Category: Italia

SIMEONE E SAMIR spettacolo teatrale (2)

SIMEONE E SAMIR- Spettacolo teatrale

SIMEONE E SAMIR

Un progetto teatrale di fr. Ignazio De Francesco

Adattamento teatrale di Alessandro Berti

 

venerdì 24 maggio 2019 ore 20.45

Teatro De Andrè, Casalgrande (RE)

Al Centro Missionario Diocesano, dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00, potete acquistare i biglietti a 10,00 €

Il una notte di tempesta, alla vigilia di una grande battaglia campale tra l’esercito dei soldati cristiani e quello dei soldati musulmani, due uomini in fuga da quegli accampamenti si rifugiano in una grotta del deserto, dimora di un eremita.
Sono un medico cristiano e uno schiavo musulmano di pelle nera. La convivenza forzata in quella vigilia di guerra li porta a conoscersi, dialogare sul senso della vita, sul perché delle guerre e sul modo di risolverle. È questa la cornice narrativa che vuole avvincere gli spettatori e portarli a riflettere su temi importanti, cruciali per la vita di tutti i giorni.

Il progetto teatrale dal titolo SIMEONE E SAMIR / dialoghi notturni tra un cristiano e un musulmano in fuga, si occupa di dialogo tra religioni e culture in un’ottica di pace e convivenza. Esso sviluppa quanto iniziato con “Leila della tempesta”, un progetto di libro e messa in scena teatrale che prosegue dal 2016.

Gli autori del progetto sono:

Ignazio De Francesco, monaco della Piccola Famiglia dell’Annunziata (Montesole, BO), patrologo e islamologo autore di numerose pubblicazioni.
Delegato per il dialogo interreligioso della diocesi di Bologna

Alessandro Berti, regista e attore teatrale da anni impegnato in una ricerca tra teatro e sacro, in collaborazione con I Teatri del Sacro, Federgat ACEC e decine di Sale della Comunità italiane.

 

Come in un mosaico

Si è conclusa ricca di emozioni la giornata “Come in un mosaico”, organizzata dalla Pastorale Vocazionale Regionale e da Missio Emilia-Romagna.

Il pomeriggio ci ha permesso di scoprire le tante storie di vocazione che attraversano la nostra vita e ci ha visto partecipare con uno stand interamente dedicato alla missione e ai racconti dei giovani missionari.

Nonostante il tempo incerto, durante il pomeriggio c’è stato un bel sole, la manifestazione ha visto la partecipazione dei campisti estivi, che si stanno preparando per i viaggi missionari di questa estate e che, dopo una presentazione delle loro mete di destinazione, hanno vissuto e ascoltato le diverse storie presentate negli stand presenti in piazza Prampolini.

I momenti più importanti sono stati la tavola rotonda, con testimonianze di vocazioni, il musical su Annalena Tonelli e la veglia finale animata dal coro dell’ Idml in Cattedrale. La serata in Cattedrale è stata presentata da Mons. Erio Castellucci, prima del musical, e da Mons. Massimo Camisasca, che ha presieduto la veglia.

biblioteca vivente in piazza Prampolini   Stand in piazza Prampolini: persone che scrivono  Stand in piazza Prampolini. CSI e Missioni  11 maggio veglia in cripta 11 maggio tavola rotonda domande del pubblico  presentazione Musical

 

 

“Imparare a guardare con occhi nuovi, perché con la missione gli occhi si rinnovano.

Imparare a guardare la città, la nostra vita, tutto quello che è attorno a noi.

L’esperienza missionaria ci apre gli occhi e il cuore: imparare a guardare anche con il cuore. […]

Il tempo della missione ci prepara e ci aiuta a essere più sensibili, più attenti e a guardare con attenzione.

E a tanta gente che vive con noi, nella vita quotidiana, nei posti dove noi viviamo e che, per non saper guardare, finiamo per ignorare.

[…] La missione ci coinvolge tutti, come popolo di Dio, ci trasforma: ci cambia lo sguardo, ci cambia il modo di andare nella vita”.

(Papa Francesco ai giovani di Genova, 27 maggio 2017)

Con queste parole di Papa Francesco vi invitiamo a partecipare alla giornata organizzata dalla Pastorale Vocazionale regionale e da Missio Emilia Romagna che si terrà a Reggio Emilia l’11 maggio 2019, all’interno della settimana di eventi sulle vocazioni “Come se vedessero l’invisibile”.

Inizieremo al pomeriggio, alle 15.00 con Meet-Art: stand di conoscenza e incontro di tante realtà e storie di persone. Dal servizio, alla cultura, al mondo dello sport e tanto altro.

Alle 17.30 ascolteremo la tavola rotonda moderata dal giornalista Mattia Mariani con Emanuele Lambertini, campione para-olimpionico di scherma, Stefano Nava, pittore, e Giovanni e Roberta Vai, famiglia missionaria di Villaregia.

Alle 21.00 ascolteremo il musical sulla vita di Annalena Tonelli, Il fiore del deserto, della compagnia teatrale “Quelli della via”.

Concluderemo la giornata con la veglia di preghiera “venite e vedrete” animata dai giovani dell’ Idml alle ore 22.30

Vi aspettiamo!

 

a cena dei genitori di Simone Bradiani

Una serata speciale

Quando un figlio parte per svolgere servizio in missione in un luogo lontanissimo da casa, noi genitori ci poniamo mille interrogativi sul perché di tale scelta, ma non valutiamo il positivo stravolgimento che avviene nelle nostre vite.
Vi posso garantire che la scelta di Giulia (Giulia Farri – in servizio ndr) che attualmente presta servizio al Villaggio Terapeutico per malati psichiatrici di Ambokala a Manakara in Madagascar ci ha cambiati, uniti ancor più di prima ma soprattutto ci ha arricchiti.

E’ grazie alla sua scelta che abbiamo avuto l’opportunità di visitare un paese meraviglioso pieno di colori, profumi, sguardi, sorrisi, ed è proprio nel corso di quella visita che prima di Natale ad Ambokala abbiamo avuto l’onore di conoscere Mons. Gaetano Di Pierro Vescovo di Farafangana in visita ai malati ospitati nel villaggio.
Eh si perché in ospedale ci si va accompagnati dalla famiglia, per chi ce l’ha, perché c’è bisogno di tutto e la famiglia può assisterti. Capita anche che il ricoverato sia assistito dall’altro coniuge che si porta con se i bimbi anche i più piccoli. Quindi l’ospedale si trasforma in un vero e proprio villaggio.

a casa di Simone Bradiani

La cena inieme a casa di don Simone Bradiani … in Italia, anche con i parenti degli altri volontari in servizio in diocesi di Farafangana

Mons. Gaetano di origine italiana vive ormai da molti anni in Madagascar è Vescovo da 19 anni ma solo da 9 mesi è stato nominato Vescovo di Farafangana e quindi anche di Manakara. Un incontro veramente inaspettato ma graditissimo, ci ha accolto con tanto calore facendoci sentire a casa, ha elogiato i nostri ragazzi per il lavoro che svolgono e ci siamo lasciati con l’augurio di rivederci in Italia.

I genitori di Giulia Farri

In partenza per l’India

Marta è una ragazza di 19 anni originaria della parrocchia di Ospizio mentre Silvia è una ragazza di 20 anni che frequenta la parrocchia di Campagnola. Entrambe partiranno nel mese di febbraio per l’India per soggiornarvi 6 mesi accolte dalle Case di Carità. Abbiamo chiesto loro di condividere le loro aspettative

Marta ci ha scritto: parto perché vorrei conoscermi più a fondo, mettermi alla prova senza i soliti punti di riferimento. Parto con il desiderio di essere aperta a ciò che imparerò nell’incontro con persone e culture diverse dalla mia.

Parto sostenuta dall’affetto, dall’amore di tante persone che mi hanno aiutato a diventare grande e mi hanno sostenuta nei passaggi difficili del mio cammino. Porto con me tutti i dispiaceri, le delusioni, le fatiche e i dolori che ho vissuto in questi anni: questi mi hanno aiutato a capire che sempre si può ripartire, mi hanno reso più forte e capace di essere consolazione anche per altri.

Io dalla missione mi aspetto di essere più cosciente e consapevole di chi ho intorno e di quello che succede negli altri paesi del mondo. Dall’India mi aspetto di avere un piccolo cambiamento nella mia vita e di trasmetterlo a tutte le persone che ho intorno.

Silvia ci ha risposto: spesso ci viene chiesto di raccontare il perché di una cosa, il perché di una scelta. Oggi mi è stato chiesto di provare a spiegare il perché ho deciso di partire.

Qualche anno fa non avrei mai pensato di essere arrivata a fare una scelta così grande.

Non sono mai stata una ragazza che emergeva molto, anzi, tendevo molto a nascondermi dietro agli altri non valorizzando quelli che sono i miei doni.

Nel mio percorso ho potuto fare esperienze e incontrare persone che mi hanno aiutata e mi hanno fatto scoprire doti di me stessa che neanche io conoscevo.

Partire perché vorrei conoscere le realtà che ci circondano e perché vorrei avere uno sguardo diverso da quello che abbiamo con tutta la nostra vita frenetica e piena di cose.

Partire perché vorrei mettermi alla prova, perché ho bisogno di avere fiducia e di credere in me stessa. Forse è proprio questo di cui ho più bisogno, fare un’esperienza che mi faccia conoscere più a fondo e mi apra gli occhi a nuove scoperte.

Il mio primo desiderio era quello di partire per il Madagascar, ma quando mi è stata proposta l’India, non mi sono fatta troppi interrogativi, ho deciso comunque di accettare pur non sapendo bene cosa potesse aspettarmi. Quello che oggi spero è di tornare più forte e più aperta verso l’altro.

Giovedì 24 gennaio, alle ore 21.00, celebreremo la Messa in san Girolamo per accompagnare nella preghiera l’esperienza di Marta e Silvia e accogliere definitivamente Don Riccardo Mioni, rientrato dalla  missione in Brasile.

Diario di un Natale in Albania

Don Paolo Tondelli ha condiviso con la comunità cristiana nella Parrocchia del Sacro Cuore (Baragalla) in città la sua esperienza natalizia in Albania. Ha anche scritto un diario, che potete scaricare su questa pagina.       

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L'ordinazione del giovane prete di Ipirà

Ordinazione sacerdotale a Ipirà

Sabato 16 dicembre alle ore 16 in Ipirà è stato ordinato VALMIR AZEVEDO SANTOS un ragazzo della parrocchia nato e cresciuto in una piccola comunità di campagna.
Ipirà dal 1980 ad ora ha sempre avuto parroci reggiani, attualmente il parroco è don Gabriele Burani.

E’ la prima ordinazione di un ragazzo di Ipirà; altri ragazzi e ragazze negli scorsi anni sono entrati a far parte di congregazioni religiose, ma questo è il primo giovane ordinato a servizio della Chiesa locale di Ruy Babosa come prete diocesano.
La prostrazione del consacrando“Entrato in seminario nel 2011, ricordo il giorno che lo accompagnai per iniziare il percorso propedeutico – ricorda don Marco Ferrari – era il 19 febbraio 2011. Poi ha proseguito con la Filosofia e Teologia presso il seminario di Ruy Barbosa in Feira de Santana. Ordinato Diacono in luglio di quest’anno e sacerdote sabato 16 dicembre.”
Dal 2009 ad oggi è il settimo giovane ordinato a servizio di questa Chiesa ed altri 10 giovani sono in seminario, quel seminario inaugurato nel 2008 e che, a Dio piacendo, vedrà il prossimo anno altri due giovani concludere il cammino formativo. Saranno ordinati diaconi e sacerdoti (se tutto va bene) il prossimo anno Fred sempre di Ipirà e Claudio di Miguel Calmon.
Buon Cammino don Valmir e che altri giovani possano mettersi a servizio di questa chiesa.

 

Leila della tempesta - spettacolo

Leila della tempesta

Spettacolo il 23 settembre 2018
ore 16.30
Teatro Dante, parrocchia di
san Silvestro Cella
Via Cella All’Oldo n° 7, Reggio Emilia

Il libro di De Francesco, Leila della tempesta, cui si ispira lo spettacolo, racconta la storia dell’incontro
autobiografico tra Ignazio (monaco cristiano e islamologo) volontario in un Istituto penitenziario e Leila, una
ragazza tunisina detenuta nello stesso istituto. In questa relazione tra il volontario e la detenuta (musulmana e di
una religiosità popolare) vengono a galla alcuni temi forti, che appassionano entrambi: la fede religiosa, il
rapporto tra legge sacra (sharìa) e costituzione italiana (ma anche la nuova costituzione tunisina, l’unica che la
Primavera Araba ha partorito), il senso della detenzione come momento fondamentale per cercarsi e ritrovarsi
invece che come intermezzo di noia sedata.

Al termine dello spettacolo sarà possibile partecipare ad un breve dialogo
con il monaco Ignazio De Francesco, autore del testo, e Marwa Mahmoud
del Centro Interculturale Mondinsieme.
Ingresso: 10€.
Per informazioni e prenotazioni:
Maria Cristina Guarnieri 3488851739; Centro Missionario Diocesano 0522436840 (Lun. – Ven.)

Sul coltivare l’alleanza con la terra

Veglia diocesana per la custodia del Creato

“In questa Giornata Mondiale di Preghiera per la cura del creato, che la Chiesa Cattolica da alcuni anni celebra in unione con i fratelli e le sorelle ortodossi, e con l’adesione di altre Chiese e Comunità cristiane, desidero richiamare l’attenzione sulla questione dell’acqua, elemento tanto semplice e prezioso, a cui purtroppo poter accedere è per molti difficile se non impossibile”. Si è aperta con questa esortazione di Papa Francesco la Veglia diocesana per la Custodia del Creato celebrata sabato 1° settembre nella Chiesa di Masone, a Reggio Emilia, e presieduta da don Emanuele Benatti.
L’acqua ha un ruolo fondamentale nel creato, è un bene essenziale per tutti e invita a riflettere sulle nostre origini. In questo hanno aiutato le suggestive immagini tratte dal film “L’albero della vita”, preparate per l’occasione dalle comunità dell’Unità Pastorale “Beata Vergine della Neve”, insieme ai segni e ai testi consegnati ai tanti convenuti. Tra questi, la lettera “Caro San Cristoforo” (martire venerato soprattutto da pellegrini e viaggiatori per superare difficoltà naturali di vario genere) scritta circa 30 anni fa da Alexander Langer (1946-1995), ecologista, giornalista, pacifista e politico che operò soprattutto nel parlamento europeo, vivendo l’inizio di quella deriva culturale e politica dell’Europa che oggi si vede pienamente esplicata. I suoi scritti, le sue campagne hanno anticipato i temi e le intuizioni che si trovano nell’Enciclica Laudato si’.

Il professor Matteo Marabini durante la veglia

A testimoniarlo è un suo caro amico, il prof. Matteo Marabini, insegnante di storia e filosofia e fondatore dell’Associazione “La Strada”, operante socialmente nel territorio bolognese.

Intervenendo alla Veglia, Marabini ha ripreso il testo scritto da Langer quale parabola della “conversione ecologica” necessaria, per leggerlo alla luce degli eventi che oggi sconvolgono l’umanità, mettendo in guardia dalla rimozione dei cambiamenti climatici in cui facilmente inciampiamo. “Sotto i nostri occhi può succedere di tutto, ma nulla scalfisce le nostre certezze di ordine economico, politico, sociale e la nostra profonda adesione al sistema”. Marabini, si è poi soffermato su tre eventi “macigni” avvenuti il mese scorso: il 1° agosto è stato dichiarato come the Earth Overshoot Day, il giorno oltre il quale non si può andare, perché esaurite le risorse prodotte dal pianeta per l’intero anno. Quelle che consumiamo fino al 31 dicembre le prendiamo in prestito al futuro, indebitando le generazioni che verranno dopo di noi. “Il secondo macigno è la tragedia del ponte di Genova, questo mostro architettonico sporgente sulle case… ‘per non opporsi al progresso’… e ora saranno distrutte. Prima di ricostruire il ponte bisognerebbe pensarci due volte. Con la situazione che stiamo vivendo, tra qualche anno non ci potremo più permettere questo tipo di viabilità, di spostamenti. Il terzo macigno è la vergognosa esplosione dell’ostilità e della deumanizzazione rispetto a chi fugge, anche dai cambiamenti climatici, con un crescendo di volgarità e d’illegalità”.

Diventano allora di grande attualità le parole rivolte da Langer a San Cristoforo, che rinunciò a servire l’esercito imperiale per usare le forze di cui era dotato nel traghettare i viandanti in difficoltà da una riva all’altra di un pericoloso fiume, pensando alla traversata che la nostra civiltà oggi è chiamata a compiere. “Non è solo un problema di disinformazione, cultura, superficialità – ha detto Marabini – . E’ in gioco il nostro desiderio, malato, insofferente ad ogni limite segnato dalla dismisura, dal possesso, vorace, predatore. La conversione ecologica è un processo di guarigione e di rigenerazione dell’uomo interiore, per orientare la propria istintività e accettare la forza vivificante del limite”. Scriveva Langer che “il cuore della traversata che ci sta davanti è probabilmente il passaggio da una civiltà del ‘di più’ a una del ‘può bastare’ o del ‘forse è già troppo’…” per invertire la corsa di una ‘crescita’ diventata autodistruttiva. “E sono lì a documentarlo l’effetto-serra, l’inquinamento, la deforestazione, l’invasione di composti chimici non più domabili e un ulteriore lunghissimo elenco di ferite della biosfera e dell’umanità. Bisogna dunque riscoprire e praticare dei limiti”.
Scrive Langer: “Sinora si è agito all’insegna del motto olimpico “citius, altius, fortius” – più veloce, più alto, più forte – che meglio di ogni altra sintesi rappresenta la quintessenza dello spirito della nostra civiltà, dove l’agonismo e la competizione non sono la mobilitazione sportiva di occasioni di festa, bensì la norma quotidiana ed onnipervadente. Se non si radica una concezione alternativa, che potremmo forse sintetizzare, al contrario, in “lentius, profundius, suavius” – più lento, più profondo, più dolce -, e se non si cerca in quella prospettiva il nuovo benessere, nessun singolo provvedimento, per quanto razionale, sarà al riparo dall’essere ostinatamente osteggiato, eluso o semplicemente disatteso”.

“Per entrare in questa conversione ecologica – ha osservato Marabini – bisogna riconoscere che c’è un debito da saldare, che c’è da praticare una giustizia restitutiva. Rispetto al fenomeno migratorio, noi non possiamo dire: aiutiamoli a casa loro! Siamo noi i predoni dell’Africa che affamano milioni di poveri, come ha detto l’Arcivescovo di Palermo. E l’assalto all’Africa in atto oggi è molto più rapace del colonialismo di 150 anni fa. E’ necessario rimediare a questo, che non significa fare beneficienza, ma giustizia”.
“Per non precipitare nella barbarie, per diventare umani e non doverci vergognare dei nostri giorni c’è un altro passo di liberazione da compiere: il diritto-dovere di resistenza dei cittadini quando lo Stato viola la libertà e umilia i diritti umani” ha aggiunto Marabini rifacendosi alla proposta che Giuseppe Dossetti fece durante la Costituente e pensando a tante persone che oggi, soccorrendo chi è nel disagio, sfidano provvedimenti contro la solidarietà e l’umanità.
L’invito finale di Marabini è stato quello a scegliere la vita, come scritto nel Libro del Deuteronomio (30, 15-16.20): “Io pongo oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male… Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce…”.

photo credit: diegotapiamontaner Nebulosa de la Cabeza de bruja via photopin (license)

1 settembre 2018 nella chiesa parrocchiale di Masone alle 21. Interverrà Matteo Marabini dell'associazione La strada

Coltivare l’alleanza con la terra

Coltivare l’alleanza è l’invito alla preghiera e all’azione che ci rivolge la CEI. Il prossimo 1 settembre sarà la Giornata Nazionale del Creato.

Ricordando l’incoraggiamento che arriva dall’Enciclica “Laudato si’”, i Vescovi richiamano a “un’attiva opera di prevenzione”, attenti a ritrovare la “prospettiva pastorale” “nella presa in carico solidale delle fragilità ambientali di fronte agli impatti del mutamento, in una prospettiva di cura integrale. Occorre ritrovare il legame tra la cura dei territori e quella del popolo”.

Scarica il Sussidio della CEI dove trovare materiale per la formazione e l’animazione liturgica per la Giornata del 1° settembre e tutto il mese dedicato alla Custodia del Creato

 

cambio data e luogo della serata con don Gianchi

Cambio programma incontro con don Gianchi in visita in Italia

Don Giancarlo Pacchin, missionario fidei donum in Brasile è in visita in Italia in questi giorni e sarà possibile incontrarlo in diverse occasioni.

Tra le altre segnaliamo la celebrazione della S Messa :
* nella chiesa di Vallisnera sabato 12 maggio, alle ore 15
* a Salvaterra alle ore 19 sempre sabato 12 maggio
* a Montecavolo alle ore 19  celebrazione della

Vi invitiamo anche alla Cena e seguente incontro giovedì 17 maggio alla Parrocchia di Montecavolo  in via Papa Giovanni XXIII n. 36/1 Montecavolo 

tel 0522.436840 email teresa@cmdre.it