In partenza
Don Pietro Adani ha sottolineato che chi mi conosce sa bene che ci vuole tanta pazienza con me, e tantissima ne ha avuta e ne avrà ancora Dio nei miei confronti.
All’alba dei miei 59 anni parto per il Congo RD.
Sono 35 anni che sono legata al Congo. In Congo ho ricevuto la mia prima chiamata da Dio, tramite un missionario, avevo 23 anni. Ora le circostanze ed altri missionari si son fatti tramite della voce di Dio, l’invito si è fatto pressante da parte Sua, quindi parto; tra l’altro nel periodo migliore, tra un blocco e l’altro per il Covid 19, che spero non ostacoli i saluti agli amici, ai parenti, il festeggiare il Natale in famiglia… partirò probabilmente alla metà di gennaio (condizionale obbligatorio visto che la nostra vita non è mai nelle nostre mani ed ora è anche in quelle di un virus).
Evidentemente non bastava più andare in Africa per qualche mese ogni anno.
Mi fido, metto la mia vita nelle Sue mani e vado. La situazione là è complessa, la gente, per la stragrande maggioranza cristiani, soffre moltissimo a causa della guerra pregressa, in parte ancora attiva, le cui cause sono economiche, lo sfruttamento delle risorse naturali e l’accaparramento dei conseguenti lauti guadagni. Chi vuole approfondire l’argomento può chiamare il Centro Missionario e organizzare con me un incontro.
A Bukavu, dove vado io, è tutto tranquillo, ma la gente fugge dai villaggi, in cui si è in pericolo e a volte isolati, e affolla la periferia della città, richiede assistenza. Alcune famiglie povere, traumatizzate dalla guerra, sono vittime di predicatori di sette senza scrupoli che indicano in una bimba della famiglia, di solito figlia di rapporti extraconiugali, la colpevole delle disgrazie che la famiglia ha subìto, come fosse una strega. La figlia è esorcizzata e poi esclusa dalla famiglia. In Africa chi non ha una famiglia è come morto… così la poveretta si trova a vagare per strada ed i bambini di strada, vista l’aumento della povertà, sono un fenomeno in crescita.
Altre famiglie traumatizzate dalle violenze hanno problemi psichici e i bambini non sono accuditi…
Io andrò a vivere a Ek’abana, la casa dei bambini, fondata da una laica consacrata milanese, che accoglie ora una sessantina di bambini. Ogni bimbo e bimba va a scuola e vive come in famiglia. Con ogni bimba Natalina, la laica italiana che se ne occupa con un gruppo di professionisti congolesi, fa un percorso di perdono nei confronti dei genitori; contestualmente accompagna i genitori alla consapevolezza dell’accusa infondata e alla richiesta di perdono alla figlia, fino ad una celebrazione di riconciliazione e al rientro della bimba a casa.
Vado a vivere in questa situazione di povertà materiale e di ricchezza spirituale che trasmette perdono, accoglienza, fede nella provvidenza, un’incredibile capacità di gioire delle piccole cose così come del dono della vita. Ho imparato molto. Ho imparato che ci salveremo solo stando abbracciati, stando insieme.
Chiedo a voi lettori di pregare per me lo Spirito Santo che mi suggerisca il giusto modo di amare per ogni circostanza e mi sostenga nelle inevitabili fatiche. Ringrazio la mia Chiesa per la fiducia che mi da nell’inviarmi. Avrete mie notizie regolarmente, è un impegno che mi sono data.
E nel 2022 ci ritroveremo insieme per approfondire la missione.
Donata Frigerio