La Repubblica, 13 settembre 2021
NON PROFIT
ROMA – Quello italiano è un popolo generoso: il 70% ha fatto almeno una donazione a un ente benefico nella vita e la pandemia ha ulteriormente sollecitato questa spinta altruistica. Resta molto solida la conoscenza del testamento solidale: il 73% sa di cosa si tratta, e la percentuale aumenta di ben 10 punti (83%) tra chi ha più di 60 anni.
Italiani generosi. E con la pandemia cresce la fiducia del non profit
La pandemia ha aumentato la fiducia verso il terzo settore: nel corso di quest’anno il 13% degli italiani ha scelto una onlus per sostenere la lotta all’emergenza Covid-19, più del doppio rispetto al 2020, quando la percentuale era del 6%. Del resto, il non profit si conferma l’attore sul quale gli italiani ripongono maggior fiducia per uscire dalla crisi post-pandemica e contribuire a creare una società migliore.
Testamento solidale, aumentano attitudine e conoscenza
Secondo l’indagine promossa dal Comitato Testamento Solidale, cresce ancora il numero di quanti hanno già predisposto un lascito testamentario o sono orientati a farlo: tra gli ultracinquantenni sono il 22%, con una crescita di ben 10 punti in 3 anni (erano il 12% nel 2018). E si può decisamente asserire che il Testamento solidale, ovvero quello nel quale la cosiddetta “quota disponibile” include anche un lascito in favore di una causa benefica, non sia più un oggetto misterioso per gli italiani. Il 73% sa di cosa si tratta e la percentuale aumenta di ben 10 punti (83%) tra chi ha più di 60 anni.
Trentenni più altruisti e più ottimisti
Persone sempre più giovani si avvicinano al mondo delle donazioni. Inaspettatamente, il 60% degli under 35 conosce il lascito solidale: un dato inferiore rispetto al 76% degli over 35, ma certamente superiore alle aspettative.
Ma chi, nella percezione generale, potrebbe fare un lascito solidale? Qualche luogo comune, in questo senso, persiste: per il 47% degli intervistati, può fare un lascito chi non ha eredi; chi è ricco (40%) e chi è più sensibile alle cause umanitarie (27%). Solo un 13% ritiene che il lascito solidale sia un gesto alla portata di tutti, a prescindere dal patrimonio e dallo stato civile.
“Siamo contenti, ma anche consapevoli della strada che ancora dobbiamo percorrere, per superare alcuni luoghi comuni e tabù – ha spiegato Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d’Oro -. Il testamento solidale è uno strumento straordinario per le organizzazioni del terzo settore, che con il loro operato garantiscono in trasparenza che le ultime volontà di un donatore si trasformino in progetti concreti in favore di chi ne ha bisogno. Soprattutto, è una scelta che può fare chiunque nel pieno rispetto degli eredi, senza ledere in alcun modo i diritti loro garantiti dalla legge. Non esistono patrimoni di serie A e di serie B: chiunque, anche con una piccola somma o con un bene, può predisporre un lascito solidale e donare un futuro migliore a chi resta”.
“Prevedere un lascito solidale nelle proprie disposizioni testamentarie è la massima espressione del donare e del donarsi agli altri al di là del tempo – ha aggiunto il notaio Gianluca Abbate, consigliere nazionale del Notariato con delega al Terzo Settore e sociale – e permette non solo di disporre dei propri averi, ma di affidare anche i valori in cui si crede a solide organizzazioni ‘non profit’ che operano, ogni giorno, con competenza, professionalità, trasparenza e possibilità di ‘fare rete’ con gli attori locali, nazionali e internazionali impegnati negli stessi ambiti, allo scopo di realizzare progetti concreti, efficaci, socialmente rilevanti, sostenibili e misurabili nei risultati. Mentre la pandemia e la sua onda lunga stanno accentuando il bisogno di certezza per guardare al futuro con fiducia, gli italiani riconoscono l’importanza del lascito solidale e, in questo contesto, il notaio rappresenta un punto di riferimento, umano e professionale, per dare corretta attuazione alle disposizioni testamentarie, anche ispirate da solidarietà sociale.”
*L’articolo qui sopra è uno stralcio di un articolo più ampio di “Redattore Sociale“