Messa missionaria e mandati – il resoconto

 

di Andrea Bonati
Foto di Giuseppe Codazzi

È arrivata perfino una corriera dalla Diocesi di Bologna per accompagnare il proprio parroco, don Paolo Cugini, alla Messa missionaria di giovedì 15 giugno nella Chiesa di Regina Pacis in città a Reggio. Si è trattato dei fedeli che fanno parte delle parrocchie di: Dodici Morelli, Palata Pepoli, Galeazza e Bevilacqua e che hanno voluto essere vicini al loro prete in questo momento importante con il mandato conferito dall’Arcivescovo Giacomo con destinazione la capitale dell’Amazzonia, Manaus dove l’impegno principale di don Paolo sarà quello di insegnare filosofia all’Università Cattolica.

Don Paolo non è nuovo al Brasile: già dal 1998 al 2013 è partito per quel Paese a servizio di varie comunità nella missione storica di Reggio: cioè la Chiesa sorella di Ruy Barbosa (stato della Bahia) dove ha già insegnato per molto tempo anche nel Seminario inter-diocesano di Feira de Santana.

Ma procediamo con ordine.

La sera di giovedì 15 giugno appunto, nella vigilia della Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, si è svolta la Celebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo S.E. Mons. Giacomo Morandi con i mandati missionari a don Paolo e una preghiera di benedizione per il rientro definitivo dalla missione di don Giancarlo Pacchin (Gianchi) da Jandira, San Paolo, BRA e suor Manuela Caffarri Carmelitana minore dalla Casa della Carità di Ruy Barbosa, Bahia BRA.

Durante l’Omelia l’Arcivescovo Giacomo ha commentato subito la prima Lettura tratta dal Libro del Deuteronomio dicendo che Dio ha scelto Israele non perché è il Paese più importante, ma perché è verosimilmente il più piccolo tra tutti i popoli: è stata la scelta Divina a farlo diventare importante. Questo fatto di scegliere i meno adatti è una costante della storia della salvezza. L’Arcivescovo ha citato alcuni esempi come: Mosé che si difende dicendo che non sa parlare, Amos che non era figlio di profeti, Geremia ancora che non riesce a parlare e, nel Nuovo Testamento, troviamo che la prima scelta cade su Maria, una ragazza di uno sperduto paesino della Galilea, poi i dodici tra cui c’è anche Giuda che poi lo tradirà e successivamente troviamo la figura di Paolo, il persecutore che grazie all’intervento Divino si converte.


La logica sottostante è quella che più si è piccoli più è facile mostrare la potenza di Dio che opera meraviglie: quindi soprattutto la scelta cade con gli umili e gli ultimi perché sono quelli che gli permettono con maggior facilità di trovare spazio e entrare nelle loro vite.

Poi con la seconda Lettura, tratta dalla Prima Lettera di Giovanni, noi impariamo dal Signore che cosa vuole dire la parola Amore. L’evangelizzatore e allo stesso tempo il missionario, è colui che con la Parola e l’amore per Gesù, quindi con il suo esempio, porta non sé stesso ma il Signore.

Il re-inviare don Paolo Cugini in Brasile per insegnare si giustifica con il fatto che deve essere una sfida non solo sua ma dovrà far sentire che la sua Chiesa di origine lo accompagna e lo sostiene.

Dopo il Rito di mandato svoltosi al termine dell’Omelia con la benedizione e la consegna del Crocefisso a don Paolo la Messa è poi continuata fino a dopo la comunione quando don Gianchi e suor Manuela hanno ricevuto il mandato di rientro sotto forma di una preghiera di benedizione e di gratitudine per il lavoro svolto in terra di missione. Per don Gianchi l’Arcivescovo ha fatto la sorpresa di consegnargli l’attestato di Papa Francesco che lo ringrazia dei suoi 50 anni di Messa.

Prima del termine ci sono state le tre testimonianze.

Prima don Gianchi (Ascolta l’audio della testimonianzaScarica il testo della testimonianza) ha raccontato che all’inizio era partito per il Brasile senza che fosse ancora prete. Ha vissuto in una Favelas con i più poveri condividendo con loro il lavoro, la mensa e i momenti di preghiera. Era ancora indeciso sulla sua vocazione ma durante una Messa celebrata nel Bairro (quartiere) con più di mille persone è stato per lui il segno per diventare sacerdote e a favore dei più poveri. Così ha fatto nei primi anni quando in Amazzonia (Stato dell’Acre) ha condiviso la dura vita dei “seringueiros” (raccoglitori di caucciù) e successivamente a Jandira (San Paolo) dove per più di 40 anni si è dedicato ai bambini (“meninos de rua) e ai poveri fondando due parrocchie e la Caritas San Francesco.

Suor Manuela (Ascolta l’audio della testimonianzaScarica il testo della testimonianza), che ha voluto vicino la volontaria laica del CMD Marinella Tognetti, maestra in pensione originaria di Villa Minozzo da quasi tre anni anche lei nell’Equipé della Casa della Carità di Ruy Barbosa, e appena rientrata per un periodo di riposo, ha sottolineato come dopo un avvio stentato ora in Casa c’è una bella esperienza di comunità molto ricca e costituita da diverse vocazioni grazie anche all’appoggio del Vescovo locale Dom Estevam. Ultimamente motivo di gioia è anche l’entrata in Noviziato di due ragazze brasiliane del posto.

Infine don Paolo (Ascolta l’audio della testimonianzaScarica il testo della testimonianza): anch’egli si è dichiarato a favore dei poveri e a chi gli ha chiesto perché volesse ripartire, ha risposto dicendo che l’importante nella Chiesa è avere aria fresca che entra, così come lo sono le lettere di don Carlotti e di don Burani e ultimamente anche quelle di Anna Chiara, che raccontano della loro esperienza in piena Amazzonia: il Vangelo passa solo attraverso l’amicizia e relazioni umane rinnovate!

Come Centro missionario desideriamo ringraziare tutti coloro che a partire dal parroco, don Enrico, i diaconi e tutti quelli che hanno partecipato alla celebrazione, senza dimenticare il coro dell’Unità Pastorale Santa Maria degli Angeli che ha animato la Messa in modo veramente esemplare.