Incontro fra due donne
Giorgio Predieri, nato a Cavriago, perito tecnico, è rientrato in famiglia dal Madagascar, diocesi di Fianaratsoa, per un periodo di alcuni mesi. Ci incontra per raccontarci qualcosa dell’ospedale di Ampasimanjeva che lui considera “la sua casa”: lì lavora quotidianamente, affiancando il personale, in diverse mansioni.
Già dalle sue prime parole intuiamo la mite saggezza di un uomo che nel tempo ha affrontato tante difficoltà e si è trovato, soprattutto agli inizi della sua esperienza, immerso in una realtà veramente lontanissima dalla nostra.
Giorgio arriva al nostro appuntamento con leggero ritardo causa un incidente sulla provinciale e si stupisce degli automobilisti che, insofferenti alla coda creatasi, decidono per una repentina inversione a U, o si infilano in stradine secondarie per sfuggire a quel contrattempo. “ In Madagascar si aspetta. La dimensione del tempo fa riflettere “.
Il suo pensiero corre subito ai pazienti in attesa fuori dall’ospedale di Ampasimanjeva.
“Seduti a terra, in fila per ore, anche per un giorno, aspettano di essere ricevuti dai medici e visitati. Sono tante le donne e le mamme coi figli che affrontano lunghi tragitti a piedi nudi per affidarsi alle mani esperte dei 5 medici operativi ad Ampa. Il dottor Martin e la dott. Ortensia coordinano la struttura, affiancati da 15 infermieri, 5 o 6 stager ( stagisti ) che stanno frequentando la scuola infermieristica in capitale, ad Antananarive; durante il loro triennio di preparazione vengono inviati a gruppi nelle strutture ospedaliere dell’isola per l’apprendistato. Invece i medici effettuano il loro tirocinio in capitale o in ospedali più importanti del nostro”.
Come si muovono questi giovani all’interno dell’ospedale?
“I ragazzi e le ragazze sono molto motivati; seguono le attività anche durante la notte e si offrono per effettuare turni di guardia. C’è un grande desiderio di aiutare, di conseguire un diploma per scendere in campo presto”.
Quali sono i progetti di miglioramento sui quali state lavorando?
“Da pochi mesi ad Ampa è arrivata Cecilia, caposala all’ospedale di Baggiovara di Modena. E’ in aspettativa, si fermerà per due anni e cercherà di migliorare le cose, di riorganizzare le cure di tutti i reparti e di mettere in funzione una rete di PC per poter monitorare meglio pazienti, personale, medicinali. Infatti fino ad ora ogni nostro paziente aveva un quadernino con la propria storia clinica, ed il medico scriveva lì data, prognosi e cura. Ogni paziente da ora in poi sarà dotato di una scheda personale a computer, una scheda di riconoscimento con tutti i dati necessari”.
Un’altra bella conquista per il villaggio è la rete idrica, perfettamente funzionante.
Come risponde la popolazione alla prevenzione sul territorio?
“Ci troviamo in una zona dell’isola molto arretrata e primitiva. La gente ha le sue usanze e spesso sono i tabù che impediscono alle donne di venire a partorire in ospedale; preferiscono farlo in casa, come da tradizione. Quindi le nostre infermiere cercano di formare le levatrici dei villaggi; i nostri medici volontari fanno gratuitamente visite prenatali, e in queste occasioni comunicano alla donna se il parto sarà normale e potrà essere fatto al villaggio, oppure rischioso. In questo caso si consiglia l’ospedale, ma la gente sceglie ancora spesso di non venire e le ragazze giovani vengono obbligate dalle famiglie a mantenere la tradizione. Anche per le malattie la gente si rivolge prima ai guaritori locali e quando ormai non c’è più niente da fare vengono in ospedale, come se noi potessimo fare i miracoli.
Comunque sta aumentando il numero di coloro che ricorre all’ospedale, perché le percentuali di successo con la medicina sono maggiori e davanti all’evidenza la gente reagisce. Poi, col diffondersi della televisione la gente vede il mondo fuori dal villaggio ed è avvenuta un’evoluzione della loro mentalità: è più aperta.
Siamo molto contenti per l’aspetto vaccinazioni: superiamo il 100%; vacciniamo anche quelli che non dovrebbero rivolgersi a noi, ma le altre strutture sanitarie dell’isola sono a pagamento”.
Nella sua vita, quando e come ha sentito la sua vocazione?
“Il desiderio della missione c’è sempre stato, fin da piccolo, quando in parrocchia a Cavriago incontravamo dei missionari. Terminati gli studi tecnici superiori ho conosciuto don Mario, perché frequentavo la Casa di Carità del paese e i ragazzi di Cavriago andavano a Reggio a messa da lui.
Mi dissi: – Lo voglio conoscere anch’io – e don Mario mi ha “beccato” subito: – Cosa fai? Chi sei?
Gli risposi che ero in contatto con don Braglia in Brasile. Ricordo che esclamò: – Ma dai, dove vuoi andare? Vieni con noi!
E dopo tre mesi ero in Madagascar con i voti, come fratello della Carità. Lo sono stato per più di 10 anni. Con Romano Zanni e altri due eravamo i primi fratelli. Sono rimasto nell’isola 5 anni senza rientrare; idraulica, meccanica, elettricità, falegnameria erano e sono pane per i miei denti”.
Giorgio, come vede il suo futuro?
“Qui mi sento un pesce fuor d’acqua. Dopo 47 anni incontro tanti cambiamenti e ritmi molto diversi. Là mi so muovere, so parlare. Ritornerò per trasferire tutte le mie competenze ai giovani che con tanta volontà mi affiancano. Loro sono il futuro”.
*Articolo pubblicato su La Libertà in data 29 gennaio 2020
Cari amici dell’Ospedale di Ampasimanjeva, (FMA )
in questo Santo Natale desideriamo ringraziarvi della generosità e vicinanza che sempre ci dimostrate.
Grazie a chi si ricorda di questo Ospedale nella preghiera, grazie a chi invia un saluto, grazie a chi invia un aiuto, grazie a chi passa per una visita e grazie a chi si ferma qualche giorno per aiutare.
Con l’aiuto di tutti, il lavoro continua ogni giorno, e ogni vostra donazione permette di assistere le tante persone che qui arrivano, a volte anche da molto lontano, perché sanno di trovare una risposta alle loro problematiche sanitarie e la possibilità di ricevere cure e medicinali adeguati.
L’Ospedale dedicato a don Mario Prandi, situato in una zona rurale remota e molto povera del sud-est dell’isola del Madagascar, è gestito dal 1968 dalla Diocesi di Reggio Emilia; sono attivi un reparto di pediatria, uno di medicina e chirurgia, l’ostetricia-ginecologia, un blocco chirurgico, servizio di laboratorio, una farmacia, un padiglione per la cura della tubercolosi, oltre a tutti i servizi logistici indispensabili al buon funzionamento di un ospedale (officina, garage, falegnameria, elettricisti, idraulici, ecc).
Il 2019 ha visto tutto l’ospedale impegnato in un percorso di miglioramento importante, che sta coinvolgendo anche tante persone in Italia. E’ un progetto che vede due filoni principali di interventi, il primo di natura logistica, dotando l’ospedale di una nuova linea di acqua potabile, di una Rete LAN interna necessaria per seguire meglio i malati e l’andamento economico dell’Ospedale, mentre il secondo filone cerca di aumentare e migliorare le competenze del personale sanitario, con momenti di formazione, acquisti di strumentazioni, farmaci necessari, e attività specifiche dedicate a diverse malattie che oggi sono sempre più presenti, come il diabete, l’ipertensione e la drepanocitosi per i bambini. Continua l’attività dedicata a migliorare l’assistenza alle mamme in gravidanza e i risultati fanno ben sperare. Nel mese di ottobre abbiamo aperto un piccolo Centro di Rieducazione motoria per le persone che arrivano in ospedale colpite da Ictus o altri incidenti vascolari. La palestra è gestita da una suora della Casa di Carità e i malati e le loro famiglie sono contenti. Non riusciremo forse a raggiungere risultati come in Italia, ma certamente cerchiamo di recuperare tutta l’autonomia possibile.
Ogni giorno lavorano alla FMA tante persone, sia personale sanitario come pure persone che si occupano quotidianamente della manutenzione e delle altre attività indispensabili per un ospedale in mezzo alla foresta; fra questi, anche il Centre Papillon dedicato ai bambini che devono trascorrere un lungo periodo in ospedale con la loro famigli, durante il periodo di trattamento della tubercolosi, svolge una funzione importante.
Ancora grazie e speriamo con l’aiuto di tutti, di potere continuare a dare risposte adeguate alle persone che arrivano alla FMA per guarire dalle loro malattie. Noi mettiamo il nostro impegno per curarli, poi sappiamo tutti che per guarire serve l’aiuto del Buon Dio e dello Spirito Santo, …e vi assicuriamo, ogni giorno alla Fondation Médicale di Ampasimanjeva, hanno il loro bel lavoro da fare.
GRAZIE
A Voi tutti, alle Vostre famiglie, Auguri di Buon Natale e di un Felice e Sereno Anno Nuovo.
L’équipe in servizio alla Fondation Médicale di Ampasimenjeva e il Centro Missionario Diocesano di Reggio Emilia
A tutti voi, che portate nel cuore Ampasimanjeva e le avete donato il vostro contributo, un grande e sincero GRAZIE. Anche quest’anno sono stati tanti i pazienti visitati e ricoverati nei vari reparti dell’ospedale di Ampasimanjeva in Madagascar, molti dei quali provenienti da villaggi lontani.
L’Ospedale offre un servizio sanitario qualificato ed efficace per tutta la popolazione della regione (11 comuni, 110.000 abitanti). Lo scorso anno sono stati visitati 16.631 pazienti e le consultazioni chirurgiche sono state 1.047, i malati ricoverati 2.213 e sono stati fatti 518 vaccini a bambini in età compresa tra 0 e 11 mesi. Le visite prenatali sono state 6.116.
Sono tanti numeri, ma non vogliamo annoiarvi continuando così, perchè per quelli ci sono le statistiche e i rapporti ufficiali. Quello che vogliamo esprimere è che sono numeri alti e significativi, di un ospedale che lavora a pieno ritmo. Non si limita più solamente alla valle del Faraony, ma è diventata un centro di riferimento per tutta la zona Vatovavy Fitovinany e della regione sud-est per diverse patologie quali ad esempio quelle cardiologiche, chirurgiche e ginecologiche-ostetriche.
Tutto il lavoro che fanno i medici, gli infermieri e il personale sanitario per garantire ai pazienti le migliori cure di cui necessitano, è reso possibile grazie al vostro contributo, alle donazioni di privati, associazioni o singoli, che aiutano così la struttura a continuare a offrire un eccellente servizio. È a voi che tutto il personale dell’FMA rivolge i più sinceri ringraziamenti con questa lettera. Le vostre donazioni si trasformano in cure, farmaci, giornate di formazioni, apparecchiature mediche e meccaniche, cibo. Le attività della gestione dell’FMA non si limitano solo all’Ospedale, ma anche all’officina meccanica e di falegnameria e al laboratorio di Marosokatra, dove vengono prodotti succhi di frutta di litchis e ananas, principalmente.
Inoltre, il 2018 è stato un anno di transizione tra la fine del progetto “Salute madre-figlio” e l’inizio del nuovo progetto che prenderà il via a marzo 2019. Con alcune donazioni è stato possibile portare avanti le attività nei villaggi, visitando le donne incinte e pesando i neonati. Si è potuta fare la formazione alle ostetriche e alle levatrici tradizionali dei villaggi, oltre a raccogliere i dati per predisporre una schedatura per le consultazioni prenatali.
Altra attività satellite dell’ospedale è il “Centre Papillon”, una struttura in cui i bambini che non possono permettersi di andare a scuola, vengono accolti e aiutati ad imparare le nozioni base di matematica e malgascio. Quest’anno abbiamo realizzato una toilette, a cui possono accedere i bambini. E’ stato possibile anche iscrivere alla scuola pubblica alcuni bambini che hanno dimostrato impegno e perseveranza nello studio, per dar loro l’occasione di avere un’istruzione più completa.
La Fondation Medicale, in conclusione, gestisce non solo l’Ospedale, ma anche tutte queste attività, che necessitano di donazioni per continuare e rafforzare i lavori che quotidianamente svolgono. Vi invitiamo quindi a continuare a sostenere l’FMA, anche con un piccolo gesto, e vi ringraziamo nuovamente di cuore per l’aiuto che avete generosamente offerto.
Auguriamo a Te e alla Tua famiglia un buon Natale!
Ancora grazie dalla Comunità di Ampasimanjeva
Per la comunità Giorgia Roda
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