Prima Assemblea delle Comunità Riberinhe

 

Santo Antonio do Içã, 28 gennaio 2022

Dopo tanto tempo il giorno aspettato è arrivato; le aspettative sono alte anche se l’incertezza a volte prevale e effettivamente non si sa quante persone arriveranno e quante comunità parteciperanno; la speranza però non delude e quindi siamo tutti ansiosi di vedere. Cominciamo a portare le cartelle con il materiale preparato nei giorni precedenti nel salone dove si svolgerà l’assemblea, e la prima bella sorpresa è stato vedere che c’era già gente ad aspettare fuori del salone… poi rientrato in casa si presenta un signore di 40 anni che dice di essere il fratello di Eduardo, il muratore che sta lavorando per la parrocchie e che arriva da una delle comunità più lontane, 18 ore di barca. Sono sorpreso e nello stesso tempo ammirato del come la gente semplice si mette in movimento riconoscendo l’importanza delle cose e della fede che spinge a fare ciò che è necessario perché il cammino sia sempre più forte e bello. Credo che questo sia anche frutto del lavoro che Carlotti sta facendo lungo il fiume, con costanza e pazienza, ma lanciando sempre messaggi per fare crescere le comunità e le persone. 

Man mano che arrivano, fanno colazione, con caffè, pane, mantega e latte; alla fine nella salone si contano circa 35 persone di 11 comunità, quasi la metà delle comunità riberinhe…bel successo, almeno mi sembra che sia così. L’assemblea comincia invocando lo Spirito, perché sia lui che possa guidare il corso dell’assemblea, e poi, con molta semplicità ogni comunità si presenta, dice in quanti sono arrivati, il proprio nome, il ringraziare per l’opportunità che è stata data loro di potere conoscersi sempre più; mi ha sempre stupito questo modo di presentarsi, partendo dal ringraziare, non è così scontato e neanche così immediato nella nostra cultura e nelle nostre comunità. Poi, pe.Gabriele ha invitato don Eugenio a leggere il testo degli Atti degli Apostoli, dove viene descritto uno dei ritratti della prima comunità cristiana; fatto questo si sono divisi in 4 gruppi, tra comunità più vicine e si sono dati il tempo per discutere tra loro quelle che erano le cose positive nella comunità cattolica e ciò che manca, e poi allargare la riflessione su ciò che manca a livello sociale nelle aldeie (Villaggi) allargando così lo sguardo non solo sulla comunità ristretta, ma allargandolo a tutti.  

Amazzonia don Luigi 12Prima del pranzo due gruppi hanno cominciato a riportare in assemblea quello che era uscito dalla discussione; riporto solo alcune cose positive a livello di comunità e alcune cose che dovrebbero essere migliorate o cominciate, tipo riconoscersi come chiesa, l’importanza di ognuno, la visita dei coordinatori, l’importanza della celebrazione della comunità, sia la Messa che la liturgia della Parola; poi a livello sociale la mancanza dell’appoggio  a livello di sanità, assenza della presenza delle autorità, riconoscere l’importanza delle casse per l’acqua piovana, le difficoltà nei trasporti, poca qualità nell’ambito educativo (scuola), mancanza di benzina per i trasporti all’ospedale… 

Ci fermiamo per il pranzo e anche questo diventa un momento bello di partilha e di comunione; in cucina c’è una famiglia che si è resa disponibile per fare questo servizio; il marito della figlia della signora che guida la cucina è un bianco di Rio Grande do Sul, proprio all’estremo opposto del Brasile; fa quasi impressione vederlo in un luogo così diverso, ma l’amore supera tutte le distanze… Terminato il pranzo, un momento di riposo e poi di nuovo insieme per sentire i due gruppi che non avevano parlato nella mattinata, aggiungendo altre cose e altre riflessioni. 

Finito questo momento, pe.Gabriele ha cercato di provocare altre cose, come il discorso dei bagni nelle case, la possibilità di creare opportunità lavorative, avere una attenzione per le celebrazioni…alcune risposte sono uscite e si è percepito l’urgenza di fare qualcosa… 

Amazzonia don Luigi 14Poi si è affrontato la tematica del Sinodo, partendo dal fatto che la chiesa sta chiedendo di fare un cammino e ascolto partendo dal basso, quindi chiedendo alle comunità che cosa pensano e che cosa vogliono dire alla chiesa universale; dom Adolfo ha mandato a tutte le parrocchie alcune domande divise tra comunità che si definiscono Indigene e comunità riberinhe; così ci si è divisi di nuovo in due gruppi per potere riflettere sulla situazione delle comunità partendo da delle domande ben concrete e che poi saranno inviate al vescovo che, insieme alle altre parrocchie della Diocesi, stilerà un documento da inviare alla Chiesa Brasiliana. Direi che è stato un bel momento, nella semplicità ma ben animato e partecipato. Speriamo che sia un inizio di un cammino che possa portare frutti di comunione e di condivisione. Un saluto a tutti e state breve.  

don Luigi Gibellini