Ultime settimane a Ipirà

Ipirá – Bahia 7  maggio 2019

Carissimi, sono ormai giunto alle ultime settimane di servizio a Ipirá, e anche verso la conclusione di una tradizione di molti anni di preti reggiani a Ipirá: dal 1980 don Riccardo Camellini, don Piero Medici, don Paolo Cugini, don Antonio Davoli, don Vittorio Trevisi, don Mario Gazzotti,  don Marco Ferrari. Domenica 12 maggio don Roque ( che é giá qui a Ipirá) inizierá come parroco, un prete nato e cresciuto nella diocesi di Ruy Barbosa, con la formazione nel nostro seminário,  e questa é una conquista positiva.
Significativo per me il mese di formazione a Manaus, per i missionari che andranno a lavorare in Amazzonia; un mondo nuovo, ben diverso dalla regione del semi-arido,  interno della Bahia, dove sto atualmente vivendo.
Di ritorno da Manaus, la attivitá in parrocchia durante la quaresima e ora il tempo Pasquale. La parrocchia di Ipirá é grande e le attivitá non mancano, a partire dalla vita ordinária delle 92 comunitá sparse nel território parrocchiale, la organizzazione della Pastorale Familiare, della Catechesi, delle equipes di Liturgia ecc….  
Oltre a seguire  il percorso ordinário delle comunitá ( alcune piccole, con poche famiglie, altre con 2-3 mila abitanti), ho cercato di fare il possibile per la formazione dei laici. Questa la preoccupazione per me costante in questi anni di Ipirá.  Vincere il clericalismo e accompagnare i laici nella formazione cristiana (e quindi alla lbertá e disponibilitá ad assumere responsabilitá).

Ragazzi e Giovani

Nei limiti di tempo, ho fatto il possibile per radunare i giovani nel contesto di vita parrocchiale; una sfida assai difficile qui da noi, dove la chiesa cattolica é diventata marginale e non é piú (non saprei se lo é stato in passato) un punto forte di riferimento. Manca il lavoro e lo studio é carente, e molti giovani  vanno in altre cittá per uno studio piú qualificato e per cercare lavoro; di conseguenza non abbiamo una presenza perseverante nei gruppi di giovani, ben difficile dare continuitá alla formazione. Una soddisfazione é che sto seguendo gruppetti di giovani in comunitá nuove, che si stanno formando ora; giovani che non hanno mai partecipato alla vita ecclesiale, mai partecipato alla catechesi, in maggioranza non battezzati  e che poi ho battezzato; alcuni  si stanno preparando per il sacramento della Confermazione; ho proposto loro ritiri spirituali e hanno partecipato con disponibilitá ( per loro era tutto nuovo e certamente faticoso!) e sempre chiedono: quando sará il prossimo?  Abbiamo fatto vari ritiri ( negli ultimi due anni, quando ho raggiunto una mínima capacitá di predicare um ritiro) con 30 – 50-70 giovani aprendo uma prospettiva bella per il futuro.
Abbiamo anche creato um gruppo con adolescenti, “ Espalhando sorrisos”, con l’idea di andare nei quartieri o villaggi dove ci sono bambini in situazioni piú carenti, e organizzare un giorno di gioco, canto, preghiera, amicizia…. Una esperienza di missionarietá da parte degli adolescenti che spero abbia continuitá nel futuro ; gli adolescenti sono fragili, ma anche ben determinati quando riconoscono un valore a certe attivitá.    
La esperienza di “ Dançar à vida” , iniziata da don Marco in due quartieri poveri e socialmente disagiati sta continuando e abbiamo molte richieste da parte delle famiglie.  Siamo in una situazione delicata perché fino ad ora il progetto é andato avanti soprattutto con aiuti dalla Chiesa reggiana, in attesa che la amministrazione locale potesse assumere almeno lo stipendio degli educatori. Purtroppo la situazione del município é molto confusa e non saprei dire che aiuti arriveranno…. spero che la amministrazione locale non abbandoni queste famiglie, sarebbe una grave perdita educativa.

Caritas parrocchiale

Una esperienza di questi ultimi giorni é stata quella di  un primo ritiro spirituale con le famiglie che la nostra Caritas parrocchiale aiuta con generi alimentari, visite mediche, vestiti ecc… come nelle parrocchie reggiane. Non vorremmo solo fermarci ad un puro assistenzialismo ma aiutare un processo di formazione:  stiamo proponendo corsi di disegno, taglio e cucito, cucina, oltre a un gruppo per sostegno psicológico, e, a fine maggio un breve corso per dare inizio agli Alcolisti Anonimi. Sono perlopiú famiglie che non entrano in chiesa, non frequentano le comunitá e per questo la nostra proposta di ritiro spirituale e il desiderio di accompagnare anche nel cammino di fede. Non sono venuti in molti, ( é una novitá per i nostri poveri uma  proposta di questo tipo)  ma qualcuno é arrivato, sono rimasti contenti della giornata, ed é anche questo um buon seme per il futuro.

Scuola di Teologia

Una attivitá a cui tengo molto e che mi dá gioia é la nostra piccola Scuola di Teologia. Siamo al secondo anno ( un venerdí – sabato e domenica al mese), il gruppo dello scorso anno sta continuando e abbiamo formato uma nuova classe questo anno, con trenta nuovi ‘studenti’, alcuni dalle parrocchie vicine che hanno chiesto di partecipare ( “vicine” é un concetto relativo: 45 Km Pintadas, 150 km Bonito…).   Nell’ultima lezione ho fatto una introduzione alla cristologia, presentando  il Gesú storico e anche – brevemente- i primi concili.  Con persone che non hanno mai letto di concili o cristologia, conversavo su arianesimo, omo-ousios, monofisismo, modalismo, subordinazionismo…..  , certo non per creare difficoltá ma per aiutare a comprendere che la nostra fede ha una storia, e che il cristianesimo sempre si pone di fronte alla cultura del tempo, e come é facile cadere in infedeltá teoriche e pratiche al vangelo di Gesú.  E oggi siamo di fronte a sfide simili a quelle della antichitá: annunciare il vangelo di Gesú agli uomini di oggi, alle culture del nostro tempo, rimanendo fedeli alla vera fede.

La Chiesa cattolica in Brasile vive una crisi; in termini numerici siamo passati da piú del 90% di cattolici, negli anni ’60- e ’70, quando abbiamo iniziato la nostra presenza missionaria in Brasile, al 64% del 2010, per scendere – secondo le previsioni-  sotto il 50%  nel 2020.  A Ipirá la frequenza regolare alla vita della chiesa cattolica non so se arriva al 5%. 
 Ma ancor piú grave é la situazione di scarsa influenza del cattolicesimo  nella cultura, negli stili di vita, nella politica, nella scuola, nei valori del popolo brasiliano. Persistono alcune pratiche (chiedere il battesimo, ad esempio) ma quanto entra il Vangelo nel cuore delle persone, nella organizzazione sociale, nella cultura? Basta um predicatore televisivo che grida sciocchezze a far cambiare partecipazione alla  chiesa, basta  um sacco di cemento  o la prenotazione di una operazione chirurgica per votare un candidato sindaco; i politici cattolici sono piú rari degli orsi bianchi in Brasile;   piú di 60.000 omicidi lo scorso anno in Brasile….
   Se non offriamo la possibilitá di una conoscenza piú profonda e corretta dei contenuti di fede, il cattolicesimo in Brasile si scioglie ‘come la neve al sole’.  Per questo la proposta della nostra Scuola di Teologia; non per un diploma in piú nel próprio curriculum, ma apprendere per diffondere gli insegnamenti ricevuti. Accettiamo infatti solo chi ha una vita di comunitá e che si dispone a comunicare agli altri ció che sta imparando.

   Buon tempo Pasquale e … a presto in Italia.   Don Gabriele Burani, Ipirá – Bahia.