Eccomi manda me

 

Alle porte dell’ottobre missionario si fa spazio nel mio cuore il sentimento di  una profonda gratitudine perché se posso guardare con speranza al futuro lo devo a coloro che ieri con il dono della loro vita hanno risposto: “Eccomi manda me” alla chiamata del Signore. In particolare, è grande l’affetto riconoscente per don Pietro Ganapini e Antonina Neri. La mia vita in Italia era abbracciata da Salvador ad Antananarivo, dal Brasile al Madagascar. Incontrarli era come entrare dentro una vita piena. In comune avevano il sorriso come accoglienza e il cuore sempre aperto al prossimo. Due luci differenti che hanno mosso la fede di molti qui in Italia fino a compiersi nel desiderio comune di rimanere li con i popoli da cui si sono fatti adottare. Posso proprio dire che in don Pietro e Antonina ho visto realizzarsi, attraverso l’evangelizzazione, una fraternità profonda, viva e feconda. Come ci ha detto il nostro vescovo nell’omelia dell’8 settembre “Dio ci ha scelto attraverso il battesimo e ci ha confermati con i sacramenti della Chiesa per mandarci in tutte le occasioni della vita, annunciatori e testimoni di Cristo, redentore dell’uomo e della storia.La loro vita in missione, radicata in Cristo, ha evangelizzato molti di noi. Il dono della chiamata missionaria è prima di tutto per la Chiesa che manda. Attraverso la vita di don Pietro e l’Antonina si è reso ancora più evidente per me, e credo per ciascuno di noi, che siamo stati coinvolti dalla loro passione e dalle loro instancabili iniziative per diffondere l’amore di Dio verso e attraverso i più piccoli e sostenerli nelle loro prime necessità. Questo è un motivo per continuare a pregare per le vocazioni alla vita missionaria, perché attraverso la vita di questi nostri fratelli che partono tutti noi veniamo invasi dalla bellezza dell’opera di Dio che continua a venire a noi e facendo crescere  il desiderio di corrispondere alla Sua opera.

Come continuare il nostro cammino di chiesa missionaria? Ecco che alcune parole del Papa ci vengono incontro. All’udienza del 23 settembre 2020 parlando del ruolo dei che i poveri possono avere  cita l’Esortazione apostolica Post sinodale Querida Amazonia e l’enciclica Laudato si’ ci ricorda l’importanza di assumere un atteggiamento sussidiario nei confronti di chi è nel bisogno incentivando l’ascolto quale prima modalità di farsi presenti agli altri per rispondere in modo adeguato  alle loro necessità. “Il primo passo è lasciare che i poveri dicano a te come vivono, di cosa hanno bisogno. Bisogna lasciar parlare tutti! È così che funziona il principio di sussidiarietà. Non possiamo lasciare fuori dalla partecipazione questa gente; la loro saggezza, la saggezza dei gruppi più umili non può essere messa da parte. Le voci dei popoli indigeni, le loro culture e visioni del mondo non vengono prese in considerazione. Oggi questa mancanza di rispetto del principio di sussidiarietà si è diffusa come un virus…si ascoltano più i potenti che i deboli. Così non permettiamo alle persone di essere << protagoniste del proprio riscatto>>”.

Se tutto è “tutto è intimamente relazionato” (Laudato si, n. 137), allora bisogna dare un significato più profondo alla parola solidarietà, tale che non si limiti a una semplice compassione per chi è nel bisogno ma che si impegni a perseguire il bene dell’altro come se fosse il proprio. Come ricorda il Papa nell’Enciclica appena uscita  “Fratelli Tutti” solidarietà “è una parola che esprime molto più che alcuni atti di generosità sporadici. È pensare e agire in termini di comunità, di priorità della vita di tutti sull’appropriazione dei beni da parte di alcuni. È anche lottare contro le cause strutturali della povertà, la disuguaglianza, la mancanza di lavoro, della terra e della casa, la negazione dei diritti sociali e lavorativi.” (FT 116).

Alla luce di queste riflessioni ci ritroveremo nel mese di ottobre con quattro importanti appuntamenti che vogliono ricordare a tutti come da tempo il mese di ottobre ci invita a tessere fraternità con le comunità lontane, perché maturi in noi la consapevolezza del legame che abbiamo con le Chiese Sorelle del Brasile, dell’Albania, dell’India, del Madagascar, del Rwanda.

  • VEGLIA MISSIONARIA sabato 17 ottobre 2020 alle ore 21 il Vescovo Massimo Camisasca presiederà la veglia missionaria presso la chiesa di S. Michele Arcangelo a Pieve Modolena, nella quale incontreremo i giovani rientrati dai campi di missione e sarà dato il mandato ai partenti
  • GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE domenica 18 ottobre: sarà un momento di preghiera e di sostegno concreto alle giovani Chiese diffuse nel mondo; la colletta sarà interamente destinata alle Missioni Pontificie
  • SPETTACOLO TEATRALE “Pierre e Mohamed: un cristiano e un musulmano amici. Fino alla morte. Insieme.” Sabato 24 ottobre alle ore 21 presso la parrocchia del Sacro Cuore. (Acquisto biglietti 0522/436840) Prevendita obbligatoria per norme Covid
  • GIORNATA MISSIONARIA STRAORDINARIA pensata proprio perché le restrizioni in tempo Covid hanno modificato il nostro anno pastorale. La quaresima 2020 ha sostenuto le attività Caritas, mentre l’Avvento 2020 andrà a sostenere le missioni diocesane di Reggio Emilia.

Per noi hanno risposto all’ “Eccomi: manda me” sacerdoti e laici; hanno risposto a una chiamata particolare a vivere la fraternità in terre lontane, testimoniando l’amore di Dio Padre per i suoi figli. Sostenendo i nostri missionari possiamo avvicinarci e dialogare con i nostri fratelli cristiani e con ogni uomo, prendendoci cura della promozione umana, sociale, culturale, vivendo la comunione con loro e sostenendoci nell’azione dello Spirito che oltrepassa anche immense distanze geografiche.

Condividiamo e viviamo il sogno di papa Francesco scritto nell’ enciclica appena uscita: “Desidero tanto che, in questo tempo che ci è dato di vivere, riconoscendo la dignità di ogni persona umana, possiamo far rinascere tra tutti un’aspirazione mondiale alla fraternità. Tra tutti: «Ecco un bellissimo segreto per sognare e rendere la nostra vita una bella avventura. Nessuno può affrontare la vita in modo isolato […]. C’è bisogno di una comunità che ci sostenga, che ci aiuti e nella quale ci aiutiamo a vicenda a guardare avanti. Com’è importante sognare insieme! […] Da soli si rischia di avere dei miraggi, per cui vedi quello che non c’è; i sogni si costruiscono insieme». Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!” (FT n 8). Il principio a fondamento della fraternità è la nostra adesione a Cristo: “Se sono con Cristo, sono con tutti, perché egli non si separa da nessuno per venire da me, ma trascina me nella sua comunione.” (Mons. Pietro Margini, Ti amo, p. 247)

La testimonianza ancora viva di san Giovanni Paolo II e la forza del suo invito ad “aprire, anzi a spalancare le porte a Cristo” ci sia di guida nel camminare verso l’obiettivo di aprirci al mondo, perché è solo alla luce della fede che ci sostiene, ci plasma e ci purifica che è possibile raggiungerlo.

don Pietro Adani
Direttore del Centro Missionario Diocesano