Il Buon Natale di don Ganapini

MAISON DE LA CHARITE, Tongarivo (Madagasikara), 21 novembre 2018

Carissimi amici tutti, familiari, CMD, AMGA, La Libertà, RTM, Servi della Chiesa, Rotary Club Parma Est, benefattori, ect…

Siamo già vicini al Natale, vicini pure alla fine dell’anno in corso e all’inizio del prossimo 2019.
Non dimentico la solita lettera di ringraziamento; riconoscenza doverosa a chi mi ha sostenuto, in vari modi: sostegno morale dell’amicizia e della simpatia, soprattutto se rafforzata dalla preghiera e anche dall’aiuto pure finanziario (mi perdonerete!… ne sapete i motivi…). Senza questo insieme di solidarietà fattiva, generosa verso i più poveri e spesso dimenticati, specialmente i bimbi della campagna, cosa avrei potuto fare da solo?
Niente! O… molto poco.

Sono migliaia ormai i nostri cari bimbi che, in coro, vorrebbero farvi giungere un GRAZIE così forte che sorpassasse l’oceano ed arrivasse al vostro orecchio! Sì, certo! Ma c’è pure un’altra persona, vicinissima a noi e a loro, che un giorno, 2000 anni fa circa, disse parole di altissimo significato e che nessuno potrà mai cancellare, perché parole di DIO FATTO UOMO, GESU’! Erano accorsi numerosi quei bimbi, sentendo che passava Gesù – forse lo Spirito glielo aveva ispirato – , mentre i grandi vicino a Gesù non li volevano tra i piedi, e Lui invece, indignato (Mc 10,14) ne prese le difese e disse: “LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A ME… e prendendoli tra le braccia li benediceva…” (Mc 10, 14-16). Poi ancora: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi fratelli più piccoli l’avete a me” (Mt 25, 40). E infine: “Venite benedetti dal padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo…” (Mt 25,34).

Sono specialmente per voi dunque, carissimi, quelle parole: “venite benedetti dal Padre mio…”, perché avete loro dato il pane dell’istruzione, ect… Sì, credo che il giorno del Giudizio finale (e quel Vangelo indicato sopra che ce lo dice) saranno proprio loro, a migliaia, i nostri difensori migliori.

Dato che questa è la lettera di fine anno, vorrei aggiungere solo poche parole, perché è sempre un po’ imbarazzante parlare di sé. Ma sarò breve.

In alcune lettere ho già manifestato il mio desiderio, pienamente condiviso dai Superiori (Vescovi Socche, Gilberto, Paolo, Adriano, Massimo), riguardante il luogo in cui seppellirmi, quando sarà ora. Soprattutto per i Malgasci è molto sentito il desiderio di aver vicino anche nella tomba chi è stato loro vicino nella vita.
E’ notissimo il detto: VELONA, IRAY TRANO: MATY, IRAY FASANA (chi è stato vicino nella stessa casa, lo sarà pure nella stessa tomba). Dopo 57 anni da che ho condiviso con amore la vita dei miei poveri e cari Malgasci, come potrei separarmi da loro nella tomba? Tanto più che oltre il cimitero del clero malgascio (Ambohipò) c’è pure un angolino nel cimitero delle Suore delle Case della Carità (Ambohipànja), presso cui sono ricoverato da 12 anni, cioè da quando, dopo l’operazione alla colonna vertebrale a Parma, dovetti, per ubbidienza al Vescovo della diocesi di Tananarive, Mons. Odon, lasciare l’ultima parrocchia, di cui mi occupavo da 32 anni. Dovetti piangere. Ma era la volontà del Signore, che sempre infinitamente misericordioso con questo suo povero prete, poco tempo dopo da che ero stato accolto con tanta bontà in questa Casa della Carità, mi mandò un’ispirazione: “mi occuperò dei numerosi bimbi poveri della campagna che non sanno altro che condurre al pascolo le mucche, procurando loro un po’ di istruzione e di educazione cristiana… perché sono ancora missionario, e lo sarò, per la misericordia di Dio, sino alla fine”.

Così, oltre le adozioni dei bimbi poveri già accettati nella scuola, ma che non arrivavano a coprire la tassa scolastica necessaria per avere poi di che pagare i maestri, decisi pure di cominciare a costruire piccole scuole nelle zone in cui mancavano. Le buone persone, dal cuore generoso – CHE SIETE VOI – non mi lasciarono solo, e gli euro cominciarono ad arrivare… “Amici di don Ganapini” AMGA”…

Ed ecco le 94 piccole scuole (sono ora 96), le cui facciate potete vedere su un piccolo opuscolo che abbiamo preparato proprio per voi e che potete richiedere al Centro Missionario.

Vorrei inviare come saluto un ringraziamento e un augurio di un
BUONO, BUONISSIMO NATALE E ANNO NUOVO 2019

una melodia semplice, ispiratami dal testo di una breve poesia di quella Santa, per me grandissima, che è Teresa del Bambino Gesù. Ve lo racconto: si era a pochi mesi dalla mia ordinazione sacerdotale (13 agosto 1950). Stavo facendo due passi col rosario in mano, credo nel cortile vicino alla cappella dell’ex seminario di Albinea. Passò di lì, per caso, il Vescovo Mons. Beniamino Socche, che si fermò e mi disse: “Prendi, don Pietro. È una piccola poesia di S.ta Teresa del Bambino Gesù. Se ti interessa…”, e mi allungò il foglio. Lo ringraziai e me la lessi subito. Ne fui arcicontento e, gustando immensamente quel testo, con la stessa immediatezza ne buttai giù le note della melodia che si svolgeva nella mia testa, semplice e spontanea. Vi trascrivo le due strofe, che rivelano la profonda spiritualità della Santa di Lisieux: l’abbandono totale del bimbo che si sa seguito e custodito dalla Mamma e che trova in ciò la via per accedere alle insondabili ricchezze del Cuore di Gesù: sentimento di un cuore innamorato, ma non vano e superficiale sentimentalismo:

Rit.      DOLCE REGINA DI GIOVINEZZA,

CI SVEGLI ALL’ALBA TUA CAREZZA!

DURANTE IL GIORNO VEGLIA SU NOI

POI CI ADDORMENTA CO’ BACI TUOI!

  1. COM’E’ DOLCE APRIR LE LUCI

AL SORRISO TUO, MARIA!

COM’E’ DOLCE, O MADRE MIA

SUL TUO CUORE RIPOSAR!

  1. COM’E’ DOLCE OGNI TRAVAGLIO

A TE OFFRIRE COME UN FIORE

COM’E’ DOLCE NEL DOLORE

TRA LE BRACCIA TUE CADER!

Santa Teresa del Bambin Gesù, proclamata “Patrona delle Missioni” e Dottore della Chiesa

BUON NATALE e ANNO NUOVO 2019 dal vostro aff.mo e vecchio don Pietro Ganapini