storia. Mette un po’ di nostalgia rivedere le foto del nostro arrivo qui alla fine del 2017: eravamo un bel gruppo nel primo corso di esercizi spirituali con don Giovanni e poi nel primo tentativo di vacanza assieme con anche i volontari di Reggio Terzo Mondo. È commuovente vedere alcune foto appese alle pareti delle Case della Carità, foto che risalgono a fine anni ’90 o inizio 2000, quando c’erano molti volontari, dislocati geograficamente in diverse città; dev’essere stato molto bello ritrovarsi di tanto in tanto per condividere, scambiare idee, talvolta correggersi, nella convinzione che si fa parte della stessa famiglia e che si hanno i medesimi obiettivi.
Forse è un segno dei tempi che cambiamo, probabilmente nel turbinio delle attività quotidiane, nella preoccupazione di crearsi un futuro solido, i giovani dimenticano la possibilità di dedicare un tempo sostanzioso al servizio, alla missione. Dispiace molto ricevere messaggi di tanti giovani che vorrebbero fare un’esperienza missionaria, che vorrebbero conoscere il Madagascar e mettere alla prova i propri talenti e la propria generosità, ma purtroppo nella maggior parte dei casi la disponibilità è di un mese, tra una sessione e l’altra, tra un incarico e quello successivo… in effetti siamo in un paese che non permette di fare esperienze missionarie significative di meno di un anno; quando si parte per la missione occorre entrare in un mondo diverso, talvolta difficilmente decifrabile, con una cultura diversa, una lingua complicata, una povertà disarmante. Per noi missionari, ormai occupati a tempo pieno nelle nostre attività, diventa un problema gestire chi rimane per poco tempo, perché va accompagnato e seguito in tutto, senza contare i rischi e gli imprevisti. 

A meno che non si abbia un incarico specifico, una qualifica, da spendere in campo medico, educativo, artistico… Siamo comunque fiduciosi che il Signore, attraverso il nostro impegno di animazione e di testimonianza, non farà mancare la sua presenza mediante i tanti che ci visiteranno e ci sosterranno.
Nei prossimi due mesi saremo visitati eccome… la settimana prossima arriverà la delegazione del Centro Missionario di Modena, accompagnati dall’Arcivescovo Erio; si fermeranno qui a Ampasimanjeva e Manakara alcuni giorni. Poi, nel mese di luglio arriverà Marco Reggiani, responsabile del Movimento Familiaris Consortio, con sua moglie Maria e l’amica Elisabetta; saranno accompagnati da quattro sacerdoti: don Luigi, don Andrea, don Matteo e don Paolo. Resteranno una ventina di giorni; ci teniamo molto a questo viaggio, infatti sarà una bella opportunità per stare assieme, per condividere con loro i nostri servizi e la nostra vita qui, e per ragionare assieme sul futuro della nostra missione. Ci stiamo preparando ad accoglierli, sarà un’occasione molto preziosa che ci permetterà di chiarificare sempre di più il senso della missione, attraverso le impressioni e i consigli di chi sta comminando con noi. Infine, nel mese di agosto ci sarà il campo missionario a cui parteciperanno una dozzina di ragazze tra Modena e Reggio.
Anche quest’anno cercherò di tornare a casa per un mese, precisamente nel mese di settembre. Sarà una bella occasione per poter raccontare e ascoltare i racconti delle persone care. Ci sarà l’opportunità anche di fare un po’ di animazione per i progetti che stiamo portando avanti.
A proposito dei progetti… c’è tanto da dire. In questi ultimi mesi abbiamo lavoro molto, in modo condiviso e proficuo. Enrica è appena rientrata per l’Italia, dopo diversi mesi di lavoro intenso all’ospedale psichiatrico di Ambokala; per noi sacerdoti l’Enri è una presenza preziosa, la vediamo sempre molto indaffarata e attentissima ai particolari e alle singole persone. Il suo progetto, che porta avanti oramai da più di 10 anni, è conosciuto in città e in Diocesi, e continua a vivere grazie al suo impegno costante e alla generosità di tanti.
Don Simone è altrettanto impegnato… anche lui si è ritrovato molto lavoro da svolgere, che fortunatamente concilia con la sua storia, il suo stile e le sue competenze. Dopo alcuni mesi impegnativi dal punto di vista della salute, ora è tornato in piena forma e si sta dedicando alle sue due opere: la Ferme e la Cantine. La Ferme Fattoria San Francesco è l’eredità di Luciano Lanzoni, che come sapete, ha cercato per tanti anni di farne un luogo di carità e accoglienza; Don Simone ha cercato di migliorare ulteriormente alcuni aspetti per tentare di contenere le spese e modernizzare la produzione. Oltre a questo, da alcuni mesi ha inaugurato un progetto di educazione culturale e agricola per un gruppo di famiglie che abitano, si formano e lavorano alla Ferme, assistiti da due Servi della Chiesa, il medesimo Istituto religioso di Luciano. Il Secondo è la “Cantine”, la mensa per i bimbi poveri, a cui da alcuni mesi si è affiancato un doposcuola; sono tutti bimbi orfani o comunque molto poveri che in questo modo hanno la possibilità di studiare e avere due pasti al giorno.
Da parte mia, sto portando avanti il progetto degli universitari come vi ho già raccontato, oltre che ovviamente la parrocchia della Divina Misericordia e il distretto di Manakara sud. Sono contento per come si sta sviluppando il sostegno che diamo ai giovani universitari all’Università Cattolica di Antsirabe. Ad oggi ne abbiamo una trentina e ognuno di loro studia in una facoltà diversa e si impegna per conseguire la laurea e la specializzazione. Durante quest’anno sono stato alcune settimane in questa università, vivendo con i padri Dehoniani che la gestiscono, insegnando Italiano e Cultura Cristiana agli studenti malgasci e cercando di camminare assieme ai giovani che stiamo sostenendo. Sono contento del loro comportamento e di essere riuscito ad aiutarli efficacemente per la loro vita. Aspettiamo i resoconti accademici che usciranno a fine luglio, ma per quello che percepisco le cose stanno andando bene. A luglio e agosto, in accordo con le Case della Carità che ringrazio molto, i nostri giovani saranno inviati per fare servizio di volontariato con i malati e i poveri; sono certo che sarà un’occasione preziosa per cercare di restituire parte di ciò che stanno ricevendo.


Infine, il progetto della nuova Università Cattolica qui nella nostra diocesi di Farafangana. A fine 2022 il vescovo Gaetano, in accordo con Reggio, mi ha affidato il coordinamento di una commissione per progettare una futura università per la nostra Diocesi. In tutta la costa sud-est del Madagascar non esiste nulla del genere e questo è motivo di difficoltà per molte famiglie che devono sostenere spese elevate per inviare lontano i loro figli, per le parrocchie e le associazioni che vedono molti giovani capaci trasferirsi lontano per gli studi, e ovviamente per l’intera regione per il mancato progresso culturale e economico. Oltre a ame quindi, ci sono altre nove persone, tutti malgasci e impegnati a vario titolo nel campo dell’educazione. In questi mesi abbiamo lavorato per consegnare al vescovo una proposta. Abbiamo viaggiato, ci siamo incontrati spesso, abbiamo conosciuto molte persone sia in Madagascar che all’estero, e abbiamo immaginato un luogo di formazione a livello accademico, umano e spirituale, al servizio di questa nostra Diocesi, così povera e periferica, ma molto ricca di potenzialità e risorse. Entro il mese di giugno, quindi, consegnerò al vescovo il Dossier con tutto il lavoro che abbiamo svolto in questi ultimi mesi. Inizieremo con due facoltà: Agronomia ibrida con lo studio dei temi ambientali, e Economia/Gestione; abbiamo immaginato anche una terza facoltà di Pedagogia con Lingue, ma probabilmente dovremo aspettare un po’ di tempo.
Ovviamente dipende dalle risorse che si troveranno, dall’accordo con la Conferenza Episcopale e dall’abilitazione statale, ma se tutto andrà bene potremo iniziare i corsi, le lezioni e quindi aprire la nostra Università nel settembre 2024. Il prossimo anno 2023/24 sarà dedicato alla realizzazione delle strutture e all’animazione nelle scuole superiori oltre che al reclutamento dei professori e collaboratori. La nostra Università si chiamerà A.L.B.A. cioè Ateneo Lucien Botovosoa. Nella nostra lingua italiana, ALBA significa rinascita, luce, nuovo inizio… Abbiamo deciso di dedicare i nostri sforzi al Beato Lucien, nativo di questa regione e morto martire nel 1947, che probabilmente sarà proclamato Santo, il primo della storia malgascia. A lui ci affidiamo e siamo certi di riuscire a creare qualcosa di importante che potrà diventare modello per tanti.

don Luca Fornaciari