Veglia Missionaria Diocesana 2023 – Il resoconto
Nella Veglia missionaria del 20 ottobre scorso SUOR INES TALIGNANI, MARIA BALDO E DON LUIGI GIBELLINI hanno ricevuto dalle mani del nostro arcivescovo Giacomo il crocifisso, segno del mandato loro affidato dalla Chiesa reggiano-guastallese. Svolgeranno il loro servizio nelle missioni diocesane: suor Ines, Carmelitana minore della carità, in Albania; Maria, logopedista di Magenta e don Luigi, fratello della carità, a Ruy Barbosa, Brasile.
In una chiesa gremita di fedeli e amici si è colto chiaramente il senso della chiamata, espresso con straordinaria umiltà da suor Ines che ha parlato di “nuova esperienza nella quale il volto di Cristo le apparirà nella gente che incontrerà e l’affidamento a Lui è condizione imprescindibile per vivere questo tempo futuro”.
Don Marco Ferrari, direttore del Centro missionario, ha spiegato l’esperienza della “staffetta” che in questo anno 2023 ha visto l’alternanza e la presenza nella Casa di carità albanese di gruppi di ragazzi di 4 unità pastorali della nostra diocesi. Questa staffetta ha voluto sostenere ed accompagnare la Casa, intercettando i bisogni reciproci, sia materiali che spirituali. Tutti i ragazzi hanno testimoniato la bellezza, l’importanza, la sorpresa, il frutto del periodo vissuto in Albania, e questo fa sperare in una continuazione dell’esperienza anche nei prossimi anni; hanno ricordato l’estate scorsa nel grest così speciale vissuto nell’amicizia con i disabili, l’animazione, l’accoglienza e la condivisione tra loro e con le suore presenti. Non è mancato il ricordo del martirio delle popolazioni durante l’opprimente regime comunista che aveva tolto ogni libertà religiosa, al punto di sotterrare simboli e crocifissi. Ma la fede è rimasta ferma tra quei monti che oggi, purtroppo, vivono lo spopolamento e l’emigrazione dei giovani a causa di una povertà persistente, soprattutto nei villaggi più sperduti.
Mons. Morandi, a fianco del quale ha presieduto don Davide Fiori, per anni in San Pellegrino ed ora parroco a Magenta, nell’omelia ci ha parlato dei discepoli di Emmaus che corrono, anche se è notte, ad annunciare l’incontro avuto col Maestro; il solo ascolto ha mosso in loro un’urgenza che non riescono e non possono tacere. “Anche i nostri amici questa sera trasmetteranno con cuori ardenti la gioia di un incontro. Chi incontreranno? Dovranno fare nascere nei cuori il desiderio di Dio e trasmettere la gioia di stare con il Signore. L’Eucarestia apre gli occhi ai due discepoli e da qui si attinge il desiderio di donare e spezzare la vita per gli altri. Questo non vale solo per le missioni; anche nella nostra diocesi ci sono tanti in attesa di qualcuno che parli loro del Vangelo. Occorre risvegliare il desiderio di uscire come ha fatto il padrone della vigna, perché molti fratelli si uniscano nella preghiera”.
Nella preghiera dei fedeli suor Ines ha invocato lo Spirito Santo affinchè non manchino le forze per affrontare le fatiche, la perseveranza nell’impegno cristiano, amore e solidarietà costanti, gioia e gratitudine per poter servire i poveri e la Parola. Con stupore accoglie questa nuova chiamata che offre la possibilità di un tempo di conversione e di purificazione.
Maria Baldo ha portato all’attenzione una preghiera di Josè Tolentino Mendonca, nella quale si chiede l’empatia per vincere l’indifferenza, chiedendo al fratello le sue necessità, come si sente, come poter riaccendere il suo sorriso. Tutto sia fatto con dolcezza, senza pregiudizi, con autentica disponibilità ad ascoltare e a capire, mettendo l’altro al centro, perché la vera gioia è servire.
Don Gibellini ha citato un passo del vescovo Dom Pedro Casaldaliga:” Amani di più, affinchè io ti ami; cercami di più, affinchè io possa trovarti; inquietami…potami…spogliami…guardami in tutti”. Auspica di riuscire a lasciarsi condurre nelle storie degli altri, plasmando il cuore a modello dei poveri che incarnano il Cristo.
La veglia si è conclusa con la distribuzione da parte di suor Ines, Maria e don Luigi del Rosario malgascio. Il tutto tra abbracci, auguri e promesse di restare in contatto: conoscere è affermare la nostra partecipazione, è far ardere i nostri cuori con chi parte. Seguiamoli nel pensiero con una calda preghiera.
Che la loro testimonianza possa muovere anche i nostri passi.