Il linguaggio comune

 

” Rallegratevi nel Signore, sempre;​ ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini.​ Il Signore è vicino!.” fil 4, 5-6

Ecco la prima condivisione dell’esperienza che mi è​ stata donata; anche se in periodo di pandemia non ho esitato a dire il mio “si” ad un invito inatteso e inaspettato: quello di accompagnare suor Florence e raggiungere don Filippo in Madagascar e restare fino alla fine della sua visita in questa realtà.
Il viaggio è​ stato interminabile perché arrivate in aeroporto a Tana abbiamo dovuto aspettare il nostro turno per sottoporci al tampone prima di essere accompagnate all’hotel, per la quarantena di due giorni, dove siamo arrivate alle ore 5 del giorno dopo la partenza. Strade sconnesse e molto strette e ogni volta che il pulmino doveva svoltare creava ansia seguito poi da un sospiro di sollievo. Abbiamo riposato qualche ora​ poi colazione abbondante.
La sera dello stesso giorno è​ arrivato l’esito negativo del tampone e così​ libere per essere accompagnate alla Casa della Carità di Tongarivo.
Lungo il percorso dall’hotel alla Casa tante persone avevano già iniziato la loro giornata e il traffico intenso. Quello che più mi ha colpita,​ oltre ai colori del Madagascar, è​ stata la grande povertà che, non nego, è​ stato come aver preso un pugno nello stomaco; mi sono venute le lacrime agli occhi. Mi sembrava di essere tornata molto indietro con gli anni: sulla strada insieme alle auto e camion, uomini che trainavano carretti pieni o vuoti, qualche mucca condotta non so dove, oppure mucche che pascolavano ai bordi della strada; numerose persone a piedi o in bicicletta o in moto; un grande movimento tutto mescolato e grande confusione.
Dopo questo primo impatto con la povertà di tante persone mi sono chiesta il perché​ a loro e non a me e come mai loro siano sempre col sorriso e accoglienti mentre​ noi, che abbiamo tutto, siamo​ insoddisfatti e poco sorridenti.

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Siamo arrivate alla Casa accolte dal sorriso stupendo di Sasa, da sr Giacinta, sr Monique, sr Francoise,​ altre Sorelle e aspiranti, grande commozione.
In questo primo periodo mi sono fermata alla Casa di Tongarivo dove ho fatto vita di casa: l’incontro con gli ospiti e le suore mi​ ha fatto sentire in famiglia, grande ospitalità, accoglienza, attenzione, semplicità, essenzialità; scuola di vita.
La semplicità della vita di Casa aiuta molto ad ascoltare il Signore: una semplicità​ che si trova nei cibi, nell’organizzare la giornata dove tutti sono coinvolti e nell’accudire gli ospiti. Alcune scene di servizio che gli ospiti si fanno l’un l’altro mostrano come nel vivere in famiglia ognuno è capace di annunziare il Regno di Dio con un linguaggio universale che ha aiutato anche me pur non conoscendo la lingua.
In questo contesto per il come e cosa fare il linguaggio comune è quello della carità cioè​ dell’amore e della gratuità.
Che grande dono e maestri sono gli Ospiti, sanno stupire sempre!!! si ricordava il mio nome; infatti una mattina, mentre aspettavo la celebrazione della Messa nella cappella della CdC sento gridare ‘buongiorno Maria Pia’, questo saluto fattomi da Joseph, ospite di Casa, mi ha sorpresa, fatta sobbalzare, commuovere.
Alla CdC di Tongarivo, già​ dal mattino presto, si forma una lunga coda di poveri che vengono al dispensario della Casa per​ prendere le medicine e​ farsi curare da sr Giacinta che offre questo servizio da molti anni. Vi sono anche altri che vengono a prendere il riso perché bisognosi.
Le giornate iniziano alle 5 del mattino con la preghiera,​ S. Messa alle 6 quasi sempre nella parrocchia di Malaza; celebrazione molto partecipata e con canti melodiosi, seguono attività​ casalinghe scandite da momenti di preghiera per concludersi con compieta alle ore 20 massimo 20,30.
In questo primo periodo accompagnata da sr Florence e a volte da sr Giacinta ho visitato la Casa di Preghiera di Itaosy, le CdC di​ Ambanidia, Andoatapenaka e il noviziato di Manresa dove ci sono dieci novizie.

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Caratteristiche comuni oltre agli ospiti giovani,​ è l’accoglienza che davvero​ fa sentire in famiglia,​ preparano cose che piacciono come le tagliatelle coi funghi o le patatine, purea, salsiccia e tanto altro.
Questo tempo trascorso alla Casa della Carità di Tongarivo mi ha permesso di fare un bagno di gratuità, semplicità, ospitalità per richiamarmi ad una vita più​ sobria e valorizzare l’acqua, la luce, l’assistenza sanitaria, i mezzi di trasporto e tante altre comodità che diamo per scontate e che non sappiamo riconoscere come dono prezioso da non sprecare e da custodire.
In sintesi: incontro con una grande povertà materiale ma ricca di umanità e valori.
L’incontro con don Filippo avverrà​ tra qualche giorno.
Concludo chiedendo scusa per eventuali considerazioni scontate e banali ma spero che questo vissuto benefico che ha inondato la mia vita possa essere una goccia che bagni anche chi legge o incontrerò al mio ritorno.
Ringrazio chi mi ha permesso questa immersione nella missione Malgascia.

Veloma un abbraccio ed un saluto a tutti.
Maria Pia
Tongarivo, 12 gennaio 2022

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