Lettera dall’Amazzonia – Urge la pace
URGE LA PACE
di don Gabriele Carlotti
Vi scrivo da Ipiranga, chiamato anche “il culo del Brasile” perché è l’ultima uscita navigabile. Un po’ la fine del mondo, come quando papa Francesco si presentò venuto da molto lontano, dalla fine del mondo. Francesco l’ultimo profeta per questa Umanità che sembra aver dimenticato le sue radici umaniste. È ora di marciare, di riprendere a marciare per la pace. Marciare nel Parlamento italiano e nel suo governo per gridare che l’armamento dei nostri Paesi è una scelta folle e stolta. Non saranno le armi ad impedire le guerre e le invasioni, non potremo mai competere con la Russia, gli Stati Uniti e la Cina. Saremo sempre e solo satelliti in questa guerra fredda ormai divenuta incandescente. Dobbiamo marciare su Israele, per abbracciare ogni soldato, portare fiori ad ogni mamma che ha il figlio al fronte. Marciare silenziosamente e prendere possesso del Parlamento israeliano e del suo governo folle, dire basta a questa inutile e colpevole carneficina. Come Mahatma Gandhi, e Martin Luther King, con loro e con Cristo difendere con la non violenza il diritto dei popoli alla loro sovranità inalienabile.
È una vergogna che la Chiesa rimanga in silenzio, i suoi vescovi e i cattolici di destra e di sinistra, una vergogna che i giovani non insorgano e non manifestino per la Pace. Non dimentichiamo la Rep. Dem. del Congo e il Myanmar, l’Etiopia e l’Ucraina, non tacciamo il sangue e la sofferenza frutti di una economia ingiusta e di una politica connivente.
Marciamo in nome della libertà, per i valori di una Umanità che chiede di vivere in pace, marciamo cristiani e uomini di buona volontà , uomini e donne pensanti e capaci di amare. Marciamo per la Pace uscendo sulle strade e sulle piazze, lasciando i nidi caldi e protetti dell’individualismo delle nostre case e sagrestie. Marciamo perché abbiamo ancora Speranza e Crediamo nel dono della vita che si fa Risurrezione oggi. Coraggio, fratelli e sorelle, chiediamo Pace e Giustizia per i piú deboli che ancora pagano e muoiono per l’insaziabile arroganza di coloro che si credono forti. Coraggio, in nome di Dio e dell’Amore. Santa inquietante Pasqua a tutti! Gabriel, dall’Amazzonia, i cui figli, indigeni, sono a Brasilia, marciando per difendere il diritto della terra dei loro ancestrali. Svegliamoci e risorgiamo perché la Pasqua sia vita nuova.
Coraggio, non lasciamoci rubare la Speranza!
