25 anni di Mukarange

 

L’anniversario di apertura della prima casa Amahoro, a Mukarange, in Rwanda, 25 anni fa, mi riempie il cuore di gratitudine e riconoscenza, per aver potuto far parte di quel primo gruppetto di volontari, con il quale si è dato inizio al progetto per l’accoglienza dei bambini non accompagnati, successivamente evoluto in Case-famiglia per i più bisognosi.

Gratitudine e riconoscenza per aver incontrato un popolo di grande fede, capace di gesti di grande solodarietà, nonostante la profonda sofferenza che lo segnava.

Ricordo lo stupore, quando nel riportare a casa, al proprio villaggio, una mamma che avevamo accolto per un tempo per curare i suoi due figli denutriti, abbiamo trovato il suo campo coltivato a fagioli. Erano stati i vicini a prendersi cura del campo, perchè al suo ritorno non le mancasse di che vivere!

Gratitudine e riconoscenza perchè questa esperienza in Rwanda è stata la culla della mia vocazione, che alcuni anni più tardi mi ha portato a dire il mio “sì” al Signore nel ramo delle Carmelitane Minori della Carità. La vita di comunità, la preghiera, lo stile di vita sobrio ed essenziale, al servizio dei più piccoli, pur nelle tante difficoltà, hanno preparato il mio cuore ad abbracciare il progetto che il Signore aveva preparato per me.

Gratitudine e riconoscenza per aver imparato fin da subito, la bellezza di vivere la missione come scambio fra Chiese sorelle, impegnate ad arricchirsi a vicenda.

Gratitudine e riconoscenza per quel proverbio con cui i ruandesi ci hanno salutato, al nostro rientro in Italia: “Lontano dagli occhi, non significa lontano dal cuore!”

E’ proprio così! Nonostante lo scorrere del tempo, la lontananza, la distanza, quei piccoli gesti di amore, donato e ricevuto, gesti di accoglienza e perdono, condivisi e offerti, continuano ad accompagnarmi anche adesso nella Casa della Carità di Ruy Barbosa, in Brasile, dove vivo attualmente, perchè profondamente radicati nel mio cuore.

Grazie Rwanda, grazie don Gigi, grazie a Dio che sa realizzare cose prodigiose, con dei poveri strumenti, come noi.

Sr Manuela Elisabetta della Madonna della Ghiara