Buona Pasqua da Jandira

Jandira, Pasqua 2018

Carissime amiche, carissimi amici,
quando scrivo, e scrivo solo a mano, mi vengono tanti pensieri della mia infanzia. Il pennino da intingere nel calamaio, non molto, ma nemmeno troppo poco… come ci insegnava la maestra; le macchie sulla pagina bianca, la provvidenziale carta assorbente, la gomma, i buchi sulla riga a forza di cancellare …, le sgridate, le lacrime che bagnavano il quaderno…. e i giochi pieni di grida e di vita.
Ora scrivo con la biro. Potrei dire che sono moderno. Invece no, sono ancora un semi analfabeta che non sa scrivere in digitale! Beh, pazienza, questa volta non verserò lacrime sul computer; qualche buon amico mi “tradurrà” sul digitale. Mal che vada, ve la manderò così, con le macchie e i buchi e gli scarabocchi.
Se la tecnica dello scrivere cambia e migliora, le tecniche per gestire il potere rimangono sempre le stesse: si cambia qualcosa per mantenere il potere sempre più assoluto. Dai tempi di Caligola, ai sistemi mafiosi, dalla strage degli innocenti di Betlemme al cartello appeso sulla Croce di Gesù (INRI), il potere lo si detiene eliminando i possibili concorrenti o sospetti di esserlo.

la folla Ai funerali di Marielle Franco

Ai funerali di Marielle Franco
photo credit: midianinja Ato Inter-Religioso – Rio de Janeiro – 20/03/2018(license)

Essere alternativa al potere dominante o semplicemente non essere affidabili, chi ha una proposta diversa capace di cambiare le cose, significa mettere a rischio la propria vita. Marielle Franco è stata uccisa due giorni fa perché, come consigliere comunale di Rio de Janeiro, difendeva i poveri, i neri, i favelados, ma soprattutto perché aveva denunciato la polizia di essere la “milizia della morte.”
In Europa ci sono i profughi e i nuovi poveri che, alla ricerca di una nuova vita, diventano minaccia allo status quo. Qui in Brasile abbiamo la Senzala,… il Brasile emarginato, afro discendenti, superstiti di indios, immigranti boliviani e venezuelani, il 70% della popolazione che vive al di sotto dei 250 euro al mese.

Il Brasile che comanda, la Casa Grande, è una classe di esecutivi alle dipendenze di alcune centinaia di padroni. Tutti bianchi, dai nomi stranieri: non c’è nessun “da Silva” o nero o scuro di pelle. Hanno il passaporto brasiliano, ma la patria del cuore e del portafoglio sono gli Stati Uniti d’America. Hanno in mano le banche, il cambio, la borsa, i mass media, i grandi gruppi agroindustriali… il giudiziario e una maggioranza parlamentare eletta con i loro soldi.
Sono riusciti ad applicare l’impeachment alla Dilma, eletta democraticamente per la seconda volta, accusandola di colpe che non aveva e che nemmeno sono state provate.
In Ottobre ci saranno nuove elezioni. Lula, che ha già governato il Brasile per 8 anni con un appoggio popolare tra il 70 e l’80%, anche negli ultimi sondaggi è di gran lunga al primo posto nelle preferenze popolari: è stato condannato a 12 anni di prigione per una questione di un immobile, di cui è accusato di essere il proprietario in modo illecito.
Ora… non c’è nessuna prova, accuse di “delatori” (corrotti in cerca di diminuire la propria pena) a non finire, ripetute all’infinito dai giornali e televisioni con campagne massacranti via internet.
L’accusato si difende dicendo che la proprietà non è sua, non è nel suo nome e non c’è un documento che dica che è sua, però è condannato. Ancora non è in prigione (c’è un ricorso) ma non può candidarsi alle elezioni di presidente, proprio per questa condanna.
Si affoga così, con i guanti neri della giustizia, una grande speranza della povera gente che aveva cominciato a credere in un Brasile differente: Lula, il metalmeccanico, era riuscito a provare che è possibile cambiare “le cose”.
Confesso che io ho pianto di delusione, di rabbia, di impotenza… quando ho saputo la notizia della condanna di Lula: è la speranza che viene soffocata, il giusto messo a tacere, l’ipocrisia che strangola l’utopia…così, con notizie falsamente neutre, impersonali come quando si dà la notizia che un barcone di profughi sono affogati nel mare, tentando di raggiungere il sogno di una vita migliore.
Non voglio santificare nessuno, ma è una nuova Croce che si alza sul calvario. Forse no… è la stessa Croce di Cristo che assume e incorpora tutte le croci, migliaia, come le stelle del cielo… di giusti, di profeti, di utopisti, sognatori, profughi… di senza terra, di martiri che costruiscono un regno di pace, una nuova terra e cieli nuovi.
Nello stesso tempo, per ordine del Presidente Temer, illegittimo, l’esercito ha occupato Rio de Janeiro. Carri armati, mezzi blindati e tanti soldati armati fino ai denti si esibiscono sulle strade della città “maravilhosa”, per “proteggere” la popolazione dalla violenza. Guerra contro chi? Contro i poveri, favelados, ragazzi per lo più neri, adolescenti che si guadagnano la vita al soldo del trafficante, il quale paga politici e comandanti per controllare il commercio della droga non solo all’interno del Brasile, ma anche all’estero. “Saremo un esempio per tutto il Brasile” ha dichiarato il Generale Braga Neto nell’assumere il comando di Rio de Janeiro (viva il duce!?).
E’ una lezione che sapevamo, ma che si fa presto a dimenticare: dai partiti non avrai mai cambiamenti, e se tentano di cambiare qualcosa, i signori del mondo (dei soldi, delle armi, dei politici, dei militari ecc) possono accettare piccole riforme, che non disturbino le loro strutture politico-culturali ed economico-militari. Neanche delle istituzioni, come tali, possiamo fidarci più di tanto: università, chiese, sindacati, movimenti giovanili per sopravvivere sono costrette a rimanere legate ai meccanismi del sistema economico dominante.

liturgia pasquale

liturgia

Allora gettiamo la spugna? Tiriamo i remi in barca? C’è la scelta delle Tre Marie con il giovane Giovanni, ai piedi della Croce (le donne e i giovani) di fronte al Crocifisso che ha sete… non di acqua né di aceto, ma di vita per tutti, ha sete di un mondo fatto di servizio, di giustizia, di pace, è il mondo delle minoranze “abramiche”, come diceva Monsignor Elder Camara, perché Abramo ha creduto nella speranza contro tutte le speranze.

In questa Pasqua vi auguro di vivere questa sete del Crocifisso, assieme agli oppressi di questo sistema economico-militare, assieme ai profughi, ai senza terra, ai senza patria… assieme a tutti gli uomini di buona volontà , perché l’Acqua Viva c’è, la Resurrezione c’è, e il mondo che sogniamo c’è, nella nostra sempre più forte sete di Utopia.
E a tutti i martiri che hanno dato la vita per questa Utopia diciamo “anche se sono morti, vivono nei nostri cuori”. La Croce è il cammino della Resurrezione.

 

Un abbraccio grande a tutti e Buona Pasqua,
Vostro fratello, Gianchi

NB. Le notizie dei nostri progetti (sempre assetati!) ve le dirò a voce in maggio quando vi verrò a trovare!