Coronavirus e missione

 

In questa fase emergenziale nel nostro paese e nel mondo, continuano ad arrivarci le preoccupazioni e le notizie dei nostri amici missionari all’estero, che ci manifestano la loro vicinanza e la preoccupazione che il virus, qualora dilagasse nei paesi dove sono, possa fare molti danni nei confronti delle popolazioni più povere. 

La settimana scorsa, dall’Albania ci sono arrivate le notizie sulla diffusione del virus e sulle misure adottate dal governo. Le suore della Casa di Carità di Vau Dejes Suor Rita e Suor Maria infatti ci hanno scritto il 21 marzo:
Le prime due persone sono state trovate positive l’8 marzo e ad oggi i contagiati sono un settantina.
Il Governo, consapevole anche della situazione sanitaria del Paese, ha subito chiuso le scuole e i confini con l’Italia e man mano ha dato direttive sempre più rigide. Da domani si potrà uscire, anche a piedi, solo dalle 5 alle 13. Per circolare in macchina ci vogliono permessi speciali ed è consentito solo in quegli orari, così come anche gli alimentari e farmacie (uniche cose rimaste aperte insieme alle fabbriche esclusivamente alimentari) rispetteranno gli stessi orari. I controlli sono numerosi e le multe salate.

La Conferenza Episcopale dal 13 marzo ha sospeso tutte le funzioni religiose e gli incontri. Le chiese rimangono aperte per la preghiera personale. Dall’ inizio di questa settimana tutta la nazione alle 21 prega il rosario, che ogni giorno è guidato da un vescovo su Radio Maria. Il nostro vescovo ha invitato tutti i sacerdoti e le comunità religiose ad un’ora di adorazione quotidiana (dalle 17 alle 18) e ha invitato tutti i bimbi alle ore 12 a recitare 10 Ave Maria.

[…]Tutto quello che si può fare fuori casa lo stiamo pian piano delegando al parroco, alcune suore, alcuni ausiliari. Per il servizio degli ospiti ci aiuta solo una signora alcuni giorni per il più piccolo, mentre ci aiutano per il lavaggio dei piatti e qualche volta alla settimana una donna viene a pulire gli ambienti comuni prima dell’alzata degli ospiti. 
Comunque il clima in paese è di grande paura e, mentre gli uomini continuano un po’ ad uscire, non si vedono quasi più donne in strada (almeno questo ci raccontano!!!).

Dal Brasile ci dicono al telefono i missionari che anche da loro è iniziato il regime di prevenzione al coronavirus. Dall’ Amazzonia ci raccontano di avere un caso positivo in cittá e per questo gli impongono il coprifuoco dalle 10 di sera alle 5 del mattino, l’uso obbligatorio della mascherina per uscire di casa e la cessazione di tutte le attività. don Gabriele Burani la descrive come “Una situazione strana e preoccupante.” Mentre don Gabriele Carlotti ci conforta con le sue parole.

“Il male sempre ci fa soffrire quando ci passiamo dentro, tutto il male, quello che dipende da noi, ma anche quello che subiamo.
Quando sarà passato scopriremo che siamo cresciuti, non è una consolazione, non servirebbe, ma è la logica della Storia che rimane nelle mani del Creatore. I nostri “padri” dicevano che Dio sa trarre il bene anche dal male. Continuiamo ad avere fiducia, siamo resilienti in questi tempi oscuri[…]  Vorremmo avere il coraggio di guardare in faccia anche i mali di oggi, non solo come vittime, ma specialmente come responsabili di una nuova storia, una nuova opportunità che sta sorgendo. Vorremmo gridare al mondo con le parole del profeta: ” …ma non ve ne accorgete!”. 
Dalla povera gente, dai più umili la storia ricomincia sempre, come la tessitura di una nuova stuoia che le mani stanche e tenaci di donna india, allattando il suo futuro, ancora intrecciano.”

Dal Madagascar dove sono in servizio don Luca, don Simone, Enrica, don Ganapini, suor Giacinta, Luciano e Mauro la situazione è la seguente. 
La situazione del 23/03/2020 sulla base della comunicazione del Presidente della Repubblica è la seguente: 5 nuovi casi accertati, 17 casi confermati, 0 deceduti. Questi persone erano tutte nell’aereo AF934. Le persone che si trovavano sul volo hanno fatto il test. Dei 145 passeggeri, 122 hanno risposto, 22 non hanno risposto e di 1 persona si sono perse le tracce. Dei test rapidi sono in arrivo con un cargo delle Nazioni Unite e daranno dei risultati in  20 minuti. Anche le mascherine di protezione sono in arrivo e la loro distribuzione sarà data come priorità al personale sanitario che è in contatto con i  malati. Al momento il Madagascar è nella fase 1 della diffusione del virus, sono meno di 300 casi di contagio confermati e nessun decesso. Il rispetto dell’isolamento è la forma più importante per prevenire la diffusione del virus.
Il Presidente fa appello alla solidarietà e invita i Medici malgasci a mettere in campo tutti gli sforzi e le loro competenze.

Il 26 marzo ci scrive don Luca che i negozi hanno chiuso e probabilmente scatterà il coprifuoco per la notte.A Tamatave e Tulear ci sono scioperi di massa e manifestazioni. Per il resto pochissima gente in giro. sembra surreale.

In India, secondo le ultime notizie ufficiali i casi di Coronavirus sono saliti a 649 riconosciuti positivi e 13 morti… di cui 4 nella città di Mumbai. Rimane il problema degli accertamenti.

Da domenica scorsa in tutta l’India è stato dichiarato il coprifuoco da mattina a sera. Tutto bloccato per i prossimi 21 giorni (tre settimane). Rimangono solo alcuni momenti durante il giorno in cui è possibile uscire per fare la spesa e per la farmacia. Ma fuori da quei momenti tutto è stato bloccato. La polizia sorveglia le strade e sono stati riportati diversi episodi di violenza dalle finestre delle case in cui, le persone che escono sulla strada vengono aggredite dalla polizia con bastoni e manganelli per un rapido ritorno a casa. 
Domenica scorsa tutta l’India è stata invitata dal Primo Ministro a unirsi in una sorta di flash mob alle ore 17 per cinque minuti ininterrotti battendo le mani, o pentole o coperchi o strumenti musicali di ogni genere da finestre e balconi come segno di incoraggiamento e di ringraziamento per quanti si stanno adoperando per combattere il Virus negli ospedali e nel mondo. La partecipazione è stata esemplare. Si sono registrati anche gruppi che sono scesi sulle strade per manifestare la loro adesione a tutto questo… ma sono stati invitati a rientrare a casa. 
Diversi dottori hanno protestato col governo dicendo che non è questo il genere di appoggio che si aspettano dal governo di un paese dove l’assistenza sanitaria è tutta a pagamento (anche le visite ai medici e ogni servizio di medicine e di ospedale compreso il pronto soccorso) e i dottori stessi non vedono garantito nè il loro lavoro nè la possibilità di aiutare i cittadini in queste condizioni. 

Nelle Case della Carità tutti bene, chiusi in casa. Nelle Case sono garantite le Messe in Casa poiché i preti sono nello stesso cortile o nello stesso stabile della Casa stessa. Per ora sono sospese tutte le celebrazioni fino a Pasqua. 

In Rwanda, fino al 21 marzo si sono registrati 17 casi di coronavirus, provenienti dall’estero. Padre Bizimana ci informa che le chiese e le scuole continuano ad essere chiuse per 2 settimane dopo che sono stati scoperti i primi casi e sono vietati gli incontri pubblici. Dopo questo tempo lo Stato vedrà come procedere.

Rimaniamo aggiornati e non mancheremo di farvi sapere gli sviluppi grazie ai missionari.