Da Ampa: essere presenti per Randria

Akory aby anareo!!! Ciao a tutti!
Sono passati un bel po’ di mesi dal mio arrivo in Terra Rossa e sono molte le situazioni, le cose e le persone incontrate.

Tra questi vi è Randria, un bimbo, il mio, di 8 anni a cui da  poco è stato diagnosticato un problema ai reni e che una mattina di novembre insieme a Giulia abbiamo portato in ospedale del villaggio (FMA), perché gonfio in ogni singola parte del corpo. Randria studia nella scuola (Centre Papillon) legata all’ospedale e gestita da noi Volontari ed è un bimbo allegro, intelligente e coccolone.

Il piccolo RandriaQui in Madagascar dal momento in cui il malato viene ospedalizzato è compito della famiglia provvedere ad ogni necessità, proprio come fanno gli infermieri in occidente. Purtroppo la famiglia di Randria non ha una storia tanto facile.. Sono in 11 figli (o di più.. Non lo sanno nemmeno loro), il papà va e viene e sua mamma è sempre ubriaca. Quindi data la situazione, dopo la partenza per l’italia di Giulia (volontaria qui prima di me) Randria è diventato un mio pensiero fisso. Passavo le mie gionate in sua compagnia, dandogli le medicine al giusto dosaggio e curandomi di lui in ospedale. Con il passare dei giorni non vi era nessun miglioramento, anzi sembrava essere ancora più gonfio oltre al non riuscire a fare la pipí.

Abbiamo scoperto così che uno dei motivi erano le medicine malgasce (erbe, infusi, pozioni) che la sua famiglia somministrava di nascosto. Dopo aver parlato molto chiaramente con sua mamma, nell’arco di 2 settimane i miglioramenti sono stati evidenti. La sua pancia e le sue gambe si sono sgonfiate e la sua voglia di disegnare e giocare si è fatta sentire molto di più… Ed io sono stata molto felice. Ho pregato tanto, anzi, abbiamo pregato tanto, abbiamo riso, giocato, riempito la parete del suo letto di disegni e ci siamo fatti tante coccole, abbiamo trascorso ogni giorno insieme proprio come una vera famiglia. I medici e chi conosce Randria mi chiede come sta ‘mio figlio’ e  mi chiama “mama’ny Randria’. La sua dimissione il giorno della vigilia di Natale, ha riempito il mio cuore e quello di Randria di gioia, insieme a chi ci è stato accanto.

La casa di randria con i disegni del piccolo affissi alle paretiAd oggi la sua situazione è migliorata parecchio, continua a fare le visite e prendere le medicine tutti i giorni qui da me. Sono tornata proprio adesso  da casa sua con il cuore felice solo perché ho visto alcuni dei disegni, fatti in ospedale, appesi dentro la loro umile capanna.

A volte non ci sono davvero parole per dare risposta agli interrogativi di chi soffre. Per questo basta la presenza di chi c’è, è vicino, ama e tende la mano.

In questi mesi accanto a Randria mi è capitato spesso di sentirmi impotente, inutile. Mi arrabbiavo  con me stessa per non riuscire a cambiare questa situazione ma ho imparato che ci sono cose che non dipendono da noi e che sono più grandi di noi.

Spesso mi sono ritrovata a guardare verso l’alto, a pensare che non ero sola, e che qualcuno è sempre vicino a me.

‘ che cosa vuol dire addomesticare? – Vuol dire creare dei legami’
‘Tu diventi responsabile per sempre di ciò che hai addomesticato’

Un grande saluto qui da Ampsimanjeva, a presto!
Ilaria Squicciarini