Don Amedeo, la passione per la missione

 

Giovedì 4 novembre ci ha lasciato un caro amico e compagno di viaggio don Amedeo Vacondio.
Il suo interesse e amore per le missioni ha fatto crescere in diocesi la missionarietà, fondando, nel 1973 su invito di Mons Baroni, il Centro Missionario Diocesano.
Si è prodigato per l’animazione percorrendo in lungo e in largo il territorio della diocesi, favorendo i gruppi missionari e il volontariato internazionale. Lo spirito missionario lo ha portato a visitare molti missionari di origine reggiana, nei diversi paesi dell’Africa, dell’America Latina e in India.
A Dinazzano, insieme a Guido, Lalla e Nilde, ha dato vita alla formazione dei giovani che chiedevano di partire in missione.
In molti lo ricordano come sedotto dalla Bahia, dove dal 1969 ad Andaraì, poi nel 1971 a Baixa Grande ha lavorato con le comunità a lui affidate.
Alla guida del Centro Missionario Diocesano ha sempre ribadito il pensiero che i missionari e i volontari laici non andavano per conto proprio come battitori liberi o navigatori solitari, ma erano espressione di una comunità e di una chiesa che li inviava.
Caro don Amedeo, tutto quello che hai seminato non è andato perduto, e continua a sviluppare molteplici forme missionarie che hanno radici lontane.
Grazie per lo spirito missionario che ci hai trasmesso.
Segue un breve ricordo di don Emanuele Benatti

DON AMEDEO, AMICO E FRATELLO…

Ti ho conosciuto la prima volta negli anni ‘80, per interposta persona: ero in Madagascar, dove arrivavano i volontari del Cmd e di Rtm. Furono loro i primi a parlarmi di te, come di una pietra miliare della missionarietà e al tempo stesso come di un personaggio scomodo, che nel campo formativo tentava di piegare anche il ferro. Raccontavano di episodi, di battute, di scontri: li avevi segnati e ti erano riconoscenti, anche se stigmatizzavano i tuoi metodi, piuttosto rigidi, ruvidi, anche autoritari…Poi ti conobbi personalmente, sempre in Madagascar, e compresi meglio i loro giudizi e la tua preoccupazione. Non volevi esporli al fallimento e li volevi tutti con una “impronta” ecclesiale e missionaria precisa, di buona marca e di dura tempra, come la tua.
Rientrato dal Madagascar, ti succedetti al Cmd, dopo Gualdi e Pirondini. Fosti molto cordiale e rispettoso, sempre stimolante e prezioso, ricco di esperienza, di conoscenza storica ed esemplare nella fedeltà alla linea di Chiesa conciliare, povera, missionaria, proprio come la voleva il tuo carissimo, ora santo, Papa Giovanni XXIII.
Successivamente, per qualche tempo, lavorammo insieme anche nell’allora nascente Unità Pastorale “Madonna della Neve”, dove hai profuso le tue forze sempre vive, anche se, negli ultimi anni, meno energiche. Accettasti così, senza entusiasmo, le inevitabili limitazioni pastorali, lottando come un leone ferito contro le conseguenze di una salute divenuta precaria. Alla fine ti ritirasti ad Albinea, stanco, ma presente e vigile, amaramente critico verso una Chiesa sempre troppo diversa da quella da te sognata e amata… Anche per questo ti sento ancora amico e fratello. Insieme a tanti ti dico grazie e aggiungo, così, semplicemente: fai buon viaggio, va-con-Dio!
Don Emanuele