Grazie a voi sono qua…

 

Ruy Barbosa, Venerdì 24 Novembre 2023
San Prospero, patrono di Reggio Emilia

di Maria Baldo

Cari amici,

eccomi qua nuovamente, pronta a condividere con voi la mia vita in Brasile.
Lo sapete, sono rientrata in Italia per ottenere il visto che mi consente tempi di permanenza più lunghi, e devo ammettere che ottenerlo non è stata cosa facile..

Chi mi è stato vicino in questi mesi conosce tutte le tribolazioni, gli inciampi, le lungaggini e le rigidità burocratiche che ogni missionario deve affrontare…

Non è istintivo assecondare alcune di queste richieste, ma grazie al cielo l’alto livello di motivazione la vince sempre sulla frustrazione!

Questi mesi non sono stati però solo pratiche amministrative ma occasione per incontrare chi davvero mi accompagna con affetto in questa mia scelta di vita. Sono sincera: l’abbondanza di attenzioni mi ha spesso spiazzato!   “Non ho ancora fatto nulla e già mi mettete su un piedistallo, al centro dell’attenzione…”   Quante volte ho ripetuto questa frase…

Comunque ora sono qui, a Ruy Barbosa, in una Casa della Carità che è stata per tre mesi la mia casa.. E’ una sistemazione temporanea, all’inizio del prossimo anno andrò a vivere da sola in una “casina” qui vicino ma indipendente. Niente paura, sono ancora inviata e sostenuta dalle Case della Carità e dal Centro Missionario Reggiano: ne condivido pienamente la mission e lo stile, perché abbandonarli? Qualcuno ha definito il mio progetto un germoglio dell’albero delle Case della Carità. Mi piace! Non una talea – un ramo tagliato da una pianta e sistemato nel terreno per dare vita a un nuovo esemplare – ma l’ennesima fioritura di qualcosa di già esistente e ben radicato… Ecco perché ho ricevuto il mandato proprio dalle mani del Vescovo di Reggio Emilia, ecco perché a ricevere lo stesso mandato quella sera c’erano anche un frate e una suora delle Case della Carità: tutti e tre insieme rappresentavamo tre modi diversi di esprimere la nostra vocazione a partire da un unico denominatore comune.. Da un unico tronco…

Di quale sia il progetto pensato per me ne parleremo più avanti, oggi voglio scrivervi invece di tre particolari del mio arrivo che sono davvero degni di essere raccontati e nei quali io non ho potuto esimermi dal vederci  un messaggio…

Innanzitutto la data della mia partenza: domenica 19 novembre, VII Giornata Mondiale dei Poveri.

Vi rendete conto? Non poteva esserci giorno più bello! «Non distogliere lo sguardo dal povero», questo il tema scelto da papa Francesco per la ricorrenza…

Ma vi dirò di più! All’interno del messaggio il papa scrive:

“Ci sono tanti uomini e donne che vivono la dedizione ai poveri e agli esclusi e la condivisione con loro; persone di ogni età e condizione sociale che praticano l’accoglienza e si impegnano accanto a coloro che si trovano in situazioni di emarginazione e sofferenza. Non sono superuomini, ma “vicini di casa” che ogni giorno incontriamo e che nel silenzio si fanno poveri con i poveri. Non si limitano a dare qualcosa: ascoltano, dialogano, cercano di capire la situazione e le sue cause, per dare consigli adeguati e giusti riferimenti. Sono attenti al bisogno materiale e anche a quello spirituale, alla promozione integrale della persona.” 

È esattamente quanto mi propongo di provare a fare.. io sono venuta in Brasile con il sogno di condividere, di essere “vicina di casa”.. Le parole di papa Francesco, proprio nel giorno della mia partenza, sono esattamente l’espressione di questo sogno e, mi piace pensare, un secondo mandato…

Ma c’è di più… Sono arrivata Domenica notte a Salvador e scopro, durante la colazione del Lunedi mattina, che proprio quel giorno, 20 Novembre, in Brasile si celebra la “CONSCIÊNCIA NEGRA”.

La coscienza nera è, fondamentalmente, l’orgoglio per il colore della pelle nera, promosso dai movimenti sociali che lottano contro il razzismo e per l’uguaglianza razziale.

È il simbolo della lotta, della resistenza e della consapevolezza che l’essere nero non è inferiore e che i neri hanno il loro valore e il loro posto nella società.

Questo è ciò che è la coscienza nera: un misto di consapevolezza dell’importanza delle persone nere nella società, il riconoscimento dei valori, della cultura e la lotta delle persone nere che non sono rimaste in silenzio e hanno alzato la testa contro il razzismo.

Nonostante il protagonismo nero in questa coscienza – che più che un’idea o un concetto, è una sorta di pratica che dà “movimento” ai movimenti sociali – in realtà in questo giorno siamo tutti invitati a riflettere sulla dignità umana..

E così, mentre passeggiavo per le vie di un Pelourinho pieno di gioia e di voglia di festeggiare, mi sono ricordata degli auguri di don Filippo per lo scorso Natale: “ La celebrazione del Natale ci trovi disponibili a restituire ad ogni uomo la propria dignità” Opps.. Mesma coisa, direbbero i brasiliani! Come fare a promuovere la dignità? mi chiesi quando lessi quell’augurio e mi chiedo ancora oggi.. Forse, in uno dei manifesti appesi attorno alla piazza in cui avveniva la tratta degli schiavi, trovo la risposta:

Nessuno nasce odiando un’altra persona a causa del colore della sua pelle, della sua origine o persino della sua religione. Per odiare, le persone devono imparare, e se possono imparare a odiare, si può insegnare loro ad amare. (Nelson Mandela)

Imparare ad amare dunque per insegnare ad amare… “Solo” questo…

Concludo con uno spaccato di Casa.. Martedì, il giorno del mio arrivo a Ruy Barbosa, don Luigi ha celebrato un matrimonio. Una coppia semplice, che sta compiendo tutte le tappe del cammino cristiano.. Già conviventi, lei ha fortemente desiderato la cerimonia cristiana per poter ricevere l’Eucarestia nel rispetto dei canoni della Chiesa.. Non era prevista nessuna particolare festa, non c’erano le risorse, ma come per magia (…) proprio il Sacramento è stato una grande festa! Tutti si sono prodigati per renderlo tale: addobbando la Chiesa con fiori freschi, preparando con impegno e attenzione i canti, partecipando con gioia alla celebrazione… Mi sento di dire senza offendere nessuno che è stato uno dei più bei matrimoni a cui ho partecipato! Purtroppo talvolta si mette in secondo piano il rito per concentrarsi sul pranzo di nozze o sul regalo da fare agli sposi… Ho sentito più volte giovani dichiarare di non potersi sposare perché non avevano i soldi per il ristorante o per il fotografo..   Milena e Ferdinando e tutti coloro che si sono impegnati nell’organizzazione del loro matrimonio mi hanno insegnato con il loro agito che non è così…

“Non è semplicemente una cerimonia che si fa ‘in’ chiesa, coi fiori, l’abito, le foto. Il matrimonio cristiano è un Sacramento che avviene ‘nella’ Chiesa e che ‘fa’ anche la Chiesa, dando inizio a una nuova comunità familiare”. Papa Francesco

Come vedete il papa, per la seconda volta, è d’accordo con me! (quando si dice montarsi la testa…)

Un abbraccio grande, Maria

E come sempre… Portateci nel cuore!

PS: Avevo promesso un blog, ma è ancora in fase di costruzione… Per ora accontentatevi delle mail…  Chissà, forse per Natale…