Di ritorno dal Kerala!
12 maggio
Con oggi si e’ conclusa la nostra esperienza in Kerala, siamo sul treno per tornare a Versova.
Qui ci sono due case della carità dove abbiamo trascorso due settimane un po’ diverse dal solito; entrambe le case sono più tranquille, ci sono meno ospiti e la vita e’ meno di corsa.
La differenza dalle case di Mumbai si e’ sentita molto.
Subito abbiamo fatto fatica ad abituarci alla tranquillità e al silenzio intorno a noi, soprattutto perchè molti ospiti non sapevano l’inglese e quindi anche la comunicazione non era delle più semplici ed immediate. Il tempo di permanenza non e’ stato molto, ma sufficiente per farci prendere una pausa e per far si che anche noi potessimo vedere un luogo diverso, con abitudini e tradizioni differenti.
Proprio in questi giorni stavamo riflettendo sul fatto che fossero passati già tre mesi, mesi in cui non si può negare che ci siano stati momenti di crisi e di difficoltà.
Le differenz
e sono abbastanza evidenti, a primo impatto anche non semplicissime da vivere.
Una volta pero’, passato il momento iniziale, si cerca di andare oltre a questa difficoltà, riflettendo e accogliendo le tradizioni facendole nostre.
La lontananza dalle nostre abitudini e dalle nostre vite frenetiche, fa si che ci si metta molto in discussione, che ci si pongano molti interrogativi su quella che e’ la nostra vita a casa. Qui si e’ notato fin da subito il fatto che molto spesso non ringraziamo per quello che abbiamo ma tendiamo a lamentarci di questo.
Mi ha colpita molto, quando siamo andate a trovare una famiglia molto povera, il fatto che nonostante vivessero in tanti sotto ad una capanna e avessero molto poco, fossero sempre molto gentili e con un sorriso enorme, disposti ad offrirti qualcosa nonostante fossero i primi a non averne per loro. Questa famiglia in particolare, mi ha colpita per la cura che hanno nei confronti di un figlio disabile.
Ho subito pensato alla forza e all’amore di questa mamma nei confronti di suo figlio, nonostante le condizioni in cui sono costretti a vivere, lui era perfetto ed impeccabile, con un sorriso pieno di speranza.
Grazie a queste esperienze speriamo di tornare con uno spirito e con uno sguardo diverso da quella che e’ la nostra vita a casa, sperando di riuscire a condividere nel modo migliore tutto questo anche con voi.
Un grande saluto e un abbraccio dall’india.
Silvia e Marta


Negli ultimi mesi con il gruppo delle gestanti, oltre a momenti di formazione con le infermiere, abbiamo pitturato dei quadretti per i futuri nascituri, abbiamo costruito dei portafoto per poter mettere foto di loro stesse con le loro pance, abbiamo decorato degli asciugamanini con i nomi dei bambini. È una gioia vederle felici, per due ore a settimana possono smettere di pensare ai problemi e vedere solo il bello di quello che vorrà dire dare alla luce una nuova vita.
Domenica 23 invece abbiamo organizzato il ritiro della pastorale dei bambini. Le leaders della pastorale sono tutte donne che durante l’anno, volontariamente, visitano le famiglie vicine di casa e accompagnano la crescita dei bambini, segnalando eventuali problemi di salute, familiari o qualsiasi altra situazione di rischio. E una volta all’anno si cerca di dedicare un momento per loro: durante la mattina abbiamo riflettuto sulla vita di ognuna di noi partendo dall’episodio del Vangelo di Luca in cui si racconta della guarigione della donna curva, abbiamo pranzato insieme e poi siamo andate due orette al fiume per un po’ di svago. Eravamo donne di diverse età dai 7 mesi ai 70 anni, tutte insieme, perché le leaders sono anche mamme e nonne.
Sono molto contento nel vedere la perseveranza di questi laici ( considerando i problemi di trasporto che abbiamo) e la passione che hanno di fronte a un nuovo metodo di affrontare i contenuti della fede; si ritrovano anche a gruppetti, settimanalmente per studiare insieme. Molti non hanno una grande formazione scolastica e mi commuove l’impegno che hanno nel cercare di imparare.








