Camminando a piccoli passi
Il Centro Missionario della Diocesi di Reggio, per Mezzo dei suoi animatori, mi ha chiesto più volte di scrivere alcune righe per condividere il nostro cammino di Chiesa in Mozambico e, in particolare nella Diocesi del Gurue, dove, praticamente ho passato i miei cinquanta anni di missione.
In tutti questi anni ho avuto la grazia di partecipare da dentro a tutti gli avvenimenti del popolo Mozambico: la guerra coloniale, la gioia dell’indipendenza, la fatica e la sofferenza di una Chiesa chiamata a vivere in una scelta statale social-comunista, la lunga guerra civile di 16 anni con tutti i suoi orrori di violenze e di povertà, o depois, potremmo dire fino a oggi, alla ricerca non facile di un equilibrio tra le varie forze politiche e militari in un clima di “dittatura” di partito. E ora è ancora in atto una guerra al Nord che ha provocato distruzioni, morti e dislocati.
La Diocesi del Gurue è stata creata nel 1993, separandola da quella di Quelimane. Ha una estensione di 42.000 kmq. É composta di 25 parrocchie che raggruppano le quasi 3.000 comunità cristiane sparse in tutto il territorio. Molte di queste comunità sono grandi e numerose e potrebbero essere parrocchie indipendenti.
In questi anni ultimi abbiamo cambiato i termini per definire meglio l’identità della mostra Chiesa. Abbiamo abbandonato il termine “Missione” per adottare quello di “Parrocchie”, anche se la realtà nostra non corrisponde alle parrocchie di Reggio. Solo si voleva esprimere l’idea che, in parte, è terminata la prima evangelizzazione e si vive in una Chiesa locale, con le sue Diocesi, i suoi vescovi e le strutture necessarie. Manca molto per essere autonoma, ma si sta camminando a piccoli passi.
Io, da alcuni anni sono nella parrocchia di Nauela. Siamo in due padri e un diacono. P. Raimundo ha due anni di Messa e il diacono sarà ordinato il giorno 29 ottobre prossimo. Le comunità cristiane che siamo chiamati ad accompagnare sono 110. Per facilitare l’assistenza e un minimo di formazione si sono create strutture intermedie: 20 zone pastorali e, successivamente, 7 centri, per poi arrivare alla parrocchia. Praticamente la vita delle comunità è in mano ai laici, gente di buona volontà e credo con una assistenza particolare dello Spirito, perchè la cosa funziona e vi sono dei frutti.
Chiaro è che, in questi due anni di coronavirus, le cose non sono state facili per nessuno e quindi nemmeno per noi.
In relazione alla malattia, il Mozambico ha avuto una protezione particolare da parte della Provvidenza e della misericordia di Dio. I problemi erano nelle città, ma qui fuori, anche se gli ordini erano chiari, si è vissuto molto liberamente da parte della maggioranza della gente: mercati, viaggi, trasporti pubblici, negozi… Praticamente non si sono verificati casi di malattia e di morti É necessario anche dire che non sono mai esistiti tamponi o un minimo di controllo. Ora si tenta vaccinare tutti. Speriamo.
I cristiani hanno imparato a pregare in piccoli gruppi nei cortili o sotto gli alberi, tentando anche di organizzare un minimo di catechesi e di vita comunitaria.
Quando giungeva qualche apertura straordinaria correvamo per la formazione e per la celebrazione dei sacramenti. Nei mesi di maggio e giugno, abbiamo celebrato più di 1.300 battesimi e oltre 300 matrimoni. Adesso ci restano le Prime Comunioni.
Abbiamo anche celebrato in case particolari.
Non avendo i vostri mezzi di comunicazione ci siamo serviti della macchina, facendo visite qua e là e mandando lettere di incoraggiamento e di animazione in tutte le comunità.
Certamente qualche cosa si sta perdendo, ma c’è anche in atto una crescita che lascia sperare bene. Quando noi possiamo farei poco o nulla, lo Spirito trova meno intoppi per realizzare i suoi prodigi in coloro che credono. Anche la storia passata ci convince di questo. L’abbiamo toccato con mano con gioia nel passato, perchè, di fatto non è il nostro agitarsi che fa crescere la vita in Cristo.
Termino con una raccomandazione per tutti: noi e voi.
Il Regno di Dio cresce per comunicazione di vita in Cristo e non tanto per i mezzi che abbiamo a disposizione.
La fede di ognuno di noi e la fedeltà a Cristo sia l’aiuto più concreto ed efficace per aiutarci reciprocamente a vivere come discepoli e come evangelizzatori.
Un saluto e un ringraziamento a tutti.
padre Renato Comastri