Un Avvento nell’Avvento
Ampasimanjeva, Madagascar
2-12-2022
Carissimi tutti,
anche qui sull’Isola Rossa siamo entrati nel tempo d’Avvento.
Il sole cocente e la pioggia, finalmente tornata a cadere dopo la stagione secca, stanno facendo maturare rapidamente la frutta sugli alberi. I grappoli di litchi strabordano dalle ceste sulla testa delle donne, addolciscono le tavole e colorano di rosso i bordi delle strade. Per il resto non è ancora tempo…gli ananas, i manghi e gli avocado hanno ancora bisogno di prendere nutrimento dalla terra e dal cielo.
Guardandomi intorno, questa natura ha una forza vitale esagerata, mi parla di attesa, di fragilità e fecondità. È come se anche la natura, in questo Avvento, stesse fedelmente portando in grembo i frutti con i quali sfamerà questo popolo a suo tempo.
Anche come comunità di Ampasimanjeva, in questi giorni, stiamo vivendo un Avvento nell’Avvento. Solitamente quando accogliamo un gemello neonato, perché abbandonato dalla famiglia, il suo arrivo è a sorpresa e il nostro tempo di reazione è aprire la porta e prenderlo in braccio.
Questa volta invece è successa una cosa atipica. L’altro giorno è arrivata dal villaggio una distinta signora raccontando che circa una settimana prima, nei dintorni, erano nati due gemelli, dei quali i genitori si sono presi felicemente cura. Poi però un famigliare ha ricordato loro che la tradizione vuole che uno dei due venga tenuto e l’altro lasciato. Si può immaginare la sofferenza dei genitori, legati da un lato al bene per queste creature e dall’altro alla paura di un disconoscimento da parte dei parenti. Una volta chiara la situazione, siamo arrivati all’accordo che l’indomani ci sarebbe stato portato uno dei due bimbi. Così abbiamo vissuto le nostre 24 ore di Avvento nell’Avvento.
Siamo alla scuola di un bambino.
Prepararsi ad accogliere colui che deve venire vuole dire fare spazio in camera per il lettino, togliendo ciò che occupa spazio e non serve; significa predisporre il cuore all’accoglienza, senza ancora avere visto, ma fidandosi di una parola…
Ed ecco che, come promesso, il giorno seguente ci è stato porto il fagottino avvolto in un drappo bianco, con l’implicita richiesta di averne cura.
È tempo di Natale: il “Dio con noi” ci viene incontro in Andréa. Ancora una volta siamo alla scuola di un Piccolo: ci insegna il senso profondo del “vegliate”(Mc 13,33). Colui che ha fame, sete, freddo fa tenere sempre l’orecchio teso, nell’attesa di un pianto, una voce, che desidera comunicare. Così anche il tempo del sonno, che con un bimbo in camera non è mai profondo, diventa occasione di dono. E nel lavarlo è necessario chinarsi per immergerlo nell’acqua calda in un catino, in questo modo ci invita a prenderci cura stando in ginocchio. Così la concretezza di una piccola vita ci apre al mistero più grande, le cose della Terra ci parlano del Cielo e il Volto di Dio si incarna nel quotidiano.
Anche la Parola si carica di significato alla luce della vita del villaggio: Le carrette trainate da coppie di buoi mi rimandano al paradosso del giogo leggero (Mt 11,28-30); le mamme che, con uno stuolo di bimbi al seguito, vendono due pesci per poter dare loro un piatto di riso la sera, mi ricordano l’abbandono fiducioso alla Provvidenza senza troppo preoccuparsi del domani (Mt 6,25); E nella cura dei malati all’ospedale e dei poveri vicino a casa ritrovo il farsi prossimo del Buon Samaritano (Lc 10,25 37)…
Ringraziando il Signore per come in tanti modi si fa vicino, vi auguro un buon cammino verso il Natale, anche a nome di tutta la comunità di Casa.
Possa compiersi presto il tempo del Regno in cui non ci sono piccoli né grandi, Regno di pace e di gioia!
Giada