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Il Centro Missionario di Reggio Emilia in questo periodo visita,con il direttore don Pietro Adani e Roberto Soncini, in Brasile, le Chiese sorelle di Ruy Barbosa in Bahia e Santo Antonio di Icà in Amazzonia, dove sono presenti i fidei donum don Gabriele Carlotti e don Gabriele Burani.
Seguiamo il diario di viaggio dei nostri amici!
11/11
Ciao a tutti! Oggi dopo aver salutato l’oceano della Bahia di Salvador siamo partiti alla volta di Ruy Barbosa.
Sosta con pranzo al seminario di Feira di Santana per salutare l’amico rettore p. Carlos. Con lui abbiamo parlato degli aspetti missionari, della diocesi e anche del viaggio in Amazzonia che ha compiuto alcune settimane fa insieme a Don Marco Ferrari.
La sua lettura della missione in Amazzonia è appassionata e intensa, anche se non mancano le preoccupazioni: si tratta di un territorio nuovo dove è grande la necessità di sacerdoti e di un annuncio vero, un annuncio a tutte le comunità Indie. Incontriamo poi i seminaristi coi quali parliamo, ci confrontiamo sugli argomenti di studio: li sentiamo motivati e preparati spiritualmente.
Il viaggio continua. Da Feira di Santana a Ruy Barbosa impieghiamo ancora molte ore; notiamo che il costo della benzina che è di 6,50 reali, oltre 1 Euro. Don Luigi ci spiega quanto l’aumento dell’inflazione incida sull’aumento vertiginoso dei prezzi che sta sfavorendo le persone senza reddito, ma anche chi ha un lavoro fisso, come al municipio o nella sanità.
In serata arriviamo a Ruy Barbosa, cittadina dove si trova la Casa della carità: qui si respira la forza della carità. Ovviamente è una festa, in particolare per il ritorno a casa di suor Manuela dopo diversi mesi. Vediamo una partecipazione molto viva delle giovani volontarie. Rivediamo con piacere persone conosciute in Italia, come Gleide e Cristina che ci fanno sentire subito a casa. C’è anche Marinella che in questi 6 mesi è diventata corpo unico della Casa della carità insieme a suor Alessandra e don Luigi. Marinella sa destreggiarsi molto bene con gli ospiti e con le volontarie, in una casa bella, accogliente che non sembra abbia già 25 anni.
Ci colpisce subito l’intensità della preghiera, dell’amore per questi fratelli accolti e il loro stile: il modo di accudirli e assisterli è veramente ammirevole.
12/11
La mattina, dopo la preghiera e la colazione, iniziano ad arrivare diverse signore che sono inserite nel progetto Arco-Iris, un progetto che consente loro di ricevere in cambio del lavoro che svolgono all’interno della casa un salario. Marinella in questi mesi si è occupata del progetto: oltre ad incontrare personalmente le signore, cerca di motivarle a diventare sempre più responsabili all’interno delle famiglie molte volte fragili e precarie.
È il giorno dell’incontro con il vescovo Dom Estevam che alle 9:30 arriva alla Casa della carità per celebrare la messa. Ci colpisce subito la sua gentilezza e la sua disinvoltura con gli ospiti; ci sembra di capire che questo luogo di carità l’abbia fatto suo, sentiamo la sua passione mentre celebra, mentre dialoga con gli ospiti, con le volontarie e anche con i missionari. Ringrazia molte volte la diocesi di Reggio, il vescovo Massimo e per tutti questi anni di collaborazione; preghiamo anche per Don Creardo scomparso la scorsa notte.
Al termine della messa assistiamo allo spettacolo che gli ospiti e i volontari hanno preparato sulla figura di Gesù: lo spettacolo è molto bello, preparato con cura nei costumi e nel testo, dove tutti trovano il modo di esprimersi e di rappresentare la Natività. Il vescovo poi ci invita a casa sua per il pranzo e per una chiacchierata. Ad accoglierci c’è anche il vicario generale Don Edivaldo, don Freddi della pastorale giovanile e padre Antonio che è anche membro del consiglio della Casa della carità. Con loro dialoghiamo sulla missione, sul nostro ruolo, sullo scambio tra le chiese; il vescovo ci tiene a ringraziarci per l’aiuto economico ricevuto nelle settimane scorse, segno molto importante per l’andamento e la ristrutturazione delle attività della diocesi. Veniamo a sapere che questi giovani padri sono stati battezzati e seguiti dai nostri missionari, che ricordano con molto affetto e gratitudine: questo è un segno tangibile di una vicinanza e di una prossimità frutto del cammino di cinquant’anni di missione.
Nel pomeriggio insieme a don Luigi e don Pietro visitiamo la scuola famiglia agricola detta EFA, realtà di formazione per giovani che prevede 15 giorni in presenza e 15 giorni nella comunità dove loro vivono, un metodo seguito da oltre 150 studenti.
Dai racconti dei professori emerge tutta la passione e l’interesse che essi hanno per insegnare le materie costituenti il programma di studi. L’occasione è interessante per consegnare un’offerta portata dall’Italia e che ci consente anche di allacciare alcuni contatti per poter in seguito ricevere la descrizione delle attività. Non dimentichiamo che anche questa realtà è frutto dell’intuizione di un missionario ora in pensione, Firmino Pessina, che finchè ha potuto è stato punto di riferimento.
In poco tempo viene buio. Noi siamo dall’altra parte della città, ma approfittiamo del passaggio davanti al centro giovani, un centro di recupero per una sessantina di ragazzi che svolge la funzione di oratorio. E’ un centro nato nel 2003 ad opera di due volontari italiani, Luca ed Elisa, e che tutt’oggi continua ad operare per il bene dei ragazzi della città, che lì possono imparare la capoeira, seguire corsi di teatro, artigianato, lezioni di violino, percussioni, attività sportive, calcio, pallavolo, per poter rimanere impegnati quando non sono a scuola. Ora è a conduzione autonoma.
13/11
Alla mattina con don Luigi andiamo a celebrare la messa nel progetto “levante a te”, progetto di riabilitazione e di cura dalla droga e dall’alcolismo. Ci accolgono le persone che hanno deciso di partecipare a questo percorso di recupero: sono adulti e ragazzi e don Luigi due giorni alla settimana si ferma con loro per parlare, pregare e per iniziare un percorso di “lotta” contro queste dipendenze. Alla messa c’è anche un giovane accompagnato dalla madre appena entrato nel progetto; è visibilmente imbarazzato, prega per la madre che lo accompagna chiedendole perdono per le sofferenze che le ha fatto patire.
Rientriamo alla Casa della carità e partecipiamo all’assemblea diocesana on line, dove ancora una volta il vescovo ci ringrazia per essere chiese sorelle e sempre partecipi.
Nel pomeriggio con don Luigi e Don Pietro andiamo a Nova Redençao dove vivono Vanessa, Valtemir e la piccola Rebecca. Vanessa si occupa del progetto “la cura del bambino fino al ventre materno”, progetto nato dall’esigenza di assistere le giovani madri che hanno da poco partorito e che nel paese non possono trovare assistenza adeguata.
Attraversando il paese, le persone riconoscono e salutano con affetto don Luigi che qui è stato per anni parroco e conosce molti giovani e famiglie.
Dopo poche ore ripartiamo per tornare a Ruy Barbosa dove c’è una comunità della “quasi parrocchia” affidata di recente a don Luigi in attesa della messa.
Io resto a Nova Redençao e poco dopo la cena andiamo a messa trasmessa in diretta e sui vari social. Sono attenti alla prevenzioni del Covid, forse un po’ meno al distanziamento. Segue una festa di compleanno a cui siamo tutti invitati. Entro in casa e mi accolgono come se fossi di Redençao perché il cuore di questa gente è così!
L’indomani visito la città con Vanessa la quale più volte mi ripete che ancora oggi si muore di fame, ci sono mamme che non riescono ad allattare, bambini che mangiano solo latte liofilizzato. Bollette sempre più alte e cesta alimentare basico sempre scarso.
AMAZZONIA 21 novembre 2021
Buona domenica da Sant’Antonio do Icà, dove abbiamo pregato con i due don Gabriele, Burani e Carlotti. Questa gente è fortunata ad avere due persone così speciali che propongono l’annuncio autentico del Vangelo per far crescere le persone nella fede, per una maggiore giustizia, una vita comunitaria attiva e una partecipazione diretta: queste sono solo alcune linee adottate da questi due missionari inviati dalla Chiesa di Reggio Emilia-Guastalla in questi luoghi.
Domani, lunedì 22 nov, inizia il cammino più duro: partiremo verso le 8, caricheremo di viveri la barca, acqua, ghiaccio, carne, frutta e verdura. Non è una banalità! Bisogna comprare la merce al supermercato, trasportarla in casa e quando tutto è pronto caricare. Saremo io e don Pietro, guidati dai due marinai per eccellenza: don Gabriele e Moises.
Risaliremo il Rio Icà e visiteremo 5 comunità che da 2 mesi non celebrano la messa…chissà se hanno recitato qualche preghiera…
Don Gabriele si era raccomandato che seguissero le indicazioni scritte nel libretto che aveva lasciato, ma non è certo che le comunità si siano ritrovate. Parliamo di comunità molto piccole: 10-15-20 persone. Una comunità è composta da indios Tikuna, mentre gli altri sono abitanti del fiume, i cosiddetti riberinho.
La presenza costante di don Gabriele vuole rafforzare l’identità comunitaria di una comunità che si prende cura degli altri, nella quale le persone non pensano solo a se stessi. Nascere indios riberinho in una comunità di poche persone non deve essere proprio facile.
Oggi sono stato a messa con don Gabriele Burani e abbiamo incontrato due comunità della città. Don Gabriele ha detto loro di vivere la fede secondo il Vangelo; ha fatto degli accenni alla situazione politica che è di parte e non c’è giustizia per tutti. Le persone non hanno un lavoro fisso, vivono di pesca e agricoltura; chi è più fortunato lavora per il municipio, per la scuola, per la sanità, per la polizia.
Purtroppo, spesso, ad ogni cambio di sindaco, ogni 4 anni, chi subentra può cambiare tutto il personale. Uno costruisce, l’altro demolisce quello che il suo avversario predecessore ha realizzato, e questo non permette di costruire qualcosa di buono e di continuativo. Anche le persone che non possono contare su uno stipendio continuativo, non possono pensare a farsi un futuro.
Tra le tante cose che mi hanno colpito, vi è il fatto che le famiglie sono molto diverse da quella concezione di famiglia che abbiamo noi.
La presenza dei nostri missionari è una grande ricchezza!
Roberto Soncini