Convegno “Il diritto alla salute”
Convegno “Il diritto alla salute”
Una collaborazione tra Reggio Emilia e il Madagascar
Più di 160 persone hanno partecipato la mattina del 5 ottobre al Convegno “Il diritto alla salute”, organizzato da Diocesi di Reggio Emilia – Guastalla, Centro Missionario Diocesano e Volontari nel Mondo RTM, per restituire quanto fatto e vissuto nel Progetto “Ero malato” a sostegno dell’ospedale di Ampasimanjeva in Madagascar.
Dopo i saluti del Vescovo Giacomo e del Sindaco Massari, si è aperta la prima parte del Convegno che ha contribuito a rendersi conto della situazione mondiale dove povertà, guerre cambiamenti climatici inducono milioni di persone a muoversi verso terre lontane in cerca di un futuro possibile.
Gli interventi del Dott. Santino Severoni (Director of the Healt andr Migration Programme at WHO) e del Prof. Romano Prodi (Fondatore della “Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli”) hanno portato al centro dell’attenzione la necessità di avere uno sguardo largo e di non fermarsi alla solidarietà assistenzialistica, coltivando il rapporto solidale tra i popoli (come quello tra Reggio Emilia e il Madagascar), necessario per mantenere ponti di conoscenza e dialogo tra popoli, utili e necessari per sminare i tanti conflitti che oggi vediamo ovunque intorno a noi.
Don Gabriele Pipinato (Responsabile del Servizio per gli interventi caritativi per lo sviluppo dei popoli della CEI) ha incentrato la sua riflessione a partire dal nome del Servizio di cui è responsabile, definendo gli Interventi caritativi come interventi di carità, non solo di solidarietà, sull’esempio di tantissime persone che si donano, nel mondo, completamente a favore dei fratelli più poveri.
Per lo sviluppo significa potenziare e qualificare le competenze, pensare, avere in testa, lo sviluppo come postura da tenere, anche quando si fa emergenza e assistenzialismo.
A servizio Dei popoli, di tutti i popoli, non solo di quelli poveri. Ci possiamo guarire gli uni gli altri con la reciprocità, a partire dal riconoscere le nostre miserie e piccolezze, nella consapevolezza che siamo tutti piccoli.
La seconda parte del Convegno ha descritto i passi e le fasi del Progetto “Ero malato” dopo quasi 2 anni di attività. Nel dicembre 2022, infatti, la Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla insieme al Centro Missionario, con il contributo dell’8×1000 della CEI e delle istituzioni sanitarie reggiane, in collaborazione con realtà imprenditoriali del territorio, ha promosso il progetto di cooperazione internazionale “Ero malato”, che ha come obiettivo l’ammodernamento strutturale e delle dotazioni sanitarie e la qualificazione delle competenze professionali di medici, infermieri e tecnici dell’ospedale.
La Dott.ssa Cecilia Pellicciari (Vicepresidente di Volontari nel Mondo RTM) ha descritto la particolarità dell’essere un ospedale di foresta e lo stile di intervento e accompagnamento di Volontari nel Mondo RTM che da più di 50 anni si distingue per l’attenzione ai malati, ai poveri alle famiglie, alle comunità e ai volontari in tutti i progetti che porta avanti in diversi paesi.
Cecilia ha ripercorso le tappe principali del percorso degli interventi sull’ospedale di Ampasimanjeva fino al Progetto “Ero malato” che ha dato impulso e concretezza al miglioramento delle infrastrutture (corridoio, vie di accesso ai servizi, rete informatica e informatizzazione per la gestione dei malati, impianto fotovoltaico), alla formazione (con 370 ore di formazione sanitaria, agli strumenti, sicurezza del lavoro, salute madre-bambino e accompagnamento al coordinamento) e alla valorizzazione della vocazione sociale. “Oggi c’è un altro ospedale” ha concluso Cecilia, “Ero malato ha accelerato e rafforzato il percorso, facendo crescere le competenze e le relazioni”.
In collegamento dal Madagascar è intervenuto il Dott. Razanavah Charel’son (Direttore Sanitario dell’Ospedale di Ampasimanjeva) che ha condiviso come la relazione con tante persone ha permesso lo scambio che porta aumento delle competenze e quindi la possibilità di aiutare meglio la popolazione. “I miglioramenti di infrastrutture e strumenti ci hanno aiutato a conoscere meglio i problemi e a fare di più” ha concluso il Dott. Charel’son, aggiungendo il più sentito “Grazie!” a tutti per gli aiuti e per lo “stare insieme” tra Madagascar e Reggio Emilia.
Molto toccanti e profonde le testimonianze del Dott. Pietro Bertolini e del Dott. Francesco Zini (giovani medici volontari che dopo 6 mesi dalla laurea hanno trascorso 3 mesi in Madagascar) che hanno ricordato con episodi e aneddoti come Ampasimanjeva sia “un mondo lontano”, geograficamente e per molti aspetti culturali dove, però, ci si ritrova a casa per la lunga storia di scambio con Reggio Emilia.
Fare i medici ad Ampa è molto diverso dal farlo a Reggio Emilia. La povertà di risorse porta a fare scelte non consuete e impensate e conduce a farsi domande difficili sulla vita e sulla morte. “È stato anche un po’ frustrante fare il medico in un ospedale con poche possibilità” ha aggiunto uno dei due giovani medici “ma ciò ci ha aiutato ad entrare nella modalità di fare con quello che si ha e mettendo a frutto tutte le nostre potenzialità”.
Per i due giovani medici la felicità è stata una costante, insieme alla fatica, lenita dalla grande accoglienza che hanno sperimentato vivendo e condividendo la quotidianità in Casa della Carità, dove hanno trovato tanti testimoni che manifestano ogni momento cosa significa mettersi a servizio.
“È importante continuare lo scambio tra chiese sorelle che diventa anche scambio tra società” ha detto Don Marco Ferrari (Direttore del Centro Missionario Diocesano) nelle sue conclusioni. “L’impegno per un Ospedale “fuori due dita dalla cartina geografica” (come diceva il compianto don Gino Bolognesi) non è impresa facile, occorre l’aiuto di tanti”.
Ancora vivo e grato è risuonato il ricordo delle 7 persone morte nell’incidente del dicembre 2022 in Madagascar tra le quali alcune che avevano ruoli importanti nell’ospedale.
L’Ospedale di Ampasimanjeva, l’attività della Fondation Médicale, il Progetto “Ero malato” rimangono un’attività preziosa che infonde sempre nuova linfa per il cammino di scambio.
Un gigantesco “Grazie a tutti!” ha sciolto l’assemblea che ha continuato chiacchiere e saluti durante il buffet preparato per concludere una ricca mattina di riflessioni e testimonianze di una Reggio Emilia che sa ancora fare rete per mettersi al servizio di realtà più povere.
