Comunità della città

 

Dopo circa un anno dal nostro arrivo in terra Amazzonica, abbiamo pensato di scrivere e inviare una sintesi del percorso che stiamo facendo nella nostra missione reggiano-amazzonica in Santo Antonio do Içá – Amazonas, oltre alle lettere più dettagliata che sempre inviamo. 
In questo scritto vi proponiamo il testo di don Gabriele Burani, che segue le comunità della città.

Comunità della città. Santo Antonio do Içá. 31 Ottobre 2020.

Il municipio di Santo Antonio do Içá ha il capoluogo cittadino sitato nel punto di incontro del fiume Içá con il Solimões (Rio delle Amazzoni); tutto il comune dovrebbe avere circa 22.000 abitanti (non abbiamo i dati sicuri perché l’ultimo censimento risale al 2010) di cui metà in città e gli altri nei villaggi lungo il fiume.

La parrocchia è suddivisa in comunità – come avviene di solito in Brasile – e in città ci sono 6 comunità con la loro cappella e 2 comunità in via di formazione (senza cappella per il culto, né altre strutture se non le case). Nella comunità centrale di Santo Antonio abbiamo la Chiesa madre (la ‘matriz’) , la casa parrocchiale, la segreteria e altre strutture per la attività pastorale. Con auto o moto anche le comunità più lontane si raggiungono in breve tempo; celebriamo la messa in tutte le cappelle una volta la settimana e ogni due settimane nelle due comunità che stanno iniziando e che per ora sono formate dalla famiglia che ospita la liturgia con poche altre persone.

– Un dato rilevate è la presenza di molte chiese protestanti (o ‘evangeliche’), per lo più neo-pentecostali; come cattolici siamo in minoranza, le nostre comunità hanno una scarsa partecipazione e questo ci sfida ad assumere una presenza limitata e povera. Ma anche a stimolare la missionarietà, l’incontro con le famiglie nei loro luoghi di vita.
– Dopo alcune settimane di convivenza con i frati cappuccini, in dicembre 2019 il Vescovo Adolfo ci ha affidato ufficialmente la parrocchia. In febbraio 2020 siamo stati coinvolti dal problema della pandemia – Covid19, e il nostro municipio presenta subito uno dei tassi più alti di contagiati di tutto il Brasile. Come in Italia, la vita parrocchiale vive una situazione di sospensione, con la chiusura delle chiese e il blocco della maggior parte delle attività pastorali. A fine giugno abbiamo ripreso le celebrazioni nelle comunità, ma l’attività pastorale è molto lenta nel ricominciare; le scuole non hanno riaperto, non è facile incontrare e riunire la gente.
In questo momento poi, in vista delle elezioni del nuovo sindaco e consiglieri, la maggioranza delle persone sono coinvolte in un partito o un altro, e dobbiamo sospendere – o ridurre – per quasi due mesi varie attività progettate. Dal 16 novembre si dovrebbe ritornare ad una certa normalità!
– In questi mesi abbiamo affrontato i lavori di ristrutturazione della casa parrocchiale, almeno per renderla abitabile e ci stiamo ancora lavorando (in questi giorni il muro di cinta e la staccionata che é in parte crollata).
Non dobbiamo dimenticare poi le strutture delle comunità: dovremo costruire le cappelle nelle due nuove comunità, altre devono essere concluse o ristrutturate; per questo chiediamo aiuti alla nostra chiesa reggiana.

Amazzonia resoconto 1
Indubbiamente stiamo incontrando una realtà nuova per noi; anche se abbiamo già vissuto anni in Brasile, la Bahia non è Amazzonia e quindi il nostro lavoro è quello di conoscere e farci conoscere e entrare in relazione con la gente; lavoro molto lento per la natura delle persone di questi luoghi e ulteriormente rallentato dalla situazione di isolamento dovuto alla pandemia ma si tratta di una esperienza progressiva e positiva.
Eravamo abituati a parrocchie caratterizzate dalla presenza di preti diocesani, qui siamo entrati in una storia di decenni di presenza dei religiosi cappuccini, e questo dato comporta per noi entrare in contatto con una forma diversa di impostare le cose con la conseguente necessità di mediazioni.
Come ci stiamo muovendo, quali sono le nostre scelte e priorità?
In sintesi direi che nostra priorità è dare forma alle Comunità Ecclesiali di Base e alle Strutture essenziali della Pastorale Parrocchiale. Questo comporta:
De-centralizzare; molte attività (come la catechesi, celebrazione dei battesimi…) erano soprattutto nel centro; stiamo dunque cercando di dare vitalità, nei limiti del possibile, a tutte le comunità e non solo a quella centrale.
Ministeri. Servizi. In tutta la parrocchia abbiamo solo 3 ministri della Comunione e altri 3 che sono anche ministri della Parola. Sto facendo formazione ad un gruppo, per il momento molto piccolo, per formare altri ministri, in modo che ogni comunità possa celebrare anche quando il presbitero non è presente; non è un traguardo che si raggiungerá in poco tempo, ma giá abbiamo qualcuno in cammino.
Catechesi. Formazioni. Analogamente abbiamo pochissimi catechisti e quasi nessuno che si occupa di Pastorale Giovanile. Il mio desiderio è formare gruppi di catechesi e evangelizzazione a tutti i livelli (bambini, adolescenti, giovani, adulti), possibilmente in tutte le comunità. Per ora abbiamo solo tre comunità un poco attive a livello di catechesi e molti genitori e catechisti hanno ancora timore di riunirsi per la questione del contagio Covid19 quindi il nostro lavoro è ancora a livello sporadico e da organizzare.
– Non appena ci saranno le condizioni – dopo le elezioni – inizieró incontri con i catechisti; vorrei arrivare ad elaborare qualche indicazione adatta a noi, sulla base dei Direttori di catechesi della Chiesa universale e del Brasile: per ora regna la anarchia! (e la buona volontá dei catechisti).
– Tra le cose che più mi interessano c’è la Pastorale Giovanile; qui è particolarmente difficile formare qualcosa di stabile perché molti giovani vanno a studiare in altre città o si spostano per altri motivi, oltre al fatto che trovare adulti disposti a lavorare pastoralmente con i giovani è una raritá. Ciò che vorrei fare nei prossimi mesi, è formare un piccolo Coordinamento, per accompagnare le poche esperienze che abbiamo e fare nuove proposte a livello della città.
– Vorrei formare un piccolo gruppo di Pastorale Battesimale per accompagnare le famiglie che chiedono il battesimo per i loro figli; ho trovato 4 adulti disponibili per assumere questo servizio molto bello e quando sará possibile per i loro orari di lavoro li incontrerò per impostare la nostra piccola catechesi battesimale.
Amazzonia resoconto 4

Lettura orante della Bibbia.
Abbiamo proposto un giorno di formazione biblica (meditare e pregare la liturgia della Parola domenicale) settimanale nelle varie comunità: è ancora piuttosto faticoso e difficile riunire le persone con lo scopo di ascoltare la Parola, è una novità per loro; la loro spiritualità è fondata sulle devozioni ai santi oltre a devozioni apprese dalla televisione, novene di vario tipo, ma manca un alimentarsi alla fonte della Sacra Scrittura. Con pazienza stiamo tentando di integrare le loro tradizioni con l’annuncio della Parola; sappiamo che occorreranno vari anni per mettere un po’ più al centro la Scrittura nella vita parrocchiale; stiamo seminando…
– Abbiamo constatato che le cappelle sono prevalentemente luoghi di celebrazione liturgica dei pochi cattolici che si riuniscono, e tutto si risolve lì: non si tratta ancora di Comunità di Base. Le Comunità di Base dovrebbero essere luoghi di incontro, di relazione, di evangelizzazione, di missione, di formazione, di interesse per i problemi sociali del quartiere….
Questo in parte lo vediamo quando organizzano la festa del patrono o qualche altra festa; per il momento è ancora poco lo spirito di missionarietà e una attenzione verso i più poveri. Chi frequenta le nostre liturgie cattoliche in città sono in genere persone della classe media locale ma finora non ho visto da parte loro una spinta missionaria, o un organizzarsi per accogliere e sostenere i più poveri.
– Abbiamo fatto qualche incontro per impostare una Caritas Parrocchiale, ma i tempi non sono maturi per ora. I nostri cattolici, infatti, è difficile che si organizzino per raggiungere i più poveri. Forse la cosa migliore, sarà visitare le famiglie nei ‘bairros’ e pensare a qualche azione o segno iniziale.
– Abbiamo riunito rappresentanti delle comunità per formare un Consiglio Pastorale Parrocchiale e un Consiglio Affari Economici che ancora non esistevano; da questo punto di vista dovremo aiutare ad assumere una mentalità ampia, che pensi alla parrocchia intera, alla diocesi e non solo agli interessi della piccola comunità di appartenenza.
Che il regno di Dio possa diffondersi in questa terra e questo popolo che amiamo.

Don Gabriele Burani, Santo Antonio do Içá – Amazonas