Sierra Leone terra di speranza
Ottobre missionario 2021
Sono arrivata in Sierra Leone nel 2011 piena di gioia, pensando di poter servire, fare e dare qualcosa ai miei fratelli sierraleonesi, pian piano ho imparato e continuo ad imparare a conoscerli e a scoprire la loro ricchezza e i loro insegnamenti.
A poco a poco ho scoperto nel loro sorriso aperto e nei loro occhi luminosi la grandezza di Dio che chiama con forza al semplice e al necessario. Il mio contatto con i malati mi ha reso sempre più consapevole della fragilità dell’essere umano e della nostra piccolezza. L’affidarsi a Dio e l’abbandono alla sua provvidenza è qualcosa che fin dall’inizio ha attirato la mia attenzione e che a poco a poco sono diventati parte anche della mia vita, perché credo che in essi ci sia la loro felicità, nella consapevolezza di riconoscerci creature e non creatori.
La loro gioia è qualcosa che mi affascina sempre e mi chiedo com’è che sono allegri in mezzo a tante difficoltà, la capacità che hanno di “rifarsi” dopo essere “rotti” la risposta è sempre la stessa: FIDUCIA e ABBANDONO. Fiducia e abbandono, che van sempre oltre, per loro sono le ali da alzare in mezzo alle difficoltà, non senza sofferenza, ma SEMPRE CON SPERANZA.
Quegli occhi aperti e quei sorrisi franchi sono sempre un invito a guardare qualcosa che non accade, il vissuto è fortuna e qui si vive di qualcosa di più di fortuna, si vive della fiducia. La Sierra Leone mi ha aiutato a vivere di fiducia, fiducia nella Provvidenza, a lavorare a volte in mezzo alle avversità sapendo che il risultato dipende solo da Colui che fa crescere il raccolto e non da chi lo semina.
La Sierra Leone è un popolo, “un campo” dove la gioia cresce nei cuori delle persone semplici.
Sr. Adriana Juarez Navarrete