alle prese con Emnati…

 

22 febbraio, ore 22.40

Solitamente a quest’ora il Madagascar dorme profondamente, e io con lui. Stasera però sono certa che come me, tanti sono ancora svegli.
Ancora il Paese è ferito dal passaggio del Ciclone Batsirai, due settimane fa, e siamo già alle prese con Emnati…
Come da previsione, è arrivato nel pomeriggio di oggi e ci farà compagnia tutta notte.
Dopo aver raccolto l’acqua che da sotto la porta è già entrata in refettorio e finito una partita di Pinnacolo, ci avviamo verso le camere.
In corridoio risaputamente durante le piogge gocciola acqua dal soffitto, quindi non mi stupisce mettere un piede nel bagnato.
Entrando poi in camera spero di trovare solo qualche perdita, sempre dall’alto, come era successo per Batsirai e che era stata limitata buttando a terra qualche straccio…
Invece al di là della porta della camera stasera sembra di essere a Venezia…
Le infiltrazioni tra le travi di legno sono abbondanti e a terra c’è già una discreta quantità di acqua…Vesto un impermeabile e sollevo da terra tutto quello che rischierebbe di bagnarsi. Sempre in pigiama, ciabatte e giacca a vento, l’avventura, che ha del tragicomico, prosegue verso il bagno, dove il vento forte ha scardinato una finestra, che aspetta di essere richiusa con due martellate.
Posso finalmente infilarmi nel letto, unico posto ad ora ancora asciutto e iniziare a scrivere…
È difficile addormentarsi, le folate di vento , che sfiorano i 200 all’ora, sembrano avere la forza di portare via il tetto da un momento all’altro.
Già stamattina avevamo riempito di sabbia alcuni sacchi e posati sulle lamiere a fare peso…speriamo che tenga!
Proprio ora un rumore secco irrompe dall’altra parte della casa, non so dire cosa sia…forse un ramo sul tetto, una porta scossa dall’aria, un cocco caduto dalla palma, una lamiera che ha ceduto? Lo scopriremo domattina.
Intanto il boato continua a scuotere le foglie e a far vela sui tetti, ai miei piedi l’acqua a gocciolare a terra e il letto è ancora asciutto.
Chissà quanti invece in questo momento hanno già visto volare il tetto di casa loro o hanno l’acqua alle ginocchia.
Sperando che domani la situazione regredisca e pregando di addormentarmi quanto prima, ho modo di ripensare ai gioni scorsi, trascorsi a Manakara insieme agli altri Missionari italiani…
Ho gustato molto l’accoglienza da parte dei volontari, le passeggiate in riva all’Oceano Indiano e con Camilla il cantare insieme ai bimbi del quartiere attorno ad una chitarra ed un ukulele.
Intanto il boato continua a scuotere le foglie e a far vela sui tetti, ai miei piedi l’acqua a gocciolare a terra e il letto è ancora asciutto.
Penso ancora che questo è il meglio che posso ricavare da questa situazione, non c’è un’opzione B migliore, come siamo abituati pensare ed avere a disposizione…stare in questo angolo di questa camera è la soluzione migliore, o forse la meno peggio.
Intanto il boato continua a scuotere le foglie e a far vela sui tetti, ai miei piedi l’acqua a gocciolare a terra e il letto è ancora asciutto.
Mi vengono anche in mente, con un po’ di sana nostalgia, tanti volti amici ora lontani…
Suona la sveglia, mi sembra di aver dormito poco stanotte, più volte mi sono svegliata di soprassalto per qualche rumore improvviso.
Sperando di trovare un po’ meno devastazione che dopo Batsirai, affacciandomi alla porta so già che lavoro ci aspetta…ci armiamo di stracci, secchi e scope e una stanza dopo l’altra raccogliamo il bagnato.
Come speravo il paesaggio ha subito meno il passaggio di questo ciclone, ma neanche oggi manca qualche tetto sollevato e qualche albero spezzato. La strada ha lasciato spazio ad un attraversamento in canoa, ma se non altro elettricità, luce e acqua non sono stati tagliati…
La stagione dei cicloni è ancora lunga, speriamo almeno di poter stare tranquilli per qualche settimana, per poter portare avanti il nostro servizio, che ogni volta subisce una battuta d’arresto davanti alla potenza travolgente della natura e all’impotenza dell’uomo.

A presto,
Giada

Giada Amnati madagascar 2