Visita alle comunitá del Rio Solimões
Santo Antonio do Içá
Sabato 5 dicembre 2020
La nostra parrocchia di Santo Antonio si estende lungo il fiume Içá fino al confine con la Colombia ma abbiamo anche qualche comunitá sul Rio Solimões (il Rio delle Amazzoni prima di Manaus). Di solito é don Gabriele Carlotti che visita le comunitá lungo il fiume, ma oggi sono andato io, con il nostro amico Mosé alla guida della barca, Moacir, suo figlio adolescente, e Caio, il giovane che abbiamo accolto in casa; ha alle spalle una storia ben movimentata, è stato fermato con una discreta quantità di cocaina che doveva fare un lungo viaggio; ha fatto qualche mese in prigione a Santo Antonio e ora è in attesa di giudizio. La sua famiglia è lontana, e lo abbiamo accolto nella nostra famiglia.
Partiamo al mattino per la comunitá di San Francesco, un paio d’ore e arriviamo; vicino a questa è la comunitá di Nazaré, cosí abbiamo proposto di celebrare la Eucaristia una volta in una comunitá e una volta nell’altra dato che per loro è facile raggiungere la comunitá vicina. Nell’attesa che arrivino gli altri per la celebrazione, chiacchieriamo sulla loro principale attivitá che è la pesca; in questi mesi è proibito pescare per favorire la riproduzione dei pesci e i pescatori ufficialmente censiti (tramite associazione e sindacato) ricevono uno stipendio dallo stato per i mesi in cui la pesca è proibita. Ma le regole non sempre sono rispettate; e cosí ci sono pescatori che ricevono lo stipendio dallo stato quando la pesca è proibita e poi vanno a pescare e vendono i pesci piú pregiati ai grandi commercianti: una frode, e questi nostri amici si lamentano e parleranno al presidente del sindacato che intervenga con queste persone.
Andiamo verso la cappella, semplice, di legno, ma ben pulita e ordinata per la occasione; celebriamo 3 battesimi, e una ventina di persone partecipano alla messa. Chiedo quando è stata l’ultima volta che è stata celebrata la messa: un anno fa.
Poche famiglie abitano qui (6 famiglie mi pare di ricordare) ma li invito a ritrovarsi la domenica; consegno loro un sussidio che don Gabriele Carlotti ha preparato per la preghiera nelle comunitá: la nostra speranza è che si passi da una pastorale di semplice visita (una o due volte l’anno) celebrando i sacramenti richiesti, a una vita liturgica piú costante da parte loro e a una presenza un poco maggiore da parte nostra.
Sono stati molto accoglienti e cordiali con noi; ripartiamo dopo il pranzo che ci hanno offerto per la comunitá di Patiá; sono quasi tre ore per arrivare.
Nella giornata abbiamo varie ore di viaggio, cosí io e Caio ci dedichiamo alla pulizia dell’interno della barca: da grigio-nero dovrebbe diventare bianca! Ma non basta un viaggio per un lavoro ben fatto, comunque abbiamo iniziato.
Patiá è una comunitá di indios Tikuna; i bambini a scuola parlano tikuna, e anche la liturgia è solitamente in lingua tikuna. Gli adulti parlano anche il portoghese ma i bambini per ora non lo comprendono. È un problema la comunicazione; mettersi a studiare la lingua tikuna non è pensabile: troppo difficile per noi. E sono poche le famiglie tikuna nella nostra parrocchia. Poi è una lingua parlata, non credo ci siano libri che la insegnano. Uno degli animatori responsabili della comunitá legge il vangelo nella loro lingua e traduce la omelia; ci sono due leader, cugini, che sono in lite tra loro, quando uno è presente manca l’altro e viceversa e quindi la situazione è sempre tesa. Il principale catechista e ministro della Parola non era presente; da tempo è in cittá, impegnato in questioni di partito e cercando lavoro, cosí la catechesi da tempo è stata interrotta. Un peccato perché questa è una delle poche comunitá con la catechesi e la liturgia domenicale costante. Le persone arrivano alla cappella nel corso della celebrazione; iniziamo solo con la famiglia di Manuel, ma alla fine una trentina di persone sono presenti nella cappella. Avvisiamo per la messa del prossimo mese e ripartiamo per non arrivare a Santo Antonio troppo tardi, almeno prima della messa della sera. Manuel con la moglie e i due figli ci chiede un passaggio per la cittá; molti vivono nelle comunitá sul fiume, ma hanno anche una casa in Santo Antonio, o famigliari che li accolgono.
La nostra è una presenza umile, ma è importante essere presenti, e accompagnare questi piccoli gruppi di famiglie ad una fedeltá nel celebrare la fede.
Ritorniamo a Santo Antonio quando è giá buio, ma non troppo tardi. La cosa piú fastidiosa del viaggio sono gli insetti, zanzare e affini, che hanno una particolare predilezione per noi europei. Almeno duecento punture sparse nel corpo, e il prurito che accompagna per circa una settimana….
Don Gabriele Burani