Due volti dello stesso Paese

 

Ciao a tutti!
Dopo i primi sei mesi qui in Madagascar mi trovo nuovamente a condividere qualche immagine e pensiero.
Sono rientrata qui alla Fondation Médicale di Ampasimanjeva nei giorni scorsi dopo un paio di settimane di assenza, durante le quali ho avuto modo di conoscere qualche altra realtà figlia della collaborazione decennale tra la nostra città e questa terra.
Una sosta o visita alle Case della Carità di Fianarantsoa, Ambositra e Antananarivo, una serata (in lingua italiana!) con i ragazzi di Reggio Terzo Mondo, un giro al mercato, affollato e frenetico, per qualche acquisto, qualche mattina nel dispensario di Tongarivo con suor Giacinta…
Qui, campagna (brousse) vasta e disabitata, fatta eccezione per qualche agglomerato di capanne in legno, le strade in terra rossa battuta solcate dai carretti tirati dai buoi. Stuoie ai lati della via sulle quali sono chine donne scalze, cinte di un lamba colorato, i capelli intrecciati sotto un cappello Antaimoro, intente a far essiccare il riso sotto al sole che, pur essendo inverno, scalda bene.
Là, grandi città affollate da fiumi di persone vestite all’occidentale, a piedi, in pousse-pousse, in macchina e moto, le case in muratura una attaccata all’altra, le ore che passano incolonnati nel traffico, i supermercati, i negozi al dettaglio e all’ingrosso.
Mi è sembrato di aver trascorso due settimane in un altro Paese, lontano anni luce da qua…invece no, sono due volti dello stesso Madagascar. 
Mi sono chiesta che cosa immaginano le persone che vivono una vita in brousse, senza mezzi di comunicazione, del mondo al di là dei campi di riso…
Avranno mai visto una città? Ascoltato un notiziario? Che concezione avranno degli spazi? Quella del tempo la testiamo quotidianamente, nel chiedere quanti anni ha una persona…
“È nato nel 2020…un giovedì” 
“Ah, non mi ricordo…50?!” “Ma no” interviene una conoscente “Ormai saranno anche 60!”
Queste scene, davvero quotidiane, continuano a suscitarmi simpatia, ma non stupore, considerando che la maggior parte delle persone qui pensa giorni per giorno…al mattino ci si alza, si pescano due pesci o si raccoglie qualche frutto e caricati sulla testa in una cesta  ci si mette in cammino, alla ricerca di qualche acquirente disposto a pagare qualche spicciolo, che basta giusto per mettere nel piatto dei figli qualcosa da mangiare.
La nostra vita di comunità qui alla FMA, per quanto semplice, non è certo paragonabile a quella della gente, ma credo che la porta sempre aperta, in particolare nell’ascolto dei più poveri e la presenza silenziosa e quotidiana in ospedale, permetta davvero di essere impastati con questa gente.
È un privilegio, perché mi permette di essere modellata e fermentata dalla vita dell’altro e allo stesso tempo ci da la possibilità di essere lievito da dentro…
Lievito di speranza, verità, carità…
(Poi non è detto che lo siamo, ma questo fa parte del gioco)
Con un senso di profonda gratitudine per il tanto Bene e la tanta Bellezza di cui mi sento quotidianamente destinataria, vi mando un caro saluto.
 
A presto,
Giada
Ampasinmanjeva, Madagascar – 19 giugno 2022