Arriva il momento che diventa necessario ricordare chi non c’è più
Eccomi qua a scrivere, di vita e nuovamente di morte. Il quotidiano ci costringe a correre, a pensare ai molti impegni, alle cose da risolvere. Forse saró un po´ ripetitiva, ma pensando all’anno appena terminato, a parte la mia vita totalmente scombussolata, il mondo continua a girare allo stesso modo.
Una ragazza di 18 anni con anemia falciforme é rimasta incinta; sapeva benissimo i rischi che correva, ha cercato di abortire bevendo chissá quale intruglio, ma senza risultato.
20 giorni in ospedale, il bambino é nato, ma sono morti entrambi. È stato devastante entrare in quella casa e vedere le due bare. Cosa é successo veramente? E chi lo saprá mai! Sua madre racconta una versione dei fatti, chi di dovere sa come tirarsi fuori dalle responsabilitá e nessuno cercherá di capire la veritá; semplicemente é un altro povero che é morto, tutto qui.
E così F., incinta del terzo figlio, che é morto..perché? Ognuno dice la sua, ognuno si giustifica come puó e se parli con chi di dovere la colpa é sempre del popolo.
Un altro bimbo morto, un´altra donna che soffre, povertá e tanta rassegnazione.
E poi c´é la mia Kethilyn che non ce l´ha fatta, anche lei é volata via. Lí a Mogi das Cruzes (San Paolo), dove la mia esperienza in Brasile ha avuto inizio; il diabete é apparso 7 anni fa. Dopo che le hanno ucciso sua madre: Vanessa, perché é cosi che si chiamava, l´8 marzo 2013 é stata uccisa con una coltellata alla gola, mentre Il figlio piú piccolo di 4 anni era tra le sue braccia e Kethilyn stava dormento, una colpa difficile da cancellare. Lei ci ha provato a rifarsi una vita, anche lei é diventata mamma, ma non sempre le cose vanno nel verso giusto e quel diabete emozionale tanto difficile da accettare e con cui convivere, l´ha uccisa.
Gustavo, una di quelle vite segnate da sempre, di quelle vite che tutti sono bravi a giudicare, perché li ho letti i commenti su internet: “ I poliziotti hanno fatto bene, un delinquente in meno”. Gustavo era entrato in una casa con un suo amico per rubare, la polizia lo ha ucciso.
Capelli biondi, occhi castani e uno sguardo perso; una frase “Con un padre omicida e una madre puttana, drogarmi mi aiuta a dimenticare”; aveva 12 anni quando l´ho visto l´ultima volta nel 2009, ma le notizie sulla sua vita, su quello che faceva le ho sempre avute dalla sua famiglia.
Persone a cui ho voluto bene, che non ce l´hanno fatta, per le quali bisogna trovare un momento per piangerle, pregare per loro e sperare che abbiano trovato la pace, tanto attesa e tanto meritata, in qualsiasi posto oggi si trovino, perché qui sulla terra non sono riuscite ad averla.
Un saluto anche a te, Carmela, nonna adottiva del mio paese di origine, che amava chiacchierare, sempre preoccupata dei suoi nipoti e di noi, suoi nipoti adottivi; sapeva delle diffcoltá che affrontavamo lontani da casa e con il suo preoccuparsi, sapeva lasciare sempre parole piene di gioia.
Quando ho iniziato a scrivere, pensavo di parlare anche della vita, della gioia dell´attesa e delle emozioni che si provano, dei cambiamenti, pensavo di parlare di me.
È arrivato un nuovo anno, sono stata in Italia, qui a Nova Redenção gennaio é trascorso nei migliore dei modi, commemorando il patrono San Sebastiano e con la pioggia che grazie a Dio ha rinvigorato la terra e gli animi di tutti. Ci stiamo preparando all´inizio di un nuovo anno scolastico e di attivitá, in parrocchia abbiamo cambiato parroco e questo significa tempo di adattamento .
Non ci si ferma mai, ma arriva un momento che diventa necessário ricordare chi non c´é piú.
Non piangere qualcuno volato via, non dirgli addio per l´ultima volta é difficile perché non sempre ci permette di elaborare il lutto, credere che quella persona non c´é piú non é cosi automatico e facile.
Forse queste mie parole di oggi mi aiuteranno a farlo, nel frattempo vivo i cambiamenti che avvengono dentro di me e il dono della vita che stravolge tutto.
Vanessa
Nova Redençao, 20 Febbraio 2020