Arco Iris

 

Arco Iris, in portoghese, arcobaleno. È il nome di un progetto che, da molti anni, sta tentando di “portare un po’ di luce” a molte donne di Ruy Barbosa, Stato di Bahia (Brasile), che vivono in condizioni particolarmente difficili, conseguenza di abbandoni, violenze e povertà. Il punto di riferimento è la Casa della Carità che da più di venticinque anni, in un contesto impegnativo e molto fragile, si fa prossimo non solo degli ospiti ma anche di tanti che vivono al di là della sua recinzione, per intervenire più strutturalmente di fronte a situazioni di disagio e di bisogno. 

Il progetto è rivolto a donne in situazione di particolare vulnerabilità per rompere il ciclo della violenza, dell’abbandono e dell’esclusione che esse quotidianamente vivono e promuovere il recupero della loro dignità e dell’autostima. Dietro a queste donne (che spesso sono ragazze giovanissime) ci sono bimbi che esse faticano ad accudire e famiglie particolarmente fragili. Le donne ricevono un “buono” per comprare beni di prima necessità e ricambiano con piccoli servizi nella Casa della Carità, occupandosi della pulizia di alcuni locali e dando un aiuto in lavanderia e nella Casa degli Anziani. Non è però uno scambio, è un cammino di amicizia e di condivisione che vuole agire più in profondità, perché uscire da un contesto di violenza e povertà significa anche fare un percorso (personale ma nello stesso tempo comunitario) che porti a intravedere l’arco iris nella propria vita, anche se è molto difficile 

Con l’aumento del numero di persone che chiedono aiuto e considerata la grande generosità delle famiglie reggiane, si è pensato a una nuova modalità per poter essere vicini ad un numero maggiore di donne. È iniziata così una importante collaborazione con le agentes de saúde (funzionarie pubbliche che monitorano il territorio, insieme alle assistenti sociali, in modo capillare) che segnalano le famiglie più bisognose presenti nel loro quartiere, a cui ogni mese è consegnato un buono di 80 real (circa 16 euro). Si tratta il più delle volte di donne sole con figli piccoli. A loro è richiesto, come contraccambio all’aiuto ricevuto, di farsi prossime a qualche loro vicino che vedono essere nel bisogno, giovane o anziano. La base del progetto è infatti lo spirito di reciprocità, la condivisione dei doni e dei bisogni, per diffondere sempre più una mentalità di solidarietà, la civiltà dell’amore.

Il primo venerdì di ogni mese, le donne coinvolte nel progetto si ritrovano, coordinate da Gerlane, Analice e me, per leggere insieme la Parola di Dio e valorizzare la quotidianità della loro vita, attraverso la preghiera e l’ascolto reciproco.  In questa occasione, ma sempre, si ricordano i generosi benefattori, cui va il pensiero riconoscente di tutte le persone coinvolte, i bimbi e le donne che trovano in questo progetto un motivo di speranza, è soprattutto per loro che, malgrado le difficoltà dovute alla pandemia, i contatti e gli aiuti non si sono interrotti. 

Ci sono Iv., Jo., Je.., Si.., Ma…, Ra…  

E poi tante altre donne alle prese con un mondo che ha riservato loro soprattutto soprusi e che le vede irrilevanti. Con Arco Iris il sole torna a rischiarare le loro vite, vite che, per molte di loro e per tutti i loro bimbi, sono solo agli inizi…

Marinella Tognetti, Ruy Barbosa (Brasile)