Domenica 7 marzo, terza di Quaresima, sarà la Giornata Missionaria Diocesana di preghiera e solidarietà da celebrarsi in tutte le comunità parrocchiali. Istituita da Mons. Baroni nel 1968 e attuata per la prima volta nella Quaresima 1969 è stata pensata come giornata di sensibilizzazione e animazione per le missioni diocesane. All’epoca si era in pieno fermento, dovuto alle innovazioni portate dal Concilio Vaticano II (1962-1965) e proprio grazie ad esso iniziò l’idea e la collaborazione tra le varie Chiese locali (diocesi).
Allora era una quasi novità: il primo documento che parla di questo scambio di preti, e successivamente di laici, nonché di risorse materiali, era stata a dire il vero la enciclica Fidei Donum promulgata nel 1957 da papa Pio XII. Sono passati più di 60 anni da quella data ed anche il mondo sia civile che religioso è notevolmente cambiato, anche quello missionario.
Ad esempio oggi, con papa Francesco, si potrebbe dire che per il cristiano vivere con passione la propria fede è diventato un dovere ancora più impellente, in quanto la missione non è più considerata solo una questione di chilometri, ma di ascolto e partecipazione ai più diversi drammi umani.
Il cristiano dovrebbe essere un uomo e una donna che è aperto all’incontro e disposto a fare posto nel suo cuore per l’Altro (Dio) e per gli altri. Il missionario dunque diventa un discepolo consapevole che Gesù cammina con lui, per questo aperto al dialogo e con entusiasmo disposto a trasmettere quell’amore di Dio di cui è segno tangibile e testimonianza di vita. Solo nell’apertura all’altro è possibile lasciarsi incontrare per cambiare insieme confrontandosi sui complessi temi della vita.
Il “tu” della missione è il mio prossimo nella sua diversità e il punto di partenza è la “mia” disponibilità ad accogliere senza pre-giudizi, una disponibilità che si apprende nell’incontro con Cristo e il suo Spirito che ci consola e ci anima dal di dentro. Così papa Francesco ci ricorda di evitare un pericolo ricorrente fra noi cristiani: quello cioè “di diventare non solo poco numerosi, ma anche insignificanti; di diventare un sale che non ha più il sapore del Vangelo o una luce che non illumina più niente”. Per questo ogni giorno dobbiamo lasciarci modellare dalla Parola di Dio che ci guida: si tratta di una sfida difficile ma entusiasmante che si compie nella molteplicità di esperienze e di “stili differenti”.
Come Centro Missionario auspichiamo che la Giornata sia veramente un incentivo per rinnovare la nostra fedeltà al Battesimo, come spesso ci ricorda il Vescovo Massimo, e occasione di nuova spinta a ricominciare.
Siamo consapevoli che l’anno appena passato ha per tutti cambiato le nostre abitudini, il nostro modo di stare insieme e ha messo a dura prova le persone più fragili del pianeta. Anche per questo pensiamo alla testimonianza e le situazioni di vita di tanti missionari che non hanno perso la voglia di costruire insieme un mondo migliore!
La vicinanza con la preghiera e il “donare con gioia” e senza misura, può diventare ancora una volta l’occasione per vivere questa Giornata in comunione con loro e ci rende protagonisti di un futuro pieno di gioia e fratellanza.
Per il centro Missionario
Andrea Bonati