The Economy of Francesco – Un’occasione di incontro cresciuta durante una epidemia
Quando me lo chiedono oggi, non ricordo con esattezza come sono venuto a conoscenza dell’evento “The Economy of Francesco”, l’Economia di Francesco. Credo però di essere stato tra i primi nel mio gruppo di amici e colleghi a leggere il messaggio del Santo Padre nel settembre 2019, perché quando nei mesi successivi in diversi mi chiedevano se ne avessi sentito parlare e mi suggerivano di iscrivermi, io ne ero già a conoscenza e mi ero già iscritto da tempo.
L’evento proponeva per lo più una serie di seminari e l’opportunità di confrontarsi su temi economici con la partecipazione di diversi relatori tra cui vincitori di premi Nobel (gli economisti Yunus e Sen), professori di Oxford, della Columbia. Doveva inizialmente tenersi ad Assisi nell’aprile 2020 e durare quattro giorni. Per questo, in quell’autunno, dopo aver mandato la mia domanda di partecipazione, me ne dimenticai un po’, segnandolo semplicemente nella lista delle conferenze e dei seminari a cui avrei dovuto partecipare. A dicembre e gennaio arrivarono un paio di e-mail di routine sull’evento, poi i casi di COVID-19 cominciarono ad aumentare, e a marzo arrivò la comunicazione che l’evento era stato rinviato a novembre 2020. Arrivò anche una seconda e-mail, sempre a marzo, un po’ meno di routine: diceva che i partecipanti sarebbero stati divisi in gruppi e avrebbero collaborato insieme alla creazione di progetti e contenuti da portare all’evento. Si richiedeva così un ruolo più attivo in quella che per me fino a quel momento era stata una attesa passiva di partecipare ad una serie di seminari e conferenze interessanti,
ad Assisi, a tema economico, con una sfumatura di cristianesimo. Inizialmente, a dire il vero, era proprio per cercare di vedere meglio quella sfumatura che a settembre ero capitato sul sito dell’evento. In accademia, infatti, la dottrina sociale della chiesa non è tra gli argomenti di spicco, né è l’argomento della mia tesi di dottorato. Ma ho cominciato ad interessarmi con il tempo ai possibili punti di contatto fra economia e cattolicesimo. Fu probabilmente questa curiosità che mi spinse quindi a googlare un giorno “conferenze cattoliche economia” e a farmi conoscere the Economy of Francesco. Così, dopo quella seconda mail, the Economy of Francesco passò presto dalla lista delle conferenze future a quella delle cose da fare.
L’organizzazione dell’evento è suddivisa in villaggi tematici ai quali i partecipanti hanno scelto di iscriversi a seconda delle proprie preferenze e competenze. Elenco i nomi dei villaggi perché sono così accattivanti da non renderne noiosa la sequenza: management e dono, finanza e umanità, lavoro e cura, agricoltura e giustizia, energia e povertà, business e pace, donne per l’economia, la CO2 dell’ineguaglianza, profitto e vocazione, business in transizione, vita e stile di vita, politiche per la felicità. Questi sono i temi sui quali almeno 1471 ragazzi nel mondo si stanno confrontando da almeno sei mesi.
A partire dallo scorso febbraio-marzo, dopo la notizia del rinvio dell’evento da aprile a novembre, ogni villaggio ha formato al suo interno dei gruppi di lavoro per portare avanti progetti, proposte, contenuti, e idee da presentare, diffondere e condividere durante i mesi di lock down e oltre. 1471 sono le ragazze e i ragazzi iscritti alla piattaforma social creata appositamente per l’evento (ma credo ci siano altri partecipanti non ancora sul social). I partecipanti hanno tutti meno di 35 anni e sono studenti, imprenditori, dipendenti di aziende private e di organizzazioni pubbliche, nazionali e internazionali, business men, business women, e “change makers” (così li chiama il sito). Esiste anche il canale youtube “the Economy of Francesco”, tramite il quale questa estate sono stati trasmessi diversi seminari proposti dai villaggi tematici e organizzati dai partecipanti.
Io personalmente faccio parte del gruppo di lavoro di regolamentazione finanziaria del villaggio di finanza e umanità. Il villaggio è coordinato da Alessandra Smerilli, professoressa di economia alla Pontificia Università Auxilium. Nel nostro villaggio ci sono altri gruppi che si occupano ad esempio della relazione tra finanza ed attività economica, di banche di sviluppo, e di microcredito. Ogni gruppo è libero di decidere al suo interno come organizzare il proprio lavoro e che cosa farne. Alcuni gruppi propongono progetti di sviluppo e cercano di svilupparli nelle loro realtà locali, altri propongono incontri video ai quali invitano ospiti, altri condividono letture. Il mio gruppo, formato per lo più da studenti e professionisti nel settore della regolamentazione, vorrebbe suggerire una serie di linee guida e considerazioni nella forma scritta di un articolo accademico, con una versione più tecnica ed una più divulgativa. L’idea è poi quella di diffondere tramite canali social i punti che insieme riteniamo essere importanti per guidare la regolamentazione finanziaria e che anche chi non si intende di regolamentazione possa utilizzare come bussola nella formazione delle sue opinioni a riguardo. Ci sono ragazzi che lavorano alla Banca Centrale Europea e alla Federal Reserve Bank, altri al London Stock Exchange e in istituzioni finanziarie private, altri, come me, studenti di dottorato e giovani professori, per un totale di circa dodici persone.
Il lavoro del nostro gruppo è organizzato in meeting su zoom che si tengono circa ogni dieci giorni. Insieme ci confrontiamo e pian piano cerchiamo possibili risposte a domande quali: quali attività finanziarie hanno valore economico e sociale e quali no? Quali principi dovrebbero ispirare la finanza? Quale è o dovrebbe essere lo scopo della finanza nelle nostre economie? Chi regola o chi dovrebbe regolare la finanza? Come potremmo assicurare che l’algoritmizzazione della finanza e l’innovazione digitale nel settore finanziario tendano al servizio dell’attività economica e non all’estrazione di valore da questa? Domande non facili, per molti forse anche noiose. Ma a noi piacciono e soprattutto sono quelle a cui in un certo senso ci siamo sentiti e ci sentiamo chiamati.
Nella prima video-chiamata ci hanno chiesto come mai avessimo fatto domanda per partecipare all’evento The Economy of Francesco. Io ho risposto che avevo letto quasi per caso una lettera in cui il Santo Padre chiedeva ai giovani un “patto” per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani (Messaggio del Santo Padre Francesco per l’evento “Economy of Francesco”, 11.05.2019). Non serviva molto altro a convincermi: mi sono detto che forse, se da otto anni studio economia, se da tre anni faccio ricerca in economia monetaria, se sono anche interessato alla dottrina sociale della chiesa, se proprio nel momento in cui mi chiedo se ci sia qualcun’altra o altro con cui parlare di economia anche secondo dei principi di spiritualità -qualcuno con cui confrontarmi sulle mie domande economiche alla luce dei miei principi di spiritualità-, mi capita di googlare un messaggio del Santo Padre, forse allora è proprio questo uno dei posti dove posso rendermi utile e imparare.
Concludendo sugli ultimi sviluppi dell’evento, pochi giorni fa ho ricevuto una nuova e-mail della categoria “non-di-routine”. Mi informava del fatto che per via dell’attuale situazione sanitaria, l’evento in novembre sarà interamente online, ma il Santo Padre vorrebbe incontrare tutti i partecipanti di persona nel novembre 2021. “Si fa lunga”, diranno alcuni. Ed in effetti sì, si fa lunga. Diciamo la verità: in un incontro di pochi giorni ad Assisi, ragazze e ragazzi da tutto il mondo avrebbero ascoltato tante parole, avuto tante idee, conosciuto un po’ di gente, per poi tornarsene a casa e riprendere un po’ la routine quotidiana con un due amiche o amici in più dall’altra parte del mondo e qualche sensazione di benessere spirituale in più. Da quelli che avrebbero dovuto essere pochi giorni di conferenze sono nati gruppi di lavoro nei quali ragazze e ragazzi partecipano attivamente da mesi. Ed ora si comincia a parlare di anni. Spero riusciate anche voi a vedere quello che vedo io, cioè che un tempo anche di epidemia e di lock-down stanno trasformando una prima proposta iniziale, praticamente un “vediamoci a messa domenica ad Assisi, firmato Francesco”, in qualcosa di molto più grande.
Guardo ora il sito dell’evento: ci sono mostre, percorsi, atelier, incontri in tutto il mondo proposti dai diversi gruppi di lavoro. All’ultima telefonata, la professoressa Smerilli ci ha detto che quando ha raccontato al Santo Padre di come diversi gruppi di giovani stavano lavorando insieme, si stavano confrontando, stavano portando avanti proposte, il papa ha risposto: “Mi piace!”. Per cui, se siete interessati, se l’economia è per voi un mondo oscuro, se ogni tanto o spesso vi chiedete come fa l’economia ad essere così complicata e a creare talvolta così tanta sofferenza, se vi chiedete però anche dove può nascere il buono da un tale guazzabuglio, se vi chiedete come si potrebbe cambiare, anche noi ce lo stiamo chiedendo. Su youtube e sul sito francescoeconomy.org trovate tutti i nostri contributi. Potete scrivere anche voi un commento e, se volete, mettere anche voi il vostro “Mi piace!”.
Articolo di Claudio Barbieri