Un saluto e gli auguri da Ruy Barbosa
Ruy Barbosa, 22/12/2019
IV domenica di Avvento
Carissimi tutti,
è da tempo che non scriviamo, ma adesso vogliamo raggiungervi tutti per fare i nostri più sinceri auguri di Buon Natale e Buon Anno 2020!
Qui è estate, la temperatura supera i 30 gradi ed è tempo di vacanze estive. Il Natale è un po’ diverso da come si vive in Italia…
Ringraziamo il Signore per questo anno, in cui ci ha donato di camminare come Casa in questa Chiesa, in questa parrocchia. Abbiamo camminato con il Consiglio di Casa, che continua a trovarsi circa tutti i mesi, abbiamo camminato con gli ausiliari facendo un primo anno di formazione per ricevere il Crocifisso, e abbiamo vissuto due giornate di Spiritualità, una in aprile e l’altra in I dicembre, aperte a tutta la Diocesi, per fa conoscere la Casa e la spiritualità delle Tre Mense. Abbiamo visto persone nuove arrivare per conoscerci e qualcuno prendersi un qualche impegno nella vita di Casa. Ringraziamo per le giovani che sono state o sono qui: Leidiane, che ha vissuto un’esperienza di leva di otto mesi, Gleide che ha terminato in maggio un tempo lungo passato qui in Casa, e Isabela che ha iniziato la leva in ottobre per un anno.
Ringraziamo per le visite dall’Italia: d. Filippo con Sara, sr Katia con Fabio, d. Pietro Adani con Stefano “il pagliaccio”, sr. Antonella con Elisa, e per il mese che Giada ha passato qui con noi!
In questo anno abbiamo salutato d. Gabriele Burani, che è tornato in Italia per partire per il nuovo fronte missionario in Amazzonia, e d. Luca Grassi, adesso parroco in centro a Reggio Emilia.
Abbiamo avuto varie visite di preti reggiani che sono stati missionari qui e che sono venuti a “matar a saudade” (“ammazzare la nostalgia”): d. Gigione che ha accompagnato il ca
mpo estivo del Centro Missionario Diocesano, d. Gabriele Carlotti in partenza per l’Amazzonia, e la scorsa settimana d. Luca Grassi con d. Riccardo Cammellini, che erano stato invitati per la festa dell’Immacolata, nella parrocchia dove era d. Luca, e d. Gabriele Burani, che è venuto dall’Amazzonia per l’Ordinazione sacerdotale di Fred, un ragazzo della parrocchia di Ipirà, dove lui era parroco.
E’ stato anche un anno particolare per la nostra Diocesi di Ruy Barbosa, che ha festeggiato i suoi 60 anni di vita, insieme ai 25 anni di episcopato del nostro Vescovo dom André. L’evento diocesano con cui si è festeggiato tutto ciò è stata il Pellegrinaggio Vocazionale il 25 agosto in un paesino qui vicino, Alagoas.
In maggio sono stati ordinati diaconi Claudio e Fred, che in questo mese di dicembre sono stati ordinati sacerdoti, Claudio il 7 dicembre nella sua parrocchia di Miguel Calmon e Fred il 21 a Ipirà.
Entrambi hanno scelto di celebrare, dopo la prima Messa nelle loro parrocchie di origine, la seconda Messa qui alla Casa della Carità: Claudio è venuto il 10 dicembre, nel triduo della festa di s. Lucia, patrona della nostra comunità, e Fred verrà a celebrare la Messa del giorno di Natale. Per noi è una grande gioia!
Vi chiediamo una preghiera per il Brasile, questo grande e bellissimo Paese in cui i poveri aumentano, come aumenta la violenza, ci sono tante ingiustizie e la natura è tante volte devastata.
Che Gesù che viene povero tra i poveri possa donare a ogni uomo e ogni donna uno sguardo di speranza e fiducia!
Buon Natale a tutti e Buon Anno Nuovo!

ggio di 320 km dalla costa verso l’interno, 4 ore sotto un sole bruciante, durante il quale vediamo cambiare radicalmente il paesaggio: dalla vegetazione lussureggiante della Mata Atlantica alle distese aride della Caatinga, dove sparute mandrie di vacche magre si radunano intorno ai rari laghetti o all’ombra degli alberi, le fazende si rincorrono ma senza un’anima viva (quasi un simbolo inquietante di quella lotta che ha visto patire e morire tanti esseri umani in questa parte del mondo), la terra è rossa e i cespugli secchi, le palme cedono il posto ai mandacaru (i cactus, simbolo del Nordest), il cielo azzurro è solcato da cordoni di nubi bianche e dal volo degli urubu, specie di avvoltoi che si cibano di carcasse. Solo qualche piccolo villaggio, la linea elettrica apparentemente infinita e i cartelli lungo la strada (non superare i limiti di velocità, usa le cinture, non gettare rifiuti, proibito cacciare… oppure “Jesus està voltando” cioè: “Gesù sta per tornare”) ci mostrano i segni di un insediamento umano, che a me e ad Elisa, cittadine emiliane purosangue, sembra quasi impossibile.
cappuccio e aprire un foro da cui si possa bere il succo contenuto. Ce lo offre con dignità, consapevole di quanto sia prezioso il bere per chi viaggia. Salutiamo questa donna, lasciandole qualche reais e il nostro obrigada (grazie) e ricevendo in cambio da lei la bellezza di un primo incontro con questo popolo, che mescola forza e tenerezza in una mistura sorprendente.

La presentazione dei doni fa alzare dal posto quasi tutti per andare in processione a portare un’offerta all’altare. La preghiera eucaristica è dialogata e tutti hanno la possibilità di seguirla su un libretto che riporta anche le Letture. Lo scambio della pace movimenta molti per un abbraccio che arriva fino ai nostri Ospiti.
auto.
“Teresa, la custode, è una signora molto devota che vive la custodia della chiesa come la sua missione personale e quando ti trovi davanti i colori dell’altare e degli ornamenti, un azzurro intenso e un verde brillante, ti senti davvero davanti ad una bellezza curata. Nel pomeriggio, invece, Don Luigi, una volta al mese o più, se riesce, si avventura per campi secchi ed infiniti, delimitati da cancelli che bisogna aprire e chiudere dietro di sé (con un divertente sali-e-scendi dalla macchina) per evitare il passaggio del bestiame che pascola indisturbato, una mucca lì, un’altra fra 1 km! Qui vive un piccolo nucleo di cristiani, Riacho do meio, che si ritrova per la messa (alle 15 circa… cioè alle 15.40!) in una piccola casetta-scuola con un unico ambiente dove la cattedra è l’altare e la lavagna fa da sfondo alla celebrazione. La gente è molto accogliente, gli uomini più burberi ma le signore molto materne. Al termine della messa, la signora che abita vicino a questa chiesetta improvvisata ci offre una buonissima merenda, mostrandoci la sua casa, che si apre a noi come un piccolo scrigno tra cucina a legna, galline e capre e un forno costruito da lei e dal figlio. Ti rimane dentro l’idea che non le manchi nulla!” 
anza.
